A RUOTA LIBERA/ rubrica (n. 42) di LUCIO DE SANCTIS

A ruota liberaVia il Pra ma non la tassa – Dal nuovo anno i documenti di circolazione di tutti i veicoli saranno sostituiti da un documento unico. E’ il risultato della riforma della pubblica amministrazione che si è concretizzata lo scorso agosto, e che all’atto pratico ha portato il Parlamento a dare il “via libera” al disegno di legge 3098 sulla riforma dellapubblica amministrazione e che “cancella” il Pubblico Registro Automobilistico gestito dall’Automobile Club e ne trasferisce le funzioni al Ministero dei Trasporti. Il risultato: al posto del Pra nascerà una agenzia unica, e per gli automobilisti ci sarà un solo documento (anziché i due finora presenti, uno al Pra e uno in Motorizzazione) comunque non gratuito: costerà all’utente 29 euro e conterrà i dati relativi alla proprietà e alla circolazione di tutti i veicoli, rimorchi compresi. Per il Parlamento, si tratta di abbassare in maniera drastica i costi di tenuta dei dati relativi ai veicoli e alla proprietà, e arrivare a notevoli risparmi per automobilisti e motociclisti. Contestualmente, una nuova figura entrerà in funzione, ovvero l’Agenzia per il Trasporto Stradale, personalità giuridica di diritto pubblico che avrà sede a sede a Roma e anch’essa riferirà al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: suarà alla nuova Agenzia che dal 1 luglio 2016 saranno trasferite tutte le competenze dell’attuale Pra relativamente agli atti di prima iscrizione e rinnovo di un veicolo, passaggi di proprietà, radiazione per demolizione o esportazione all’estero e riscossione dell’Ipt. Inoltre, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti trasferirà alla nuova Agenzia per il Trasporto Stradale le competenze relative alle omologazioni, all’idoneità di un veicolo alla circolazione, alla sicurezza stradale, ai provvedimenti in materia di patenti di guida (rilascio, aggiornamento, revisione, duplicazione). La “rivoluzione – Pra” potrebbe essere una importante novità per snellire l’apparato burocratico legato ai documenti del veicolo e alle spese da sostenere per le pratiche relative. In realtà, per gli utenti ci sarà poco da festeggiare, perché non è ancora chiaro “quanto” si andrà a risparmiare; per l’Aci sarà necessaria una “Riorganizzazione del personale e contestuale riduzione della pianta organica” (operazione verso la quale l’Automobile Club potrebbe fare ricorso). Resta da considerare la questione più importante: l’imposta di trascrizione (Ipt), la tassa più “pesante” per l’automobilista, che il governo Renzi non elimina.

Auto aziendali  Come si sceglie l’auto aziendale – Nella scelta di un’auto aziendale il primo elemento preso in considerazione e’ il prezzo. Risulta da una rilevazione condotta dal Centro Studi Auto Aziendali su un campione di acquirenti e gestori di auto aziendali (fleet manager). In una scala d’importanza da 1 a 10 il prezzo riceve un voto medio di 8,6. Sarebbe però sbagliato dire che i gestori delle flotte guardano solo al prezzo nell’acquistare le auto che i dirigenti, quadri ed altre persone della loro azienda utilizzeranno per i loro viaggi di lavoro e, nel caso in cui siano autorizzati dalla loro azienda, anche per uso personale. Le caratteristiche di affidabilità e sicurezza hanno infatti un indice di importanza soltanto lievemente inferiore a quello del prezzo (8,5 contro 8,6) e importante è poi anche la considerazione dei costi di esercizio (8) e della facilità di manutenzione e assistenza (7,4). Nella parte bassa della graduatoria troviamo invece le ridotte emissioni di CO2 (indice 7,1) e questo sta indubbiamente ad indicare un modesto interesse per l’impatto sull’ambiente. Abbastanza sorprendente è poi constatare che all’ultimo posto vengono le questioni di immagine (6,1). Insomma, l’auto aziendale ideale deve avere un prezzo abbordabile, essere sicura per tutelare l’incolumità di chi la guida, dei passeggeri ma anche dei terzi e deve essere anche affidabile cioè non deve creare problemi durante l’utilizzazione in modo da assicurare sempre la piena efficienza durante i viaggi di lavoro. Naturalmente l’auto aziendale ideale si presta al meglio per la maggior parte delle esigenze aziendali ma vi sono anche esigenze particolari che richiedono apposite caratteristiche della vettura. Ne consegue che nei parchi circolanti c’è spazio per una larghissima gamma di auto.

