Canone Rai nella bolletta elettrica: ecco i pasticci che ci potrà provocare. Parola dell’Agenzia delle Entrate

Rai e renzidi LUCA DELLA MONICA – La geniale invenzione di Matteo Renzi di far pagare il canone Rai nella bolletta della luce (decisione ripetuta con martellante insistenza propagandistica  in coda a tutti i sessanta notiziari televisivi e radiofonici da tre mesi) continua a preoccupare l’Agenzia delle Entrate, che non fa mistero del rischio che ne venga fuori un pasticcio, come tutte le “riforme” del celebre rottamatore insediato a Palazzo Chigi.

Infatti “riscuotere il canone Rai attraverso la bolletta elettrica presenta ancora criticità” afferma l’Agernzia delle Entrate perchè “è indispensabile conoscere ‘la famiglia anagrafica’ dell’utente che deve pagarlo, elemento non sempre certo”. Perciò l’Agenzia si appella ai comuni perché “si facciano parte attiva per comunicare i dati relativi alle famiglie anagrafiche”.

L’Agenzia spiega che “per il pagamento del canone Rai in bolletta assume cruciale importanza la corretta individuazione della famiglia anagrafica che, in modo del tutto peculiare rispetto alle diverse imposte del nostro sistema tributario, costituisce di fatto il soggetto passivo del tributo. Allo stato attuale, in attesa della costituzione della nuova Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, l’individuazione della famiglia anagrafica risulta particolarmente complessa”, spiega il direttore gestione tributi dell’Agenzia delle Entrate, Paolo Savini, in un’audizione alla Commissione Anagrafe tributaria.

Per superare tale criticità, fino al completo avvio dell’Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, il decreto attuativo in corso di emanazione da parte del Mise “dovrà prevedere che i Comuni siano tenuti a trasmettere all’Agenzia delle entrate, su richiesta della stessa Agenzia delle entrate, i dati relativi alle famiglie anagrafiche”.

Le novità introdotte con la legge di stabilità – viene precisato – non hanno modificato il presupposto impositivo, che resta il possesso dell’apparecchio Tv. Il canone è dovuto una sola volta in relazione a tutte le residenze e dimore della famiglia anagrafica (agli effetti anagrafici per famiglia si intende un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità adozione o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora occasionale nello stesso comune).

“In tale contesto, ai fini del corretto addebito del canone Tv, nelle fatture di energia elettrica, è fondamentale disporre di corrette informazioni circa: i soggetti titolari di contratti per la fornitura di energia elettrica uso domestico; i soggetti esentati dal pagamento (soggetti con più di 75 anni e reddito non superiore a 6.713,98; le dichiarazioni di non possesso dell’apparecchio TV (articolo 1, comma 153, della legge di stabilità 2016); i pagamenti eseguiti con altre modalità da soggetti che pur essendo tenuti al pagamento del canone TV non dispongono di contratti elettrici uso domestico sul quale effettuare l’addebito (ad esempio il custode di una scuola che vive in locali resi disponibili dalla scuola stessa); le famiglie anagrafiche con le relative residenze”.

Insomma ci sono due rischi congiunti e contrapposti: che ci sia chi si vede addebitare due o più volte il canone e chi diventi evasore senza volerlo. Solo la fretta, la superficialità e l’improvvisazione di chi ci governa poteva creare un problema del genere. In nome della demagogia e della falsa semplificazione.

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