L’allerta terrorismo per Pasqua a Roma frutto di un abbaglio: il ricercato fa il barista in Tunisia

“Non sono un terrorista, non sono latitante, la polizia tunisina mi ha interrogato tutto il giorno. Denuncio tutti!”. Con queste dichiarazioni, raccolte dal programma di Rai3 “Chi l’ha visto” di Federica Sciarelli , Atef Mathlouthi, il tunisino ricercato da ieri per una segnalazione su possibili attentati a Roma, ha smentito le notizie sul suo conto diffuse domenica in Italia (vedi: https://www.altroquotidiano.it/allarme-terrorismo-per-pasqua-a-roma-segnalazione-di-un-uomo-sospetto-dalla-tunisia/)

“Non sono in fuga, non sono scappato”, ha aggiunto il tunisino a “Chi l’ha visto?“. “Ora denuncio tutti. Io lavoro in un bar per mandare i soldi a mia moglie e alle bambine; dal 2012 non sono più uscito dalla Tunisia, sono a Mahdia. Ieri sono andato a lavorare e ho trovato il bar circondato dalla polizia, mi hanno detto che sono ricercato a Roma… Magari mi portassero a Roma…”, ha aggiunto Atef raccontando che gli è stato riferito di una lettera anonima recapitata all’ambasciata . “Hanno fatto spaventare mia moglie e i miei figli. Mia madre è in ospedale in Francia”.

“Mio marito non è un terrorista, lavora in un bar a Mahdia in Tunisia per mantenere la sua famiglia: la lettera all’ambasciata l’ha scritta la moglie di un suo collega di lavoro con cui mio marito ha avuto un contenzioso economico”, ha chiarito a “Chi l’ha visto?” Beatrice, la moglie italiana di Atef. “Ieri mattina è venuta la polizia in casa a Palermo, cercavano mio marito: ho detto che mio marito dal 2013 non è più qui a Palermo perché il suo permesso di soggiorno è scaduto. E loro lo sapevano bene. Da quando è scaduto il permesso di soggiorno non riesce a vedere i suoi quattro bambini. Ho dato alla polizia il suo telefono e il suo indirizzo in Tunisia. Sono andata a trovarlo due settimane fa”.

 

 

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