Calcio, Champions League: una brutta Roma accede agli ottavi di finale col minimo sforzo e tra i fischi dell’Olimpico

dzekodi Fabio Camillacci/
A guardare il bicchiere mezzo pieno, la Roma può esultare per il ritorno negli ottavi di finale di Champions League dopo 5 anni di assenza. Se però si guarda il bicchiere mezzo vuoto ci si immalinconisce per l’ennesima prova assolutamente insufficiente della squadra di Rudi Garcia. Se i giallorossi passano devono ringraziare Szczesny (e Ter Stegen grande protagonista tra i pali del Barcellona a Leverkusen), autore di almeno tre interventi decisivi. Alla fine ne viene fuori uno 0-0 casalingo scialbo e l’impressione è che se invece del Bate Borisov la Roma avesse avuto davanti una squadra di media caratura, Garcia avrebbe collezionato un altro clamoroso tonfo.
Tanta noia in un Olimpico silente e quasi deserto. Garcia commette lo stesso errore fatto contro il Torino in campionato  e decide di giocarsi ancora una volta la carta Gervinho; ma l’ivoriano prova prima del match e si arrende subito, lasciando spazio ad Iturbe. Yermakovich, invece, disegna il classico 4-2-3-1, ma a dispetto delle aspettative non si chiude a riccio, anzi. Ed infatti, in un primo tempo scialbo come è scialba la Roma di questi tempi, a giocare meglio (per organizzazione tattica e palleggio) sono proprio i bielorussi. Il Bate pressa alto per coprire le linee di passaggio iniziali e lascia lo scarico iniziale su Rudiger, il difensore tecnicamente meno dotato dei giallorossi. La mossa riesce, tanto è vero che il gioco della Roma ristagna nella propria metà campo. A provarci per la squadra di Garcia è solo Nainggolan per tre volte dalla distanza, ma con risultati approssimativi. Dall’altra parte, invece, Mozolevski si fa male dopo 10′ di gioco e di fatto esce quasi dal match, mentre Stasevich è il più vivo su tutto il fronte d’attacco. Così, nella penuria totale, ci prova Pjanic (28′) a salvare ancora una volta la Roma con la solita punizione a giro da 20 metri, ma Chernik è perfetto e devia in angolo. Per il resto buio totale, con un pieno di fischi che accompagnano la Roma negli spogliatoi.
Avanti col minimo sforzo. Nella ripresa la Roma entra in campo con un altro piglio e un’altra testa. Sempre senza gioco sia chiaro ma almeno la squadra di Garcia tira fuori voglia ed orgoglio e nei primi 9 minuti si rende pericolosa per ben 4 volte: Chernik è super su Dzeko e Florenzi, poi ancora Dzeko in area non trova lo spiraglio giusto e Rudiger ci prova (alto) di testa. Sembra poter cambiare partita, ma la reazione della Roma dura poco, affievolita strada facendo dal Bate che al 22′ ha la più limpida delle occasioni per passare: discesa sulla sinistra di Volodko e palla tagliata centrale per Gordeichuk, il quale a botta sicura si vede negare la rete da un meraviglioso Szczesny. Scampato il pericolo la Roma riaccelera e al 27′ va vicina al vantaggio, con Milunovic che salva sulla linea il calcio in corsa di Pjanic a porta vuota. Con il Bate che si allunga alla ricerca del gol qualificazione, gli spazi per i giallorossi aumentano. Ci provano ancora Florenzi e Dzeko. Ad andare ad un soffio dal gol però è ancora il Bate, con Mladenovic che impegna Szczesny e il portiere polacco che poi dice no anche alla ribattuta di Stasevich. Finisce con i tentativi di Nainggolan e Salah (tornato in campo dopo il brutto infortunio rimediato nel derby per colpa di “killer-Lulic”) e con un fiume di fischi senza fine da parte dello stadio Olimpico. La Roma dunque è negli ottavi di Champions, ma senza merito e collezionando un’altra prova a dir poco negativa. I giallorossi si salvano solo grazie all’1-1 tra Bayer e Barcellona a Leverkusen (nella foto Afp-Gazzetta.it: Chernik salva su Dzeko).
Roma qualificata grazie agli scontri diretti col Bayer. Questa la classifica finale del girone E: Barcellona 14 punti, Roma e Bayer Leverkusen 6, Bate Borisov 5. Solo il doppio confronto con i tedeschi (4-4 a Leverkusen, 3-2 all’Olimpico) consente a De Rossi e compagni di qualificarsi per gli ottavi di finale. Il Bayer invece retrocede in Europa League.

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