Tabella Co2In otto mesi impennata dei gas Da gennaio ad agosto in Italia le emissioni di CO2 derivate dall’uso di benzina e gasolio per autotrazione sono aumentate di più di un milione e mezzo di tonnellate (1.504.484, per la precisione) rispetto allo stesso periodo del 2014. Questa crescita corrisponde ad un incremento percentuale del 2,4%. L’elaborazione da cui derivano questi dati, realizzata dal Centro Ricerche Continental Autocarro, fornisce anche i dati separati per benzina e gasolio. Le emissioni da benzina sono calate di 134.064 tonnellate (e cioè dello 0,8%), mentre quelle da gasolio sono aumentate di 1.638.548 tonnellate (e cioè del 3,5%). La diminuzione delle emissioni derivate dall’uso di benzina per autotrazione è stata quindi più che compensata dall’aumento delle emissioni dovute all’uso di gasolio per autotrazione. “La crescita delle emissioni di CO2 derivate da benzina e gasolio, che si erà già registrata nei primi sei mesi del 2015 – sottolinea Daniel Gainza, direttore commerciale di Continental CVT – è proseguita anche nei mesi di luglio e agosto, ed anzi in questi ultimi due mesi si è rafforzata, con percentuali di aumento superiori al 4% (considerando i dati dei singoli mesi e confrontandoli con quelli dello stesso mese del 2014). Se da un lato tale crescita segnala una crescita dei consumi di carburante legata alla ripresa economica, dall’altro pone all’attenzione il problema dell’impatto ambientale della mobilità”.

 Con gli invernali anche d’estate – Il 3,4% degli italiani utilizza pneumatici invernali anche in estate. Si tratta di una percentuale molto bassa, che però evidenzia il fatto che non tutti i possessori di un’autovettura sono informati sui rischi che si corrono circolando anche in estate con pneumatici invernali. In effetti, mentre sono piuttosto conosciuti i rischi che si corrono circolando in inverno con pneumatici estivi, i pericoli dovuti alla circolazione nei mesi estivi con pneumatici invernali sono ancora poco noti. Innanzitutto si corre il rischio di essere sanzionati: infatti i pneumatici invernali si possono usare anche d’estate a patto che abbiano un codice di velocità uguale o superiore a quello indicato nella carta di circolazione del veicolo. In caso contrario si può essere sanzionati con una multa che può arrivare a 422 euro e con il ritiro della carta di circolazione del veicolo.Per quanto riguarda la sicurezza della circolazione, è bene precisare che i pneumatici invernali non sono progettati per la stagione estiva ed hanno una mescola che, alle alte temperature tipiche dell’estate, si deteriora più velocemente causando un degrado delle prestazioni, soprattutto su strade asciutte, in relazione agli spazi di frenata e all’aderenza trasversale.

Donne econome con l’auto – Una donna su dieci sceglie l’auto col cambio automatico quando acquista un usato, mentre negli uomini la scelta riguarda uno su sette. È quanto emerge dall’analisi dell’Osservatorio CarNext (brand di LeasePlan dedicato alla vendita di vetture usate provenienti dalle flotte in noleggio a lungo termine), su un campione rappresentativo di 4.000 vendite di vetture usate, provenienti dalla flotta in noleggio a lungo termine di LeasePlan, a clienti privati. Evidentemente, la convinzione che alle donne non piaccia ‘guidare’ l’auto nel senso più vero del termine va ripensata. Ma c’è di più: quasi una donna ogni tre sceglie il motore a benzina rispetto al diesel. Negli uomini la scelta del benzina riguarda uno su sei. Il dato sorprende, rispetto al luogo comune che vorrebbe gli uomini preferire auto più scattanti e una guida più sportiva e quindi propendere verso l’alimentazione a benzina. Sembra confermato invece che le donne siano più accorte nella spesa, visto che spendono in media 9.000 euro per acquistare un’auto usata, laddove gli uomini superano questa cifra del 15%, arrivando quasi a una media di 10.500 euro. Non solo, le vetture scelte dal gentil sesso sono più fresche, con meno di 47.000 chilometri, mentre quelle del sesso maschile sfiorano i 54.000 chilometri. Secondo Franco Oltolini, Operations Director di LeasePlan Italia e Responsabile di CarNext, “l’acquisto di un’auto riflette molto la personalità dell’acquirente e questa analisi di genere mostra come, anche nelle scelte relative all’acquisto di una vettura usata, la società sia molto cambiata rispetto a una serie di stereotipi che andrebbero abbandonati“.

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