CHAMPIONS LEAGUE/ A Milano il trionfo del Real Madrid di Zidane, rigori fatali all’Atletico di Simeone. Per le “Merengues” è “l’undecima” Coppa dei Campioni

realdi Fabio Camillacci/
Undecima Champions League in bacheca. Nessuno come il Real Madrid. Gli spietati. Il Real fa undici, il Real spezza ancora i sogni di gloria dei cugini dell’Atletico. Il Real se ne frega dell’epica, della cabala, della legge dei grandi numeri, della storia, del Cholismo e dei 113 anni con tre finali d’Europa e nessuna coppa per i “Colchoneros”. Il Real è una macchina da vittorie. Spietata ed efficace. La faccia del killer è quella di Cristiano Ronaldo: inesistente in campo, infallibile dal dischetto, come tutti i suoi compagni. In una stagione tribolata, con un allenatore debuttante, i “Blancos” centrano la seconda coppa d’Europa in tre anni. CR7 nella lotteria dei rigori, trasforma quello decisivo dopo aver giocato “zoppo” a lungo, la gloria per i biancorossi stasera si ferma al palo di Juanfran. E, volendo, prima ancora alla traversa di Griezman su rigore nei regolamentari. Al 90? è 1-1, al 90’ tutto sommato sembra giusto così. Ma novanta minuti non bastano mai fra Real e Atletico. E se a Lisbona i supplementari erano stati una recita solitaria delle “Merengues”, qui sono una mezza sofferenza per entrambi. Poi i rigori, dove segnano tutti, tranne Juanfran dell’Atleti.
La grinta del Cholo non basta. Non basta a Diego Pablo Simeone arringare la folla, quando è sotto 1-0 e poi nei supplementari e durante i rigori. Loro continueranno a cantare, anche dopo il k.o., loro vincono la sfida, ma non conta. Non basta per l’almanacco: dove entra il nome di Zinedine Zidane e non quello di Simeone. Dopo 5 mesi e 7 partite di Champions già campione: predestinato di sicuro, forse anche allenatore vero. Sergio Ramos, ancora lui,  aveva illuso Zizou che fosse tutto facile segnando il gol del vantaggio, Carrasco lo aveva riportato alla realtà.
L’uomo delle finali di Champions. l’ammazza-Atletico. Scegliete voi, intanto Sergio Ramos segna ancora: due gol nelle ultime due finali di Coppa Campioni giocate. Nemmeno un attaccante. Se a Lisbona aveva colpito appena prima del triplice fischio finale sull’1-0 Atletico, stavolta la partita non si è ancora veramente accesa in occasione del gol  del capitano. Minuto 15, punizione di Kross dalla trequarti, Bale prolunga di nuca, Ramos anticipa Oblak (miracoloso prima su Benzema) da due passi, forse uno. Dal fronte biancorosso salgono proteste per un sospetto offside, che i replay non chiariscono del tutto: ma intanto il Real è 1-0. Risultato perfetto per Zizou, così presto, perché in teoria fa sì che si aprano spazi. Gli spazi in realtà si aprono poco, e al 1′ della ripresa l’Atletico ha la più grande delle occasioni per pareggiare. Pepe sbaglia l’anticipo e butta giù in area Torres. Fernando a quel punto non ha ancora completato un passaggio (statistiche alla mano), ma può tornare decisivo: rigore. Griezmann va sul dischetto, Navas fa un po’ di scena, lui tira forte e centrale: traversa! E’ il quinto a sbagliare un rigore in finale, il primo fu Robben (2012). Ecco, abbiamo trovato eroe e antieroe: ma il derby di Madrid non è mai così scontato, in finale. Non può essere così semplice.
La zampata Atleti nel miglior momento del Real. Il gol del pari lo firma Carrasco, ma inizia da Savic: è lui a salvare sulla linea il tiro di Bale, al 38′ della ripresa. E’ l’ultima di una serie di occasioni in contropiede del Real, ispirate da Modric e rifinite da Benzema e Ronaldo (2 volte) sui guanti di Oblak. Quando Savic evita il 2-0, la curva si risveglia: capisce che c’è speranza. E’ tornata l’epica cholista, che prende le forme, un minuto dopo, di un lancio di Gabi, di un cross di Juanfran, di un tocco vincente di Carrasco, l’arma del secondo tempo. L’Atletico la riacciuffa, proprio quando sembrava sul punto di crollare.

Zizou e il Cholo. Zidane avrà anche una esperienza limitata (settima partita da allenatore in Champions), però riesce, almeno inizialmente, in quello che sembrava impossibile: stanare l’Atletico. Tiene Modric, Casemiro e Kross bassi anche in fase di possesso palla, mentre fa salire molto i “terzini”: così la doppia linea di Simeone finisce per essere un po’ più larga e distante del solito. Nei buchi si butta soprattutto Bale, che poi crea superiorità con gli uno contro uno. Dopo il vantaggio il Real lascia il pallino ai biancorossi, in modo eccessivo. Nella ripresa lo ritrovi chiuso a riccio nella sua trequarti con Cristiano Ronaldo, qualcosa di più che acciaccato, che addirittura fa il terzino aggiunto. Certo, avrebbe le occasioni per fare il 2-0 in contropiede, ma non lo segna. Si va ai supplementari con Zizou che ha già fatto tre cambi, forse prematuramente. Il Cholo uno, ma decisivo: Carrasco dentro per Fernandez. Non solo il gol, ma anche una maggiore ampiezza offensiva, sin dal 1′ della ripresa. Ma l’Undecima (l’undicesima Champions League), resterà per sempre l’UndeZima. La Z di Zizou, una nuova ferita colchonera. Ci riproveranno i ragazzi di Simeone ma col Real la Champions resta tabù.

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