A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 189) di LUCIO DE SANCTIS/ Mercato dell’auto nei primi 9 mesi del 2018 – Divieti – Furti d’auto: eccovi una graduatoria dei marchi più colpiti

di LUCIO DE SANCTIS –

Mercato auto, i primi 9 mesi – Secondo i dati  del Ministero Infrastrutture e Trasporti, a settembre il mercato italiano dell’auto ha totalizzato 124.976 immatricolazioni, in calo del 25,4% rispetto allo stesso mese del 2017. I volumi immatricolati nei primi nove mesi del 2018 ammontano, così, a 1.491.261 unità, il 2,8% in meno rispetto ai volumi dello stesso periodo del 2017.

Elettriche settembre ok – Passando all’analisi del mercato per alimentazione, a settembre 2018 crescono solo le immatricolazioni di auto ibride ed elettriche. Risultano in forte calo le immatricolazioni di autovetture diesel, che diminuiscono del 38% nel mese e del 9% nel cumulato. La quota di mercato delle autovetture diesel, a settembre, è del 47,6%. L’ultimo mese in cui si è registrata una quota più bassa di questa, è stato marzo 2010, quando il diesel ha rappresentato il 38,4% del mercato. Il mercato delle auto a benzina registra una flessione del 6% nel mese, mentre il cumulato da inizio anno mantiene il segno positivo (+2%). In termini di quota, le auto a benzina conquistano il 39% del mercato totale (la quota mensile più alta da febbraio 2012).

Ibride in crescita – Le autovetture ad alimentazione alternativa rappresentano il 13,4% del mercato di settembre e calano del 12% nel mese, mantenendo invece un segno positivo nel cumulato dei primi 9 mesi (+14%). Risultano in diminuzione sia il mercato delle autovetture a GPL – che registra nel mese una variazione negativa del 24% e nel cumulato del 3% – sia quello delle autovetture a metano, che segna a settembre 2018 -63% rispetto a settembre 2017, riducendo così la crescita tendenziale nei primi nove mesi del 2018 (+40%). Le elettriche sono quelle che registrano il miglior andamento tendenziale, sia nel mese (+167%), sia nel cumulato (+150%), ma rappresentano ancora una quota molto piccola del mercato, lo 0,4% (circa 500 immatricolazioni) a settembre. Infine, le autovetture con motore ibrido risultano in crescita del 29% nel mese di settembre e del 33% nei primi nove mesi del 2018.

Panda e 500 al 49% – In riferimento al mercato per segmenti, a settembre 2018, Fiat Panda è l’auto più venduta del segmento delle superutilitarie, seguita da Fiat 500. I due modelli, insieme, hanno una quota di mercato, nel segmento, del 49%. Fiat Tipo è il primo modello tra le vetture medie-inferiori e rappresenta il 12% delle vendite di settembre per questo segmento. Alfa Romeo Stelvio è il primo tra i SUV Medi.

Fiducia su e giù – Secondo l’ISTAT, a settembre l’indice del clima di fiducia dei consumatori (base 2010=100) aumenta da 115,3 a 116,0. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese (Iesi) mostra invece un ulteriore, seppur lieve, peggioramento, passando da 103,9 a 103,7.

Le marche nazionali –  Nel complesso, le marche italiane totalizzano nel mese 28.554 immatricolazioni (-39,8%), con una quota di mercato del 22,8%. Nel cumulato da inizio 2018, le immatricolazioni complessive ammontano a 401.636 unità (-10,4%), con una quota di mercato del 26,9%.

I marchi di FCA (escludendo Ferrari e Maserati) totalizzano nel complesso 28.136 immatricolazioni nel mese (-40,3%), con una quota di mercato del 22,5%. Andamento positivo a settembre per Maserati (+19%) e Lamborghini (+66,7%).

FCA scende del 10,6% – Nel periodo gennaio-settembre, i marchi di FCA totalizzano 398.015 autovetture immatricolate, con un calo del 10,6% e una quota di mercato del 26,7%. Chiudono positivamente il progressivo 2018 i brand Alfa Romeo (+6,5%) e Jeep (+86,4%), ai quali si affiancano Ferrari (+10,4%) e Lamborghini (+42,7%). Sono quattro, a settembre, i modelli italiani nella top ten delle vendite, con Fiat Panda (9.722 unità) in prima posizione, seguita, al secondo posto, da Lancia Ypsilon (3.365). Al quarto posto troviamo Fiat 500 (2.800), seguita, al settimo, la Jeep Renegade (2.549), che si mantiene stabile.

Usato ancora in positivo – A fronte della brusca frenata delle prime immatricolazioni nel mese di settembre il mercato italiano delle auto di seconda mano si dimostra ancora piuttosto dinamico, chiudendo il bilancio mensile con 249.910 passaggi di proprietà al netto delle minivolture (i trasferimenti temporanei a nome del concessionario in attesa della rivendita al cliente finale), che equivalgono ad una variazione positiva del 5,4% in termini di media giornaliera (+0,4% in termini di variazione mensile). Va infatti considerato che il mese di settembre 2018 ha avuto una giornata lavorativa in meno rispetto al corrispondente mese del 2017. Per ogni 100 vetture nuove nel mese di settembre ne sono state vendute 190 usate nel mese e 150 nei primi nove mesi dell’anno.

