BENTORNATO CAMPIONATO/ Scatta la Serie A di calcio, un rito ultracentenario: Juventus in pole con riserva, Napoli, Roma e le milanesi scaldano i motori

di RAFFAELE CICCARELLI*/ Resta un mistero insondabile, una fascinazione inspiegabile, il rito che ormai da quasi 120 anni scandisce la nostra vita. In tutto questo periodo il calcio, da sport sconosciuto, importato dal mare anche se iniziato a Torino, ha finito per permeare progressivamente tutto il nostro vissuto, fino a diventarne, in molti casi, la materia stessa. Al giorno d’oggi, infatti, anche per il neofita, anche per il disinteressato è impossibile non ritrovarsi immerso nell’atmosfera calcio: al di là del romanzo nazional-popolare che va ad iniziare, ce lo dicono le azioni e i gesti, il linguaggio. Tutto, ormai, o almeno una buona parte, gira intorno a questa sfera rotolante, ai giocatori e alle squadre, quasi piccole città -stato da cui ci sentiamo rappresentati e che ci sentiamo di dover difendere, andando oltre il mero atto sportivo. Esse, infatti, in molti casi rappresentano l’unica opportunità di rivalsa in una società sballottata in un mare in tempesta, in cui spesso invano proviamo a tenere la barra dritta. Potrebbe sembrare che il calcio in questo caso rappresenti un placebo per cauterizzare quelle ferite che la vita di ogni giorno ci infligge. In realtà, purtroppo in molti casi, il calcio stesso è diventato l’unica fonte di soddisfazione, l’unica isola in cui avere la possibilità di poter combattere per raggiungere una supremazia, seppur inutile, seppur effimera.

Juventus ancora padrona? Forse ho divagato troppo, magari anche esagerato, ma questo suscita ora l’ennesimo campionato di calcio che va ad iniziare. Come vedere se non come una tirannica supremazia capitalista da abbattere l’ennesima voglia di vittoria della Juventus, sempre più tesa ad affermarsi fuori dai patri confini, entro cui, invece, il dominio ha preso la forma di una dittatura? Non sarà semplice per i bianconeri, perché la Juventus dovrà innanzitutto esorcizzare i propri fantasmi da appagamento, oltre che rinvigorire certezze perdute nella notte di Cardiff, cambiare ancora una volta pelle, specie dopo l’addio di Bonucci, mantenendo l’appeal vincente, in ogni caso intrinseco al suo DNA.

Attacco al potere bianconero. Un vero e proprio attacco al potere preparano tutte le altre, ad iniziare dal Napoli di Sarri e dei suoi tifosi, già orgogliosi di essere depositari del più bel gioco tricolore, ma vogliosi di ribaltare la questione meridionale fregiando il loro vessillo dello scudetto tricolore vero. Non da meno la rinnovata Roma, vittima delle proprie paturnie ma soprattutto orfana del proprio leader, quel Francesco Totti che ha dovuto abbandonare il campo senza lasciare un vero erede di cui, forse, si aspetta ancora la nascita. Sarà, dovrebbe essere, anche la stagione della rinascita delle milanesi, da troppo tempo condannate all’oblio. Inter e Milan, per ritrovare i loro fasti, si sono dovute concedere al dragone cinese, rinnovati nella filosofia i neroazzurri, con Spalletti al timone, nell’anima i rossoneri che, oltre alla prima volta da trent’anni senza Berlusconi, si presentano profondamente rinnovati anche nell’organico, con Montella che avrà l’arduo compito di trasformare tanti giovani promettenti in una squadra vincente.

I sogni delle altre. Questo il quadro delle principali candidate alla vittoria finale, sognano poi tutte le altre, chi con obiettivi europei (Lazio, Fiorentina, Atalanta), tutte il resto con il desiderio di restare dentro al circo, magari colorando una insperata salvezza con il romanticismo di cui è stato capace il Crotone nella scorsa stagione, e che forse ci serve più di qualsiasi dimostrazione di forza.

*Storico dello sport

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