APPUNTI AZZURRI/ Torino: un pareggio dolceamaro contro l’Olanda chiude il trittico di amichevoli dell’ItalMancini. Bilancio generale: senza infamia e senza lode ma più luci che ombre

di FABIO CAMILLACCI/ Bilancio in perfetta parità per la prima Italia di Roberto Mancini: una vittoria, una sconfitta e un pareggio. Complessivamente: senza infamia e senza lode. Il successo è arrivato contro la modesta Arabia Saudita all’esordio; la battuta d’arresto è maturata contro la Francia, attualmente di gran lunga più forte di noi e ricca di talenti; infine, nella serata di lunedi 4 giugno all’Allianz Stadium di Torino è arrivato il pari per 1-1 contro l’Olanda, che come noi non farà i prossimi Mondiali di Russia 2018 e come noi è in fase di ricostruzione. Mentre sauditi e francesi andranno al campionato del mondo: i transalpini anche con giuste velleità di trionfo. Contro gli “Orange”, l’Italia si illude a metà ripresa con Zaza (innescato da uno straripante Chiesa), ma pochi secondi dopo resta in dieci (espulso Criscito che stende Babel al limite dell’area) e permette agli ospiti di risalire nel finale con la capocciata sotto misura di Aké: sosia giovane e più bello del grande Ruud Gullit. Grave errore azzurro: non aver chiuso la gara nel primo tempo, troppi gli errori a pochi passi da Cillessen.

Altro piccolo bilancio di questo trittico di amichevoli. Il bicchiere mezzo pieno dopo i primi 270′ del nuovo corso firmato “Mancio”? Dopo quanto visto stasera, ribadiamo alcuni concetti espressi già dopo le prime due amichevoli. Balotelli (rimasto a riposo contro l’Olanda), sembra tornato in azzurro con la testa giusta, Chiesa è una certezza e ha potenziale da top player. Bene anche Insigne ma “il Magnifico” deve crescere a livello internazionale. In difesa, Caldara e Romagnoli sono già alternative importanti ai senatori Bonucci e Chiellini. Da registrare invece il centrocampo che ha disperato bisogno di fisicità, intensità, fosforo e menti veloci: a settembre rientrerà Verratti, ma è fondamentale che Pellegrini e Cristante facciano alla svelta l’ultimo salto di qualità.

Le scelte di Mancini contro l’Olanda. Il c.t. parte con Rugani-Romagnoli a protezione di Perin (applaudito dal pubblico di fede juventina visto che è ormai prossimo il suo approdo in bianconero), i terzini sono Zappacosta e Criscito, la regia è di Jorginho con Cristante e Bonaventura interni, mentre in avanti Belotti è affiancato da Verdi e da Insigne, stasera capitano. Pronti via e Belotti segna ma l’arbitro annulla tra i dubbi, segue un tratto di gara dal ritmo bassissimo, zero tiri in porta e parecchi errori anche nelle giocare più semplici. Gli azzurri provano a scuotersi e nell’ultimo quarto d’ora del primo tempo, Belotti e Verdi sprecano due occasioni clamorose.

La fase topica della sfida. Nella ripresa parte meglio l’Olanda: Vilhena spara di poco alto da buona posizione, poi Depay incorna centralmente e grazia Perin. Mancini capisce che tira una brutta aria, e dopo un quarto d’ora circa, ricorre alla classica girandola di sostituzioni: il commissario tecnico getta nella mischia in rapida successione De Sciglio, Chiesa e Zaza. E a un tratto, Italia in vantaggio: lampo dell’esterno viola sulla destra, scatto devastante, centro basso, rinvio molle di Van Dijk e palla che va a sbattere su Zaza entrato in scivolata. Passano pochi minuti e gli azzurri si fanno infilare come polli da un lungo lancio. La diagonale di Criscito è inadeguata e il fallo su Babel costa il “rosso” al prossimo difensore del Genoa. A quel punto altri cambi: dentro Bonucci per Insigne mentre Perin fa due miracoli su Depay (punizione) e Janmaat (sinistro a girare), ma non può nulla sul colpo di testa di Aké a due metri dalla linea di porta. Adesso riposo per tutti e il Mondiale sul divano.

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