Nonostante la forte contrazione delle prime iscrizioni di autovetture con alimentazione diesel (-28% a settembre rispetto allo stesso mese del 2017, con incidenza rispetto alle vendite totali in calo dal 56,2% di settembre 2017 al 49% di settembre 2018), il mercato dell’usato a settembre vede ancora in aumento i passaggi di proprietà delle auto a gasolio, che hanno messo a segno un incremento mensile del 3,1%, confermando nei primi nove mesi dell’anno una crescita complessiva del 6%. Resta dunque aperto il problema, più volte segnalato dall’ACI, di sostituire l’attuale parco circolante di circa 16.900.000 auto diesel penalizzato dalle politiche ambientalistiche intraprese da numerose amministrazioni locali.

In crescita a settembre anche i passaggi di proprietà dei motocicli che, tenuto conto della giornata lavorativa in meno rispetto al mese di settembre 2017, hanno registrato al netto delle minivolture un incremento del 3,7% in termini di media giornaliera (-1,2% in termini di variazione mensile).

Complessivamente nei primi nove mesi del 2018 si evidenziano incrementi del 4,9% per le autovetture e del 3,1% per tutti i veicoli, mentre per i motocicli si registra un calo del 2,3%.

I dati sono riportati nell’ultimo bollettino mensile “Auto-Trend”, l’analisi statistica realizzata dall’Automobile Club d’Italia sui dati del PRA, consultabile sul sito  HYPERLINK “http://www.aci.it” www.aci.it 

Prima delle auto le caldaie – Sono partiti nel Nord dell’Italia i nuovi divieti alla circolazione per i veicoli a benzina Euro0 e per i diesel Euro0, 1, 2, 3, con l’aggiunta degli Euro4 per l’Emilia Romagna. Le finalità di tali provvedimenti sono evidenti: cercare di contenere le sostanze inquinanti e le polveri sottili nella Pianura Padana, che nei mesi invernali subisce un peggioramento della qualità dell’aria a danno dei cittadini.

Tali limitazioni sono ormai un appuntamento ricorrente per gli italiani, arrivando ad interessare almeno 3,5 milioni di veicoli, tra autovetture (2,8 milioni) e furgoni (circa 700mila), riducendo la libera mobilità di famiglie e lavoratori. A ciò si aggiunge il danno economico che ricade su chi ha già difficoltà a sostituire l’auto e ora si vede azzerare il valore del proprio usato.

L’ACI è favorevole ad ogni azione mirata a stimolare un cambio culturale sulla mobilità, in particolare quella urbana, migliorando di pari passo l’aria che respiriamo. E’ essenziale però basare ogni strategia sull’oggettività dei dati scientifici, che evidenziano come la maggior parte delle sostanze inquinanti – tra il 60 e il 90 per cento, a seconda delle sostanze nocive – sia generata dai riscaldamenti privati, dalle industrie e dalla produzione di energia: prima di puntare alle auto, bisogna intervenire su queste fonti.

Lunga, larga e risparmiosa – Più lunga, più larga, più attenta ai consumi ma anche più veloce: così è diventata l’auto degli italiani negli ultimi 50 anni. Lo rivela una ricerca di DriveK, il portale dell’azienda MotorK per la configurazione di veicoli nuovi, che ha confrontato le 20 auto più richieste dagli italiani nel 1968, anno delle contestazioni studentesche, con quelle più cercate nel web nel 2018. Dopo 50 anni emerge che l’auto più ricercata è diventata più lunga dell’11%, più larga del 18%, più pesante addirittura del 57% e più parca nei consumi (il calo medio è stato del 26%).

Italiani dunque più attenti al comfort, ma anche alle prestazioni (la velocità massima dell’auto media tra le più richieste è infatti aumentata quasi del 32%, passando dai 132 km/h del 1968 ai 174 km/h di oggi). In cinquant’anni poi l’offerta di auto è quintuplicata: nel ’68, infatti, erano disponibili 89 modelli contro i 501 attuali. E se l’auto più economica a listino era la Fiat 500 berlina che costava 475mila lire (equivalenti a 4.700 euro di oggi), quella più economica in vendita è la Dacia Sandero, il cui prezzo di listino parte da 7.450 euro, il 56% in più.

Come chiuderà il 2018 –  Un mercato dell’auto che alla fine del 2018 sfiorerà le 2 milioni di immatricolazioni. E un noleggio a lungo termine che proseguirà la sua scalata inarrestabile. Questo ci dicono le recenti proiezioni dei Centri studi di Unrae, CS Promotor, Anfia e Federauto. Dopo diversi anni di grande crescita, gli esperti, quindi, sono convinti che il 2018 sarà, in generale, un anno di consolidamento. La cifra prevista è di circa 1.960.000 unità, numeri in linea con quelli del 2017.

Un mercato dell’auto 2018 vicino, quindi, alle 2 milioni di unità immatricolate, sul quale hanno inciso le incertezze della situazione politica, perduranti per tutto il primo semestre dell’anno, il rallentamento del tasso di crescita del Pil e altri fattori.

