A RUOTA LIBERA/ rubrica (n. 79) di LUCIO DE SANCTIS

A ruota liberaCresce il mercato auto usate – Ancora positivo nel mese di maggio il mercato dell’usato auto, mentre quello dei motocicli chiude in positivo grazie alla presenza di due giornate lavorative in più. I passaggi di proprietà depurati dalle minivolture (i trasferimenti temporanei a nome del concessionario in attesa della rivendita al cliente finale) a maggio 2016 hanno messo a segno un incremento mensile del 17,5%, che si riduce al 6,8% in termini di media giornaliera a causa della presenza di due giornate lavorative in più rispetto al mese di maggio del 2015. Per ogni 100 autovetture nuove ne sono state vendute 133 usate nel mese di maggio e 145 nei primi cinque mesi di quest’anno.

I passaggi di proprietà dei motocicli, sempre al netto delle minivolture, hanno invece chiuso il bilancio di maggio evidenziando un incremento mensile del 7,4%, che tuttavia si trasforma in valore negativo (-2,3%) se si considera l’effettiva media giornaliera.

Nei primi cinque mesi del 2016 si sono registrati complessivamente incrementi del 7% per le autovetture, dell’8,3% per i motocicli e del 6,7% per tutti i veicoli. I dati sono contenuti nell’ultimo bollettino mensile “Auto-Trend”, l’analisi statistica realizzata dall’Automobile Club d’Italia sui dati del PRA, consultabile sul sito www.aci.it

Il bilancio mensile delle radiazioni è stato fortemente condizionato dalle due giornate lavorative in più presenti nel mese di maggio 2016. Per quanto riguarda le autovetture i dati mensili evidenziano un aumento del 6% rispetto al mese di maggio del 2015, che volge però in negativo (-3,6%) in termini di media giornaliera. Il tasso unitario di sostituzione è stato pari a 0,69 nel mese di maggio (ogni 100 auto iscritte ne sono state radiate 69) e a 0,72 nei primi cinque mesi dell’anno.

Discorso analogo per le radiazioni dei motocicli: la variazione positiva del 2,1% riscontrata nel mese di maggio, infatti, scivola in terreno decisamente negativo (-7,2%) in termini di media giornaliera. Da gennaio a maggio 2016 le radiazioni hanno fatto registrare incrementi complessivi del 4,8% per le autovetture, del 4% per i motocicli e del 4,2% per tutti i veicoli.

 Buche da codice penale – Sono troppi gli incidenti stradali dovuti alla poca manutenzione delle strade. E, proprio per questo motivo, nella legge che ha introdotto il reato di omicidio stradale è presente un comma dove si fa rifermento proprio a questi casi e in cui si stabilisce che la responsabilità, in caso di strade dissestate, può essere addebitata anche ai gestori delle stesse. In caso di scarsa manutenzione, quindi, il gestore del determinato tratto di strada dissestata che ha causato l’incidente, viene chiamato in causa. Le pene sono molto severe: l’accusa, infatti, è di omicidio colposo per i responsabili all’interno degli enti proprietari delle strade.

Ma quando il risarcimento? – Ottenere un risarcimento per un incidente avvenuto a causa dell’incuria di chi si deve occupare delle manutenzioni delle strade prevede un iter burocratico lungo e articolato. Occorre molta pazienza. Primo passo: chiamare immediatamente Polizia, Carabinieri o Vigili Urbani che provvederanno a redigere un verbale sulle condizioni del manto stradale, di cui dovremo farci consegnare una copia. Bisogna anche scattare delle foto alla parte della vettura che ha subito danni ed alla buca che ha causato l’incidente. Dovrà poi essere stilato un preventivo dei danni all’auto e occorrerà un certificato medico in caso di eventuali danni fisici. Tutto il materiale andrà spedito tramite raccomandata all’ente che si occupa della manutenzione della strada su cui è avvenuto il sinistro. In genere la gestione delle strade urbane spetta al Comune, mentre quella dei tratti extraurbani a Provincia o Regione, o Anas, se si tratta di autostrada. Ci sono cinque anni di tempo per poter esporre la denuncia.

A questo punto l’ente gestore proverà a perdere tempo appigliandosi a tutti i cavilli possibili, quindi è opportuno affidare la pratica ad un avvocato o rivolgersi ad una associazione consumatori, che si affideranno al Codice civile e al Codice della strada, che parlano chiaro. L’articolo 2051 del primo testo recita: “Ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito”, l’articolo 14 comma 1 del CdS spiega che “Gli enti proprietari delle strade, allo scopo di garantire la sicurezza e la fluidità della circolazione, provvedono: a) alla manutenzione, gestione e pulizia delle strade, delle loro pertinenze e arredo, nonché delle attrezzature, impianti e servizi; b) al controllo tecnico dell’efficienza delle strade e relative pertinenze; c) alla apposizione e manutenzione della segnaletica prescritta”. Passerà del tempo ma non è impossibile ottenere il risarcimento.

