Come si eleggono i presidenti della Camera e del Senato

I presidenti  della Camera e del Senato vengono eletti ad inizio di legislatura con due criteri diversi. Per seguire in queste ore gli sviluppi della situazione li ricordiamo sinteticamente. Per entrambi si procede  a scrutinio segreto.

CAMERA

Prima votazione: è richiesta la maggioranza dei due terzi dei componenti l’assemblea, ovvero 420 voti.

Seconda e terza votazione: il quorum si abbassa ai due terzi dei votanti, contando anche le schede bianche.

Dalla quarta votazione è sufficiente la maggioranza assoluta dei voti, contando anche le schede bianche.

Ciascun deputato esprime il voto sulla scheda all’interno di cabine allestite tra il banco della presidenza e quello del governo e la deposita in un’urna. Lo spoglio delle schede è pubblico e avviene in Aula. Nel caso in cui fossero necessari più scrutini per eleggere il presidente, la seduta potrebbe durare più di una giornata. In ogni caso, formalmente si tratta di una seduta unica. Nelle ultime sei legislature il presidente è stato eletto il giorno dopo l’inizio della seduta (quarto scrutinio).

SENATO

Qui il meccanismo assicura l’elezione del presidente entro la quarta votazione.

Prima e seconda votazione: è eletto chi raggiunge la maggioranza assoluta dei voti dei componenti del Senato, che è pari a 161 voti.

Terza votazione: basta la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, contando tra i voti anche le schede bianche.

Quarta votazione: se nessuno ha ottenuto la maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno ad un ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto più voti e viene proclamato eletto chi consegue la maggioranza, anche se relativa. A parità di voti, è eletto il più anziano di età.

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