“Qualche riflesso per il segmento Business potrà derivare dall’applicazione del nuovo ciclo di omologazione, con lievi impatti sugli stock – sottolinea Pietro Teofilatto, direttore della sezione noleggio a lungo termine di Aniasa – Nel secondo semestre, potrebbe comunque incidere il superamento della fase di incertezza politica e un miglioramento del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese, già a giugno avvertito dall’Istat. L’auspicio collettivo è che l’economia riprenda velocità, con misure lungimiranti che considerino la valenza generale del comparto automotive”.

In questo contesto, il noleggio auto a lungo termine, che ha chiuso il primo semestre con una crescita del +10% rispetto allo scorso anno, continuerà ad essere un vero e proprio faro del mercato. I forecast 2018 di Dataforce prevedono, per i privati, una quota del 53,5% a fine dicembre, mentre saranno poco più di 100mila le immatricolazioni aziendali dirette. Si stima invece che il noleggio a lungo termine possa attestarsi alla fine del 2018 a quota 295mila autovetture, con un market share del 15%. Il volume delle auto-immatricolazioni di Case auto e concessionari (le cosiddette km0) si attesterà invece attorno al 17%.

Le scelte dei ladri d’auto – Esistono alcune categorie di autovetture che, per diversi motivi, non riscuotono grande successo presso i ladri d’auto. Gli Sport Utility Vehicle essendo generalmente vistosi ed ingombranti, tendono a scoraggiare i ladri, perché non passano inosservati e risultano difficili da nascondere e da trasportare; eppoi si tratta di un segmento ancora poco diffuso e quindi anche la richiesta di pezzi di ricambio non è particolarmente alta.

Le monovolume presentano in sostanza gli stessi ‘problemi’ dei SUV, ovvero gli ingombri eccessivi e i relativi problemi ‘logistici’; inoltre, i modelli che appartengono a questo segmento sono vetture pensate per l’uso pratico, quindi non offrono grandi prestazioni e non sono mai particolarmente pregiate.

In Italia circolano un gran numero di marchi automobilistici con una esigua fetta di mercato. Si tratta di brand minori, maggiormente diffusi nei paesi d’origine. Esempio: secondo i dati diffusi da UNRAE, ad agosto 2018 oltre dieci marchi hanno registrato meno di 100 immatricolazioni; escludendo i brand di lusso, si tratta di: DR Motor, Infiniti, Mahindra, Lada, Chevrolet e Great Wall. Per avere un’idea ancor più chiara, basti pensare che questi sei costruttori, tra gennaio e agosto 2018, hanno immatricolato in Italia un totale di 1.912 unità (un’inezia rispetto alle oltre 200.000 FIAT vendute nello stesso periodo).

Anche per le berline sono vari i fattori che rendono bassa l’attenzione dei malintenzionati. Da un lato gli ingombri eccessivi, dall’altra la posizione all’interno del mercato auto: trattandosi di una tipologia di vettura che si colloca quasi sempre in una fascia medio alta, non sono facilmente rivendibili e la richiesta di pezzi di ricambio non è particolarmente alta; inoltre, questo genere di autovetture dispone di una dotazione di dispositivi di sicurezza all’avanguardia.

Le più rubate – Al contrario, quali sono i modelli di auto più rubate? In Italia vanno per la maggiore, in termini di furti, le vetture più diffuse ossia quelle che hanno maggiore mercato e per le quali vi è una maggiore richiesta di pezzi di ricambio. Le tipologie che risultano maggiormente esposta sono le city car e le utilitarie (come ad esempio la FIAT Panda o la Lancia Y), un segmento che, da solo, rappresenta quasi la metà del volume di auto rubate in Italia da gennaio ad agosto 2018.

I dati relativi al 2017 – diffusi dall’EUVID in collaborazione con la Polizia Stradale – riferiscono di un calo complessivo (5.5%) del numero di furti, con una concomitante diminuzione di ritrovamenti. Le utilitarie restano di gran lunga i modelli più gettonati ma i SUV, che rappresentano un segmento di mercato in espansione, stanno guadagnando popolarità anche tra i ladri.

In un articolo pubblicato dal sito www.sicurauto.it, sono riportati i dati (numerici e percentuali) dei furti d’auto in Italia compiuti nel 2017. In due tabelle distinte, i modelli rubati vengono divisi in ‘fuoristrada’ e ‘utilitarie’. Per quanto riguarda il segmento dei SUV, la graduatoria è la seguente: BMW X5 (122 furti) Mitsubishi Pajero (129 furti) BMW X1 (171 furti) Mercedes ML (198 furti) Hyundai Tucson (269 furti).

Tra le utilitarie più rubate dominano i marchi del Gruppo FCA, con la FIAT in testa. Ai piedi della top ten i seguenti modelli: Opel Corsa (1.231 furti) Renault Clio (1.620 furti) Smart Fortwo Coupe (1.917 furti), FIAT Uno (2.037 furti), Ford Fiesta (2.604 furti).

Commenta per primo

Lascia un commento