PAROLE NUOVE PER UN’IDEA VECCHIA

di ENNIO SIMEONE 

E’ tornato Renzi su giornali e tv, dopo la parentesi californiana, ed è ripreso il teatrino fatto di slogan. Lo si è visto ieri sera a “Fuori tempo che fa” di Fabio Fazio: adesso quello dominante è “cercare parole nuove”. Ed ecco l’ultima: lavoro di cittadinanza. Ricorda qualcosa? Sì: il reddito di cittadinanza dei Cinquestelle. Funzionerebbe così: occupazione per 3 mesi a chi ne fa richiesta, poi 3 mesi di sussidio di disoccupazione. E poi? Nessuna fretta: ci sta pensando. O, come ipotizzano i maligni, sta aspettando che Berlusconi estragga dal cilindro il seguito, visto che il lavoro di cittadinanza è stato lui ad inventarselo insieme con Brunetta.

Nel frattempo (avendo concesso a Gentiloni che spetta a lui decidere per quanto tempo vuole ancora governare) ha rilanciato la vecchia tattica di additare un nemico da abbattere. E chi se non il solito D’Alema, l’antipatico per antonomasia, l’appestato dal quale stare alla larga? E’ a lui che Renzi attribuisce la regia della scissione, e a lui attribuirà, prima o poi, anche la colpa del terremoto di Amatrice. Dunque, parole nuove per un’idea vecchia, anzi un’idea fissa. Tanto, c’è sempre un Fazio pronto a fargli da megafono.

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