Abitanti del quartiere cercano di impedire l’arresto del boss

Movimentato arresto di Luigi Cuccaro, 42 anni, reggente, con il fratello Michele, dell’omonimo clan di camorra dei quartieri Barra e Ponticelli di Napoli: una sessantina di abitanti hanno cercato di impedire ai carabinieri di portarlo via quando è stato sorpreso dai carabinieri nella casa del cognato dove, insieme con moglie e figlio, si preparava a festeggiare il suo onomastico. I carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata (Napoli) sapevano che Cuccaro non avrebbe lasciato il “suo” quartiere e tenevano sotto controllo la zona da tempo. Quando  fanno fatto irruzione nell’appartamento nei pressi di via Giambattista Vela, Luigi Cuccaro si è nascosto in un’intercapedine ricavata nell’ingresso della casa, coperta da un attaccapanni in legno. I militari si sono accorti della presenza dell’anfratto e dopo avere rimosso la copertura si sono trovati davanti il latitante che cercavano da circa due anni. Lui è venuto fuori con calma e in mano la carta d’identità. Si è rivolto ai carabinieri e ha detto: “Sono Luigi Cuccaro”. Poco dopo, davanti alla palazzina, si è scatenata la rivolta di numerosi abitanti della zona.

Cuccaro arrestoCuccaro è destinatario di tre ordinanze di arresto, emesse su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia per omicidio, associazione per delinquere di tipo mafioso e associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e al contrabbando. “Con l’operazione di oggi – ha detto il tenente colonnello Antonio Petti, comandante del gruppo di Torre Annunziata – viene sconfitta una figura simbolica, che è quella del latitante, che riteneva di potersi avvantaggiare a oltranza della copertura del proprio territorio di riferimento”. Lo scrittore Roberto Saviano ha commentato: ”Quello che è accaduto a Barra è la dimostrazione che la battaglia per sconfiggere la camorra è ancora lunga e non dobbiamo essere ingenui nel credere che abbiamo già vinto”.

Luigi Cuccaro è accusato, insieme con il fratello Michele (attualmente latitante e ora unico reggente del clan), anche dell’omicidio di Ciro Veneruso, detto ‘O baffone, elemento apicale dell’omonima famiglia malavitosa. ‘O baffone venne ucciso il 26 luglio del 1996 a poca distanza da Palazzo Magliaro, la roccaforte dei Cuccaro, da un commando giunto sul posto in sella a moto di grossa cilindrata che gli scaricò addosso una pioggia di proiettili. La famiglia camorristica dei Veneruso è ritenuta mandante dell’agguato scattato nel novembre del 2000, durante il quale venne uccisa per errore una bambina di due anni, Valentina Terracciano, che era in braccio al padre, tra gli obiettivi del raid.

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