Calcio: una bella Italia batte la Norvegia in rimonta e vola agli Europei da prima del girone. Ma non sarà testa di serie

italiadi Fabio Camillacci/
L’Italia di Antonio Conte ha il dna del suo allenatore: non molla niente. Neanche quando conta un po’ meno, neanche quando la serata sembra storta. Vittoria in rimonta sulla Norvegia: 2-1 all’Olimpico davanti a circa 20 mila spettatori nell’ultimo match di qualificazione all’Europeo e primo posto nel girone H. Andiamo in Francia a braccetto con la Croazia, che ci sta davanti nel ranking Uefa insieme al Belgio, visto che Israele stasera non ci ha aiutati. Significa girone teoricamente più duro nella fase finale di Euro 2016. Norvegia ai play off.
Conte ritorna al marchio di fabbrica: il 3-5-2. “Non sarà una passeggiata per nessuno”, aveva assicurato il c.t. a chi gli chiedeva se la Nazionale fosse un po’ più rilassata dopo la qualificazione ottenuta a Baku. In effetti, l’Italia non sembra in vena di favori e crea cinque azioni significative nei primi 17 minuti di gioco. De Sciglio e Florenzi (più di Darmian, anche se il romanista gioca da interno nel 3-5-2) riforniscono di cross gli attaccanti da ambo i lati, Pellè è più attivo di Eder e non fa mancare le sponde. La punta del Southampton ha anche le due occasioni migliori del primo tempo, ma le spreca entrambe di testa: grave il secondo errore, sull’unico lampo del rientrante Montolivo.
In tutto questo, dal nulla, al 23’, si materializza il vantaggio della Norvegia, scesa in campo con un 4-2-3-1 offensivo solo sulla carta. C’è fuorigioco di Soderlund sul contrasto aereo con Chiellini che fa finire il pallone dalle parti di Tettey, il centrocampista di origine ghanese tiene basso il sinistro e Soriano copre la visuale a Buffon. Norvegia avanti. Conte si arrabbia, gli azzurri caricano a testa bassa e con Soriano e Florenzi (che chiede anche un rigore non concesso) chiamano Nyland a due tuffi decisivi prima dell’intervallo. Senza Pirlo, Verratti, De Rossi e Parolo al centrocampo italiano manca un po’ di qualità, ma il risultato con cui si entra e si esce dagli spogliatoi è ingeneroso.
Ripresa azzurra: Conte cambia modulo e i risultati arrivano. In avvio di secondo tempo, Pellè prova a redimersi con la specialità della casa, ovvero la “pulizia” dei palloni sui lanci a beneficio dei compagni, ma Nyland para il tiro di Soriano e poi è bravissimo a uscire sui piedi di Eder, che nella circostanza si fa male e lascia il posto a Giovinco. Dentro anche Bertolacci e Candreva per il fischiatissimo Montolivo e Barzagli, Conte abbandona la difesa a tre per l’assalto finale. E sarà un caso, ma arriva immediatamente il pareggio. Giovinco fugge sulla sinistra e mette al centro, Alesaami prova un orrendo stop di petto all’indietro e Florenzi, sempre lui, anticipa Nyland. E’ l’1-1, Roma applaude il jolly giallorosso e per poco non arriva subito il sorpasso, quando Nyland vola a deviare in angolo il destro di Giovinco. La Norvegia sbanda, Hogmo però deve vincere e si gioca il terzo cambio con la punta Veton Berisha (dopo Samuelsen e King, dunque niente baby-fenomeno Odegaard). L’Italia, allora, trova spazi. E li sfrutta alla grande, Giovinco fa buon uso dei minuti a sua disposizione e dirige ogni ripartenza: un fuorigioco dubbio ferma Candreva prima dell’assist vincente per Florenzi, ma al 37’ il 2-1 diventa realtà. Ancora Giovinco per Florenzi, il romanista mette al centro e finalmente Pellè va a bersaglio facendo esultare Conte alla sua maniera (nella foto Gazzetta dello Sport-Afp: gli azzurri festeggiano Pellè) . Con lui fanno festa i croati, vanno avanti le due squadre più forti del girone. E l’Italia fa 50: la striscia d’imbattibilità nelle qualificazioni si allunga. Una chiusura in bellezza, peccato davvero andare agli Europei non da testa di serie.

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