A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 192) di LUCIO DE SANCTIS/ Mercato dell’auto: ottobre in rosso – Fiducia dei dailer – Boom di donne in moto – Carburanti più cari – Quanto la pioggia allunga la frenata

di LUCIO DE SANCTIS/ 

 Mercato ottobre in rosso – Ancora un segno negativo per il mercato delle auto in Italia. A ottobre i veicoli immatricolati sono stati 146.655, il 7,4% in meno rispetto a ottobre 2017, quando furono 158.417.
Nei primi dieci mesi dell’anno, le immatricolazioni sono state 1.638.364, il 3,2% in meno dello stesso periodo del 2017.
A settembre le immatricolazioni erano diminuite del 25,3% dopo gli incrementi del mese luglio (+4,7%) e agosto (+9,5%).
Le immatricolazioni di Fca in Italia nel mese di ottobre sono state invece 34.315, il 16,8% in meno rispetto allo stesso mese del 2017. La quota scende dal 26,04% al 23,4%. Nei primi dieci mesi dell’anno, il Gruppo ha venduto 432.411 vetture, l’11% in meno rispetto allo stesso periodo del 2017, quando le immatricolazioni furono 486.271. La quota dei 10 mesi è pari al 26,4%, contro il 28,7% dell’analogo periodo del 2017.

La fiducia dei dealer I concessionari interpellati dal Centro Studi Promotor nel quadro dell’inchiesta congiunturale mensile sul mercato dell’auto di ottobre sono infatti abbastanza fiduciosi nella tenuta del mercato. In particolare il 68% degli interpellati ritiene che a tre-quattro mesi le vendite di nuove autovetture saranno stabili o in aumento. Ed inoltre i concessionari segnalano in ottobre un discreto miglioramento sia nell’affluenza di visitatori nelle show room che nell’acquisizione di ordini. Il mercato dell’auto potrebbe quindi chiudere il suo bilancio 2018 con un volume di vendite che potrebbe non essere lontano da quello del 2017.
La tenuta del mercato dell’auto è indubbiamente un aspetto importante nel momento in cui aumentano le preoccupazioni sull’andamento dell’economia italiana. La crescita zero del Pil nel terzo trimestre dell’anno è stata un campanello d’allarme che ha richiamato brutalmente l’attenzione del Palazzo sulla congiuntura economica del Paese, dopo che altri indicatori (produzione industriale e fiducia delle imprese) avevano già messo in luce che la crescita sembrava destinata ad arrestarsi. L’importanza della tenuta del mercato acquista poi ancora più rilievo se si considera che il complesso della spesa per l’acquisto e l’esercizio di autoveicoli sfiora nel nostro Paese l’11% del Pil. Occorrerebbe quindi da parte del Palazzo particolare attenzione per non creare ostacoli artificiosi ad un settore che ha un peso di tutto rilievo nell’economia italiana.

La “persecuzione” per motivazioni essenzialmente ideologiche degli automobilisti che possiedono un diesel (17 milioni in Italia) e le intimidazioni nei confronti di coloro che vorrebbero acquistare un diesel non vanno invece in questo senso. “Il settore dell’auto nella delicata fase congiunturale italiana attuale sta dando un contributo importante – ha affermato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – per contrastare il rallentamento economico in atto e ciò senza beneficiare di particolari interventi incentivanti. Sarebbe veramente deplorevole se il suo apporto fosse ostacolato da politiche penalizzanti come la recente intenzione (poi rientrata) di creare difficoltà nell’utilizzazione dei diesel Euro 4 o come l’esclusione degli investimenti in auto aziendali da dare in benefit dalle agevolazioni previste dal progetto di Legge di Bilancio per la tassazione del reddito delle società”.

Boom di donne in moto – Uno su sei acquirenti di motocicli nuovi nel 2017 (per la precisione il 16,6% sul totale) è donna. Le donne che hanno acquistato un motociclo negli ultimi cinque anni (e cioè dal 2013 al 2017) sono aumentate del 32,4% (elaborazione del Centro Studi Continental sulla base dei dati Aci e Istat).
Diversi gli usi che il pubblico femminile fa dei mezzi a motore a due ruote, non solo per svago ma anche per lavoro.

I dati Istat più recenti, che si riferiscono al 2017, consentono di ottenere alcune interessanti informazioni sulla condizione professionale delle donne che utilizzano abitualmente motocicli e ciclomotori per recarsi al lavoro. Secondo questi dati il 53,4% delle donne che si recano al lavoro con motocicli o ciclomotori appartengono alla categoria “quadri e impiegati”; il 25,9% alla categoria “operario e apprendista”; il 12,6% alla categoria “dirigenti, imprenditori e liberi professionisti”; l‘8,1% appartiene alla categoria “lavoratore in proprio, coadiuvante familiare’’

Carburanti più cari – Nei primi nove mesi del 2018 la spesa degli italiani per l’acquisto di benzina e gasolio auto è stata di ben 43,7 miliardi con un incremento sullo stesso periodo del 2017 di ben 3,5 miliardi (+8,7%). Questa crescita è dovuta solo in parte all’aumento dei consumi che nel periodo hanno fatto registrare un incremento del 2,1%, mentre ben più incisivo è stato l’impatto sulla spesa dei rincari dei prezzi dei carburanti. Il prezzo medio ponderato della benzina nel periodo gennaio-settembre 2018, secondo le elaborazioni del Centro Studi Promotor, è stato infatti di 1,6 euro con un incremento sullo stesso periodo del 2017 del 4,92% e ancora più consistente è stato il rincaro del gasolio il cui prezzo medio è passato da 1,377 a 1,477 euro (+7,26%).

Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, la dinamica in atto nei prezzi dei carburanti auto potrebbe portare la spesa per benzina e gasolio nell’intero 2018 a quota 58 miliardi. Un livello decisamente elevato, ma ancora lontano dal picco di 67,4 miliardi toccato nel 2012. La bolletta petrolifera nel 2018 incide comunque in maniera significativa sui costi di esercizio dei veicoli ed anche e soprattutto sulla crescita del prodotto interno lordo che, come risulta dai dati diffusi oggi dall’Istat, nel terzo trimestre 2018 si è arrestata. Tra l’altro la crescita dei prezzi dei carburanti va soltanto in parte a beneficio del Fisco, mentre decisamente più consistente è la quota che va alla produzione e alla distribuzione di carburanti. Nei primi nove mesi dell’anno l’incremento di 3,501 miliardi di spesa è andato per 2,514 miliardi alla componente industriale, mentre all’Erario sono andati 987 milioni

 Prezzi auto in salitaA settembre in Italia i prezzi relativi all’acquisto di autovetture nuove hanno fatto registrare una crescita del 2,1% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, contro un incremento del livello dei prezzi al consumo dell’1,4%. Ciò vuol dire che i prezzi delle auto nuove sono aumentati molto più del tasso d’inflazione. Ben diversa, invece, la situazione per i prezzi delle automobili usate, che in settembre hanno fatto registrare un calo delle quotazioni del 3,5% rispetto a settembre 2017. Sempre con riferimento al mese di settembre, risultano in crescita i prezzi dei servizi per l’assistenza alle auto (+1,3% sullo stesso mese dello scorso anno). Questi dati derivano da un’elaborazione degli indici Istat condotta dall’Osservatorio Autopromotec sui costi dell’assistenza auto.

Per quanto riguarda l’assistenza, il settore sta evitando di forzare sui prezzi, come dimostra il modesto incremento delle quotazioni registrato in settembre (+1,3%) e nella media dell’intero anno 2017 sul 2016 (+1%). Nel dettaglio, il comparto dell’assistenza che ha registrato in settembre la maggiore crescita tendenziale (cioè rispetto allo stesso mese dell’anno precedente) è stato quello della manutenzione e riparazione dei mezzi di trasporto privati (+1,5%). In misura più contenuta sono aumentati i prezzi dei lubrificanti (+0,6%), quelli dei pezzi di ricambio (+0,6%) e quelli dei pneumatici auto (+0,2%).

I dati di settembre confermano una tendenza ormai consolidata all’incremento dei prezzi per l’acquisto di vetture nuove. Già nel 2017, infatti, i prezzi del nuovo erano aumentati in media dello 0,9% rispetto al 2016. La risalita dei prezzi per il mercato dell’automobile nuova è il segno della reazione all’incremento delle immatricolazioni dopo la caduta libera degli anni più duri della crisi che ci stiamo lasciando alle spalle.

In controtendenza rispetto al mercato dell’auto nuova è il mercato dell’auto usata, che invece sta progressivamente continuando la sua marcia verso livelli di prezzo più contenuti dopo che il settore aveva avuto una forte spinta delle quotazioni durante gli anni della crisi economica. Nell’intero 2017 infatti i prezzi dell’usato erano già mediamente più bassi del 2,6% rispetto al 2016.

La pioggia allunga la frenata – Le forti piogge di questi giorni rappresentano un pericolo anche per la sicurezza stradale, dal momento che su fondo stradale bagnato la distanza di arresto dei veicoli aumenta notevolmente. Lo spazio necessario per arrestare completamente un veicolo dipende da tanti parametri (tipologia di vettura, tipo di impianto frenante, dimensione degli pneumatici, ecc.) e su strada bagnata, in caso di pneumatici nuovi, aumenta del 30% rispetto allo spazio necessario su strada asciutta. Con il procedere dell’usura, lo spazio va crescendo in maniera progressiva.
Se una vettura con pneumatici nuovi che viaggia alla velocità di 100 km/h si arresta su fondo stradale asciutto in 36 metri, su strada bagnata avrà bisogno di 48 metri per fermarsi. Quindi lo spazio necessario per arrestare il veicolo su strada bagnata è maggiore di 12 metri rispetto a quello necessario su strada asciutta. Questi dati sono emersi da test effettuati presso il Contidrom Test Center (situato vicino ad Hannover) e sono resi noti in Italia dal Centro Studi Continental. Per viaggiare sicuri anche sul bagnato, Continental consiglia a chi si sposta con un mezzo a motore di essere particolarmente prudente, di ridurre la velocità e di mantenere la distanza di sicurezza dal veicolo che precede.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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