A RUOTA LIBERA/ rubrica (n. 40) di LUCIO DE SANCTIS

A ruota liberaUsato e radiazioni, le cifre Aci – Ad agosto il mercato delle autovetture di seconda mano è stato praticamente stabile, con una variazione dello 0,1% in più dei passaggi di proprietà delle quattro ruote al netto delle minivolture (i trasferimenti temporanei a nome del concessionario in attesa della rivendita al cliente finale) rispetto al corrispondente mese del 2014. Risultato che tuttavia diventa negativo in termini di media giornaliera (-4,7%), avendo avuto il mese di agosto 2015 una giornata lavorativa in meno rispetto al 2014. Per ogni 100 autovetture nuove ne sono state vendute 201 usate nel mese di agosto e 162 nei primi otto mesi dell’anno. Il bilancio è stato nettamente positivo, invece, per i passaggi di proprietà dei motocicli depurati dalle minivolture che ad agosto hanno fatto registrare un incremento del 5,3% rispetto all’analogo mese 2014, che si riduce allo 0,4% in termini di media giornaliera.

Da gennaio ad agosto 2015 i passaggi di proprietà netti hanno messo a segno un aumento del 6,1% per le autovetture e del 5,8% per i motocicli. I dati sono riportati nell’ultimo bollettino mensile “Auto-Trend”, l’analisi statistica realizzata dall’Automobile Club d’Italia sui dati del PRA, consultabile sul sito www.aci.it Quanto alle radiazioni, positivo ad agosto il bilancio dei veicoli radiati, con un incremento del 9,8% delle radiazioni di autovetture rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (4,6% in termini di media giornaliera). Il tasso unitario di sostituzione è stato pari a 0,97 nel mese di agosto (ogni 100 auto iscritte ne sono state radiate 97) e a 0,82 nei primi otto mesi del 2015.

Ancora più significativi i risultati ottenuti dal settore motocicli, che ha chiuso il bilancio mensile con una variazione positiva del 22,4% delle radiazioni delle due ruote rispetto al mese di agosto del 2014 (18,5% in termini di media giornaliera). Nei primi otto mesi del 2015 le radiazioni di autovetture sono aumentate complessivamente del 4,4% mentre quelle dei motocicli sono diminuite del 10,7%.

Più revisioni e maggiore spesa – Nel primo semestre del 2015 sono state 7.524.120 le revisioni delle auto effettuate presso le officine private autorizzate. Rispetto al primo semestre 2014 vi è un aumento del 5,1%. Sempre rispetto ai primi sei mesi del 2015, la spesa degli italiani per le revisioni e per le connesse attività di prerevisione nel primo semestre di quest’anno è stata superiore del 6,1% a causa, oltre che dell’aumento del numero delle revisioni anche di un modesto incremento dei costi per manutenzione e riparazione.

AutopromotecQuesti valori emergono da un’elaborazione eseguita dall’Osservatorio Autopromotec su dati del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. La spesa comprende il pagamento della tariffa per le revisioni che ammonta complessivamente a 493,6 milioni di euro (+5,1% rispetto al 1° semestre del 2014) ed il costo per le cosiddette operazioni di prerevisione, cioè per le riparazioni necessarie per porre i veicoli in condizione di superare i controlli, costo che ammonta a 1030,5 milioni di euro (+6,6%). Nel primo semestre del 2015 – sottolinea l’Osservatorio Autopromotec – il numero di auto sottoposte a revisione è notevolmente aumentato e, di conseguenza, è aumentata anche la spesa complessiva degli italiani per questa fondamentale attività di controllo dei loro autoveicoli. A contribuire a questo aumento vi è stato anche, come si è detto, un incremento del 6,6% della spesa per le operazioni di previsione, aumento che è stato determinato, come più sopra si accennava, dal normale incremento dei costi di manutenzione e riparazione che risulta dagli indici Istat. Come emerge chiaramente dai dati citati, l’onere che gli italiani sostengono per le revisioni obbligatorie è rilevante. D’altra parte va sottolineato che i controlli periodici degli autoveicoli sono fondamentali sia per contenere le emissioni nocive dei motori che per quanto riguarda la sicurezza della circolazione.

Ricarica senza sosta in autostrada– Viaggiare in autostrada e sulle principali vie di collegamento principali senza doversi fermare per ricaricare le batterie sarebbe una sorta di Eden. Ne sono convinti anche il ministro dei Trasporti inglese Andrew Jones e l’ingegnere capo di Highways England, Mike Wilson, che hanno presentato il primo progetto di trial off ed on road sulla ricarica wireless in autostrada. L’impegnativo obiettivo che il progetto pilota si pone è di verificare l’effettiva fattibilità di un sistema di rifornimento costante posto al di sotto delle corsie di asfalto che doppi le linee della rete di distribuzione dell’elettricità in corrispondenza dei tracciati autostradali. Consentire alle vetture 100% a trazione elettrica di ricaricarsi durante la marcia costituirebbe il passe-par-tout per i viaggi di lunga percorrenza ed azzererebbe le distanze che oggi esistono con le normali auto a benzina o diesel.

