Bagno di folla per Marino prima delle dimissioni

Folla per MarinoIgnazio Marino – che ha confermato la presentazione formale delle dimissioni da sindaco di Roma per lunedì 12 – ha ricevuto un forte abbraccio di solidarietà da una manifestazione a soppressa svoltasi in piazza del Campidoglio. Un vero bagno di folla (inaspettato e inconsueto per una personalità non legata strettamente a un partito, ed anzi avversata da una parte del suo Pd)  che gli è stato tributato dai suoi sostenitori, tra chi lo abbracciava e chi gli diceva di non mollare. Marino ha detto “grazie, grazie”. Attimi di caos tra i giornalisti e i cameramen che lo seguivano tra spintoni e urla. “No!”. Questa la risposta secca data dal sindaco di Roma a chi sperava che ci potesse ripensare e a chi gli chiedeva di  tornare indietro su questa decisione. “Marino resisti, i cittadini onesti sono con te”. “Io sto con Ignazio Marino”.  “Ci sono quasi 34 mila persone che hanno firmato per Marino su change.org in soli due giorni. Non ne possiamo più di questo accerchiamento vergognoso – osserva uno di loro – dal Vaticano in poi”.

“In questi giorni mi state dimostrando un grande sostegno. La petizione su Change.org, tutti i messaggi che mi stanno arrivando qui su Facebook (sono più di 3 mila, lentamente risponderò a tutti!) e ora anche un evento per oggi in Campidoglio. Grazie, di cuore”, ha scritto su Fb il sindaco. Che anche stamattina, come ieri, è arrivato nella Sala Rossa, in piazza del Campidoglio, per celebrare un matrimonio in fascia tricolore. Questa volta a sposarsi era il capogruppo della lista civica Marino e vicepresidente dell’ Assemblea Capitolina, Franco Marino (che è suo omonimo ma non è parente). Tra gli invitati alla cerimonia anche Goffredo Bettini.

 

Sabella: io commissario? Nessuno me l’ha chiesto –  Intanto si rincorrono le voci su chi sarà il commissario prefettizio che rimpiazzerà il sindaco fino alle elezioni che si svolgeranno in primavera. Insistentemente si fa il nome del magistrato (in aspettativa)  Alfonso Sabella, che Marino aveva nominato assessore alla Legalità. “Fare il commissario della Capitale è un’ipotesi che mi spaventa, conoscendo la complessità della situazione. Detto ciò ha risposto in una intervista a Repubblica –  nessuno me l’ha chiesto”. E se glielo chiedessero? “Porrei delle condizioni che riguardano la macchina amministrativa”. Parlando dei dirigenti comunali che ‘remano contro’, come ha denunciato l’assessore Esposito, Sabella risponde che “non so se lo fanno con dolo o se si tratta di incapacità. Certo c’è un profilo di colpa. Non è un caso se fino a qualche mese fa quando si arrivava al Tar il Comune quasi sempre perdeva. Ora si vince quasi sempre”. Da commissario, sottolinea Sabella, “avrei il potere di affiancare loro dirigenti di altre amministrazioni per supportarli, per fare quello che non si è fatto finora, per bandire tutte le gare, per evitare le proroghe, per assegnare le concessioni balneari e degli impianti sportivi”. Insomma, “è il progetto di ripristino della legalità che mi sono dato quando sono arrivato in Campidoglio”. “Per mia natura non credo ai complotti ma c’è stata un’aggressione mediatica senza precedenti contro Marino – rimarca Sabella – E solo un bambino non si accorgerebbe che in questo contesto, i ‘cattivi’ che Ignazio stava cercando di cacciare via si sono inseriti e hanno fomentato questa attenzione sul sindaco”.

L’assessore Marta Leonori: Marino allergico a certe liturgie.  “Marino più che un politico è uno scienziato, scrive per non dimenticare”. Così l’assessore al commercio della Capitale, Marta Leonori, intervistata dal Corriere della Sera. “Il mio nome sui quaderni del sindaco? Sì, certo: Marino scrive tutto con la sua penna a inchiostro verde, prende appunti in ogni riunione, ad ogni incontro…”. “È fuori dagli schemi, davvero un marziano – dice l’assessore, ex parlamentare del Pd – Molto presente su alcune cose, pronto a delegare su altre. Di certo allergico a certe liturgie, al protocollo, spesso non incontrava associazioni e personaggi prima di casa in Campidoglio. Questo suo essere marziano – prosegue – è stato contemporaneamente un elemento di forza e di debolezza; di certo gli ha consentito di essere libero di fare scelte coraggiose, anche da una certa politica che faceva pressioni, indicava nomi, che voleva imporre scelte. Poi è arrivata Mafia Capitale e si è capito perché”. Leonori ricorda: “Quando siamo arrivati in Campidoglio nei cassetti non c’era un solo progetto, adesso chi arriverà ne troverà molti. Almeno in parte abbiamo cambiato la città, risanando i conti e riportando trasparenza. Purtroppo, ed è il limite principale, non sempre siamo stati in grado di comunicare le novità”.

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