Complici degli scafisti, smettetela di giocare con la vita dei migranti!

di ENNIO SIMEONE – E’ ora di mettere al bando l’ipocrisia! Bisogna dire come stanno realmente le cose. Bisogna smettere di raccontare bugie. Bisogna smettere di dare passivamente spazio – in televisione, sui giornali, su tutti i mezzi di comunicazione – ai farneticanti appelli di coloro che, facendosi scudo di uno stolto  «buonismo», stanno diventando complici e addirittura istigatori delle stragi di migranti nelle acque del Mediterraneo.

Come era facilmente prevedibile – e perciò ancor più colpevolmente deprecabile – appena si è diffusa la notizia che i 49 disperati recuperati dalla nave See Watch erano stati accolti da 8 paesi europei, immediatamente sono ripresi in Libia gli imbarchi di sventurati su gommoni  degli scafisti: gommoni con una quantità di carburante appena sufficiente a far arrivare i natanti fuori dalle acque  libiche per poi naufragare con il carico di 120 vite umane da dare in pasto ai pesci. Ma è bastata la notizia che tre di quei 120 sventurati erano riusciti a sopravvivere, e che erano stati accolti, per indurre gli scafisti ad adescare altre centinaia di uomini, donne e bambini da traghettare verso la morte con la promessa  ingannevole di portarli verso una vita migliore.

L’aspetto tragico e al tempo stesso disgustoso della vicenda è che i predicatori dell’accoglienza indiscriminata di migranti sono gli stessi che accusano di genocidio chi cerca di porre uno stop ai flussi migratori (quel trombone del sindaco di Palermo è arrivato ad evocare «una nuova Norimberga» contro Salvini) e che al tempo stesso attaccano il reddito di cittadinanza che questo governo tenta di dare (pur con tante salvaguardie, controlli e vincoli) ad almeno un paio di milioni di disoccupati, o sottopagati, o indigenti. I sapientoni replicano con il solito ritornello «Ma qui manca il lavoro! Bisogna dare lavoro! Bisogna creare lavoro!» e si sfregano le mani compiaciuti quando la Banca d’Italia comunica che il nostro paese, come tutto il resto dell’Europa, rischia di andare in recessione e che gli occupati diminuiscono. Cioè, se i posti di lavoro diminuiscono, loro chiedono che altre braccia di disperati si aggiungano a quelle dei nostri disoccupati cronici e altri disperati si aggiungano a quelli che negli anni passati sono approdati in Italia nella speranza di una vita migliore e sono andati ad ingrossare le schiere di schiavi sottopagati e tenuti in recinti disumani.

Naturalmente loro si ergono nobilmente in antagonismo con il bieco Salvini. Con l’unico risultato di farne crescere la popolarità, persino tra gli immigrati che sono in Italia da alcuni anni.

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