Tuttavia le difficoltà da superare sono davvero tante, anche e soprattutto dal punto di vista normativo oltre che da quello degli standard tecnologici da adottare, problema che da sempre contrappone produttori di infrastrutture e di veicoli. Per questo è improbabile pensare che il progetto, della durata di 18 mesi nella sua prima parte off-road, trovi immediata esecuzione nel mondo reale. Dopo una prima sperimentazione parallela al traffico veicolare privato dovrebbe partirne una seconda on-road: per cominciare, Highways England si è impegnata ad installare dei punti di ricarica ogni 20 miglia. Il Ministro dei trasporti Andrew Jones ha dichiarato: “La possibilità di ricaricare i veicoli elettrici ed a bassissime emissioni durante il viaggio offre prospettive eccitanti. Il governo ha già stanziato 500 milioni di sterline per portare la Gran Bretagna a divenire capofila di questa tecnologia nei prossimi 5 anni, aiutando l’aumento dei posti di lavoro e la crescita del settore. Come dimostra questa sperimentazione, continuiamo ad esplorare soluzioni per rendere i viaggi in auto elettrica accessibili alle famiglie come alle imprese”.

I bambini ci giudicano – I bambini sono spesso incolpati di essere causa di stress a bordo, e i genitori li rimproverano di non comportarsi bene durante il viaggio. Ma una nuova ricerca Ford ha ribaltato il punto di vista e risposto a una domanda più originale: cosa pensano i figli dei loro genitori quando sono al volante? Lo studio Ford ha svelato, infatti, quali, secondo i bambini, sono le abitudini più fastidiose dei loro genitori quando sono alla guida. L’elenco di quelle più frequenti include cantare stonando, urlare o rivolgersi nervosamente agli altri automobilisti e… mettersi le dita nel naso.

La ricerca è stata condotta su campione di 2.000 bambini europei e ha svelato, inoltre, che i genitori cercano di far distrarre i figli dando loro smartphone e tablet per giocare o vedere film, per non trovarsi di fronte all’incubo della domanda “siamo arrivati?”, posta con frequenza, per loro stessa ammissione, dal 63% dei bambini. Rispetto alla media europea del 26%, i genitori inglesi sono quelli che si affidano maggiormente a smartphone e tablet (32%), in una classifica chiusa dai tedeschi (17%).

Il 66% dei bambini è sicuro nell’affermare che gli adulti, alla guida, “non si comportano bene”. In particolare, la maggior parte dei genitori tende a lasciarsi andare a espressioni di nervosismo e a utilizzare un linguaggio offensivo nei confronti degli altri automobilisti, di fronte ai propri figli.

I più indisciplinati da questo punto di vista sono i guidatori francesi (74%), mentre i genitori più educati, secondo i bambini, sarebbero in Italia (39%), unico paese dove il dato è inferiore al 50%. I più piccoli sono la giuria più severa delle performance canore degli adulti.

Nella classifica dei più stonati alla guida, secondo loro, vincono di larga misura gli inglesi (39%), seguiti dagli italiani (19%), mentre i genitori ‘canterini’ meno fastidiosi sono i francesi (12%). Nel decidere chi guida meglio tra le mamme e i papà, sarebbero quest’ultimi ad avere generalmente più consenso (61%), particolarmente in Italia (67%), mentre i padri inglesi sono quelli più vicini alla parità (55%). La classifica di chi tende a eseguire sgradevoli “ispezioni nasali” vede al primo posto gli inglesi (6%), seguiti da italiani (5%), tedeschi (4%) e francesi (3%).

Se il bug aiuta i ladri – La storia è finita su Internet. Due anni fa, quando avevano rivelato il bug dei sistemi d’allarme di diverse auto che facilitavano i furti, erano stati trascinati in Tribunale per evitare che la loro ricerca diventasse di dominio pubblico. Oggi, però, i tre scienziati autori dello studio “22nd USENIX Security Symposium” hanno avuto la loro rivincita. Allo studio dei ricercatori era finito il transponder Megamos Crypto, molto utilizzato nell’elettronica delle auto e che è responsabile del codice criptato che viene scambiato tra l’auto e il telecomando. Questo transponder possiede una chiave segreta a 96bit e un codice pin a 32 bit ma i ricercatori hanno scoperto che la sicurezza non era quella promessa: “Quando la chiave meccanica è stato sostituita dal telecomando, – hanno dichiarato gli scienziati – i meccanismi di crittografici non sono stati rafforzati per compensare. Con questo studio vogliamo sottolineare quando sia importante per l’industria automobilistica migrare da deboli crittografie proprietarie come questa a codici comunitari rivisti e utilizzati secondo le linee guida”.

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