CONTRAPPOSIZIONI SENZA MISERICORDIA

ORA di puntadi NUCCIO FAVA –

Mi ha un po’ stupito la generale sorpresa con cui è stato commentato il discorso del Papa all’innaugurazione del nuovo anno della Sacra Rota. Mi ha stupito perché papa Francesco ha detto tante volte cose coraggiose contro la guerra, contro l’ingiustizia e la corruzione, contro il commercio delle armi, a difesa dei più bisognosi a cominciare da donne e bambini.  Spesso improvvisando conferenze stampa in aereo, su temi importanti e delicati come la pedofilia, le manovre di potere all’interno degli stessi palazzi pontifici o l’omosessualità dicendo: “Chi sono io per giudicare?!”. Faccio dunque fatica a comprendere il tanto stupore suscitato per l’affermazione “non vanno confusi con il matrimonio altri tipi di unione”, sempre in quello spirito di fondo con cui questo Papa ha voluto un Anno Santo straordinario della Misericordia.

Proprio perché papa Francesco non smette di ripetere in ogni circostanza – in piazza San Pietro, nelle sue visite pastorali da Lampedusa alle più recenti in Africa e America Latina – che l’attributo fondamentale di nostro Signore è appunto la Misericordia.

La modesta cultura politica del nostro dibattito pubblico si riflette nella scarsa qualità del confronto tra i partiti e dentro i partiti, rendendo impossibile un dibattito più civile e maturo, privo di strumentalizzazioni da una parte e dall’altra.

Dopo tanta demagogica rottamazione si è come perso il senso storico senza ovviamente ripetere fatti e comportamenti del passato, ma cercando di coglierne il senso e il significato. Ignorando che da Giovanni XXIII a Benedetto XVI, compresi ovviamente papa Montini e Giovanni Paolo II, pur così diversi nello stile e nel modo di comunicare, la Chiesa universale ha sempre sostenuto, riguardo al matrimonio, esattamente le stesse posizioni espresse da Papa Francesco all’inaugurazione del nuovo anno della rota Romana. 

Paradossalmente è stato più bravo Marco Pannella ai tempi del divorzio e dell’aborto nonostante l’avversario fosse Amintore Fanfani e non Nichi Vendola.

Sgomenta in particolare l’ennesima sarabanda in casa Pd, dove ci si scontra tra Guelfi e Ghibellini con incapacità di approfondire seriamente i valori e le questioni in gioco tutt’altro che banali.

Il presidente-segretario si limita infatti a fare tattica, senza essere in grado di proporre una riflessione più ampia sui cambiamenti profondi, di culture e stili di vita, anche in campo sessuale, avvenuti nel complesso delle società occidentali. Per il presidente Renzi conta soprattutto “andare avanti” senza però motivare in quale direzione e per quali ragioni. Nessuna efficace mediazione appare dunque all’orizzonte, facendo magari affidamento sul successo dell’uno o dell’altro schieramento che si contendono le piazze. 

Ancora una volta con la sua ironia riassume con efficacia il solito Giannelli sul Corriere della Sera di sabato: Renzi e Verdini sotto braccio con gardenia all’occhiello si avviano festanti alla cerimonia matrimoniale, magari in Campidoglio come ai tempi del defenestrato Marino.  

In compenso e fortunatamente si è ricomposta l’armonia tra la coppia Sarri-Mancini, con l’accoglimento delle scuse, anche se senza brindisi e confetti.

Commenta per primo

Lascia un commento