Abbracci e flessibilità tra Juncker e Renzi dopo gli scontri del mese scorso

Italian Prime Minister Matteo Renzi, with EU Commission President Jean Claude Juncker during the EU-Turkey summit at the EU Council building in Brussels on Sunday, Nov. 29, 2015. ANSA / US PALAZZO CHIGI - TIBERIO BARCHIELLI - PRESS OFFICE +++ANSA PROVIDES ACCESS TO THIS HANDOUT PHOTO TO BE USED SOLELY TO ILLUSTRATE NEWS REPORTING OR COMMENTARY ON THE FACTS OR EVENTS DEPICTED IN THIS IMAGE; NO ARCHIVING; NO LICENSING+++

Dopo gli insulti gli abbracci: il presidente della Commissione europea Juncker e Matteo Renzi si sono esibiti a Roma nella prevista ma inevitabile sceneggiata per tranquillizzare doverosamente l’opinione pubblica e sanare almeno apparentemente le ferite lasciate dalle accuse che si sono scambiati il mese scorso. Prima di incontrare il capo del governo Juncker aveva incontrato Giorgio Napolitano, e successivamente il presidente Mattarella e i presidenti della Camera, Laura Boldrini, e del Senato, Pietro Grasso.

Il presidente della Commissione europea ha dato atto all’Italia dell’impegno profuso in questi ultimi anni  Nella gestione della crisi dei migranti, l’Italia tiene “una condotta esemplare, è un modello rispetto ad altri Paesi esitanti”. Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker ha dato atto all’Italia dell’impegno  dal 2011 ad oggi sul fronte migratorio, che ha definito “esemplare”, e assicurando che sul piano di redistribuzione dei migranti fra i Paesi membri dell’Ue “io non mollo,  non cedo”.  “Se tutti i Paesi europei – ha affermato – avessero adottato il comportamento dell’Italia, i problemi oggi sarebbero meno gravi”.

Renzi ha ricambiato l’attestato dichiarando: “Noi condividiamo la linea della Commissione europea sulla flessibilità. Useremo la flessibilità che ci sarà consentita – ha ribadito -, pensiamo che in un clima come questo che stiamo vivendo, di crisi internazionale, chi si affidasse alle politiche di austerità commetterebbe un errore”.

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