CICLISMO- Vincenzo Nibali rimette il tricolore alla Milano-Sanremo dopo 12 anni. RUGBY – “Cucchiaio di legno” per l’Italia battuta dalla Scozia (27-29)

(Foto Ansa di Luca Bettini)

Vincenzo Nibali ha restituito – dopo 12 anni – ai colori italiani  la Milano-Sanremo, vincendo la 109/a edizione della  classicissima di primavera lunga 294 chilometri. Lo “squalo dello Stretto” è andato in fuga sulle prime rampe del Poggio, conquistando un vantaggio superiore ai 10” sui primi inseguitori ed è riuscito ad arrivare al traguardo senza farsi raggiungere. L’ultimo volta che un italiano aveva vinto la Milano-Sanremo era stato nel 2006 Filippo Pozzato.
Vincenzo Nibali, che gareggia con la maglia del team Bahrain-Merida, ha preceduto di pochi metri l’australiano Caleb Ewan, secondo; il francese Arnaud Demare, terzo; il norvegese Alexander Kristoff, quarto; il belga Jurgen Roelandts, quinto. Il campione del mondo Peter Sagan si è piazzato al sesto posto.

Nibali, una vittoria per la storia  – “Non lo so nemmeno io cosa ho fatto, oggi correvamo per Sonny Colbrelli. Io dovevo seguire, ho visto il vuoto e ho accelerato, ho visto subito che avevo 20” di vantaggio e non mi sono mai più girato girato. Ho proseguito fino alla fine e, solo a 50 metri dal traguardo, mi sono goduto questa vittoria”. Così Vincenzo Nibali, ai microfoni della Rai. “Non pensavo di vincere, perché non ero velocissimo – aggiunge -. Penso di avere fatto qualcosa per la storia, me la gusterò piano piano”.

Matteo Minozzi in azione contro Nick Grigg (Foto Ansa di Ettore Ferraro)

RUGBY: Italia in vantaggio, poi il sorpasso. La migliore Italia di questo “6 Nazioni”, ma non basta. Contro la Scozia all’Olimpico arriva una sconfitta maturata punto su punto, fino all’ultimo. Finisce 27-29 con un calcio piazzato di Laidlaw al 79′ che annulla quello segnato poco prima dal migliore in campo azzurro, quel Tommaso Allan che fino all’Under 20 aveva giocato proprio con la Scozia e che oggi è stato autore di cinque calci piazzati messi a segno e due mete. Il 6 Nazioni 2018 si chiude quindi con cinque sconfitte su cinque, e sono ormai diciassette di fila nel torneo dopo l’ultima vittoria, proprio contro la Scozia, nel 2015 a Edimburgo.

Stavolta sembrava che il destino potesse essere diverso, ma il finale è stato davvero amaro, come confessa il ct azzurro, Conor O’Shea. “Oggi abbiamo avuto l’opportunità di cambiare gli equilibri in partita. Il pallino è sempre stato nelle nostre mani e si è vista la qualità dei giovani. Dobbiamo costruire per il futuro, abbiamo giocato contro una buona squadra, che ha battuto Francia. Oggi sono distrutto per i tifosi e per i ragazzi, ma sono sicuro per il nostro futuro”. Un primo tempo di carattere, con i primi 20′ tutti di marca azzurra e una meta di Brown per la Scozia che è l’eccezione. In mezzo anche due mete italiane, la prima di Allan con una sapiente finta al 14′, poi al 21′ con Minozzi che ci crede e capitalizza un tocco di piede dello stesso Allan. Sul 17-5 arriva il ritorno della Scozia, con 10′ di piena sofferenza degli azzurri. Ma alla meta di Barclay che riporta il risultato sul 17-12, la squadra di O’Shea riesce comunque a respingere un primo tentativo scozzese di andare a meta.

Al 35′ l’Italia guadagna anche un fallo in difesa con la Scozia a un metro dalla seconda meta. Episodi che rafforzano convinzione e fiducia, peccato non aver capitalizzato tutte le occasioni. Nella ripresa Jones cambia tutta la prima linea ma in meta ci va ancora l’Italia, per ben due volte. La prima con Negri da Oleggio ma poi viene annullata per un avanti, la seconda pochi secondi dopo, al 5′, con Negri che libera ancora Allan. Tutto surreale, troppo. E infatti gli scozzesi cambiando e cambiando, con il minimo sindacale trovano ben due mete in dieci minuti: al 21′ e al 31′ con Maitland e Hogg. È sorpasso: 24-26. È così fondamentale un calcio piazzato del solito Allan per riportare a 5′ dalla fine gli azzurri sopra di un punto. Tutto vanificato dal calcio piazzato di Laidlaw.

Alla fine il più deluso è stato capitan Sergio Parisse (oggi alla sua 100/a sconfitta in azzurro), che con le lacrime agli occhi e il bambino tra le braccia commenta così l’ultima partita di un 6 Nazioni da dimenticare: “E’ dura, ma dobbiamo uscire a testa alta da questa sfida. Con un po’ più di precisione a inizio ripresa avremmo fatto un’altra meta e chiuso la partita – dice  -. Posso tranquillamente dire che meritavamo la vittoria. Anche perché mi chiedo, con tutte le telecamere che ci sono, come ha fatto l’arbitro a non vedere nel finale il tocco di mano del n.10? Oggi abbiamo dominato. Non siamo stati bravi a chiudere l’ultimo passaggio ma ancora non capisco come abbiamo fatto a perdere. Da questa sconfitta però possiamo ripartire”.

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