Furti auto al microscopio – Vi proponiamo i principali indicatori che emergono dal “Dossier annuale sui Furti d’Auto 2016”, elaborato da LoJack Italia, azienda leader nel rilevamento e recupero di beni rubati, che raccoglie e analizza i dati forniti dal Ministero dell’Interno e li integra con quelli provenienti da elaborazioni e report nazionali e internazionali sul fenomeno. Dal dossier emerge che nel nostro Paese resta alto il livello di allerta per il fenomeno dei furti d’auto che oggi vede il forte interesse delle organizzazioni criminali e si orienta in maniera più significativa sui veicoli premium, anche attraverso l’utilizzo di dispositivi hi-tech facilmente reperibili sul mercato che in alcuni casi sfruttano anche la debole protezione dei software a bordo delle vetture di ultima generazione.

Ogni giorno sulle strade italiane vengono rubati oltre 312 autoveicoli (ben 114.121 nell’intero anno), 13 ogni ora. L’attività di prevenzione e contrasto delle Forze dell’Ordine riesce a riportare a casa solo il 45% dei veicoli rubati (in tutto il 2015 50.820). Di oltre la metà dei veicoli rubati (63.301) si perdono le tracce. In 15 anni un parco auto complessivo di ben 1.232.780 unità è scomparso nel nulla. 1 auto su 5 viene rubata in Campania, mentre 8 su 10 vengono sottratte in una macro-area costituita da questa regione e da Lazio, Puglia, Sicilia e Lombardia.

La crescita del fenomeno nell’ultimo anno (+4%) riporta Napoli in testa alla graduatoria delle città più colpite (16.074 episodi criminali), seguita da Roma, Milano, Catania, Bari e Palermo. Boom di furti a Caserta lo scorso anno: +26%. 

79 top 10 jpgQuali sono i preferiti – I veicoli del gruppo FCA restano i preferiti dai ladri d’auto (45,7% del totale) con Panda, Punto e 500 in cima alla top ten dei modelli.

Le nuove emergenze riguardano Smart, SUV e veicoli premium. Le Smart risultano tra i modelli più “irrecuperabili”, solo il 32% viene ritrovato.

In controtendenza rispetto al dato nazionale, tornano a crescere i furti di veicoli premium, come i modelli Mercedes e Audi. Nel 2015 si sono registrati ben 4.368 furti di SUV in tutta la penisola e solo nel 34% dei casi alla sottrazione ha fatto seguito il recupero. Il trend evidenzia dati in crescita a Roma, Napoli e Catania. Range Rover, Qashqai e RAV, i modelli più ricercati.

Sono questi i principali indicatori che emergono dal “Dossier annuale sui Furti d’Auto 2016”, elaborato da LoJack Italia, azienda leader nel rilevamento e recupero di beni rubati, che raccoglie e analizza i dati forniti dal Ministero dell’Interno e li integra con quelli provenienti da elaborazioni e report nazionali e internazionali sul fenomeno

79 regioni colpite jpgLe aree critiche – Il fenomeno furti resta focalizzato principalmente su alcune aree “critiche” della penisola, in cui la presenza delle organizzazioni criminali è più forte e radicata o che risultano centrali per le attività economiche del nostro Paese.

Si rafforza il primato negativo di Campania e Lazio che rappresentano rispettivamente il 21% (oltre un’auto su 5 viene rubata in questa regione) e il 16% del totale, seguite a stretta distanza dalla Puglia (15%) e dal duo Lombardia e Sicilia (entrambe appaiate al 13%). Rispetto all’anno precedente il fenomeno appare ancora più concentrato in queste cinque aree che da sole rappresentano ben il 78% del fenomeno: quasi 8 auto su 10 vengono sottratte in queste zone. La Campania, insieme all’Abruzzo (1.967 furti e +8% vs 2014) è l’unica regione a far segnare una crescita (+4%) nel raffronto con l’anno precedente e conferma la storica difficoltà nel recuperare i beni sottratti in queste terre (solo il 35% delle auto “torna a casa”), criticità seconda solo a quanto si verifica nel Lazio dove il tasso di recupero scende addirittura al 29%. Al di fuori di queste aree “a bollino rosso” e di alcune Regioni “border line”, come Piemonte (5.203 furti) e Calabria (3.600), il fenomeno assume dimensioni più contenute. Senza contare che in altre Regioni, per lo più settentrionali, le percentuali di recupero raggiungono soglie decisamente elevate: Emilia Romagna (88%), Toscana (79%), Marche (63%) e Liguria (83%).

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