A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 187) di LUCIO DE SANCTIS/ La presenza di ANFIA-ICE al Salone di Hannover – Veicoli commerciali: estate in affanno – Crescono incidenti e numero di pedoni investiti – Impennata di veicoli Ue in agosto – Camper in aumento – Chiesta maggiore chiarezza sulle emissioni inquinanti

di LUCIO DEL SANCTIS

L’ANFIA ad Hannover – Presenza forte dell’Italia alla 67esima edizione del Salone dei veicoli industriali di Hannover, aperto al pubblico sul finire di settembre settembre: per la seconda volta, infatti, la rassegna internazionale tedesca ha ospitato un’area collettiva di ANFIA-ICE che riunisce le principali novità delle eccellenze nazionali del settore proposte. Nello spazio espositivo allestito dall’Associazione Nazionale Filiera Automotive, resa riconoscibile da grafiche comuni ed evidenti richiami all’Italia, sono presenti sette importanti aziende del Paese, di cui sei fanno parte della sezione rimorchi e una del gruppo componenti: Brecav, Carmosino Industry, IFAC, Menci, O.ME.P.S. Silotrailers, Rolfo e TMT Costruzioni.
Tra i temi principali dell’edizione 2018 dello IAA di Hannover, animata dallo slogan “Driving tomorrow”, spiccano la digitalizzazione, il veicolo connesso e autonomo, la mobilità elettrica in relazione in particolare alla logistica urbana.
In merito all’iniziativa ANFIA, il suo direttore, Gianmarco Giorda, sottolinea: “Le aziende italiane partecipanti alla collettiva rappresentano competenze ed eccellenze riconosciute a livello globale nei settori dei veicoli trainati, degli allestimenti e della componentistica per autoveicoli. I prodotti esposti sono il risultato di notevoli investimenti in ricerca per esempio sul fronte dell’alleggerimento dei pesi e del miglioramento delle performance su strada, la riduzione della tara di rimorchi e semirimorchi, con conseguente incremento della capacità di carico, insieme alla diversificazione del carico per ottimizzare le missioni di andata e ritorno”.
Per quello che riguarda più in generale il mercato nazionale, la stessa ANFIA sottolinea come nel settore della componentistica, l’Italia vanti una filiera con 2.000 aziende.
Nel 2016 il comparto ha raggiunto un fatturato totale di 40 miliardi di euro, la metà proveniente dalle esportazioni, con una bilancia commerciale positiva di 5,5 miliardi di euro.
Nell’aftermarket – ricorda sempre ANFIA – il fatturato dei produttori di componenti è sceso dell’1% nel 2017 mentre è cresciuto del 2,3% nei primi 6 mesi del 2018. Nel dettaglio del mercato italiano dei rimorchi e dei semirimorchi oltre le 3,5 tonnellate, si registra una crescita del 2,9% nei primi 8 mesi del 2018, “ma i volumi di vendita – sottolinea Giorda – sono ancora lontani dai livelli pre-crisi: la media annuale è passata da 16.500 unità nel 2000-2008 periodo a 9.800 unità nel periodo 2009-2017. L’andamento positivo della produzione di rimorchi e semirimorchi in Italia nel 2017 è dovuto principalmente al supporto delle esportazioni, mentre gli ordini e il fatturato provenienti dal mercato domestico sono cresciuti più lentamente”.

Commerciali ancora in negativo – Con l’estate non si è arrestato il trend che ha caratterizzato l’andamento degli ultimi mesi del mercato dei veicoli commerciali (autocarri fino a 3,5t). Questo comparto, infatti, dopo un inizio anno molto dinamico, ha cominciato a registrare rallentamenti rispetto ai risultati dei rispettivi mesi del 2017. E la stessa sorte è toccata ai mesi estivi.

I mesi di luglio e agosto si attestano su variazioni in linea con quelle dei mesi precedenti e, secondo le stime elaborate e diffuse dal Centro Studi e Statistiche UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, le vendite di veicoli commerciali sia di luglio che di agosto hanno registrato flessioni del 2,1% rispetto allo scorso anno, quando i due mesi estivi registrarono importanti cali a doppia cifra rispetto al 2016 che, a sua volta, fu interessato dall’effetto combinato del Superammortamento e dell’imminente scadenza della Legge Sabatini, oltre che dall’evasione di ordini derivanti da commesse di Aziende a partecipazione pubblica.

In particolare, luglio ha totalizzato 14.670 immatricolazioni a fronte delle 14.981 di luglio 2017, mentre agosto ne ha totalizzate 9.130 contro le 9.323 dello stesso mese dello scorso anno, Alla luce di questi dati, il totale delle vendite cumulate per il periodo gennaio-agosto 2018 si attesta sulle 114.025 unità, in linea con quanto archiviato nei primi 8 mesi del 2017, quando furono immatricolati 114.336 veicoli, in calo dello 0,3%.

“Il mercato dei veicoli commerciali prosegue con un andamento in linea con lo scorso anno – afferma Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE – ma questo ritmo non può considerarsi sufficiente visto il necessario e urgente rinnovo del parco circolante che anche per i veicoli da lavoro è tra i più obsoleti”. “Dal mercato – prosegue il Presidente – arrivano segnali di rallentamento del trend delle vendite dei veicoli dotati di motorizzazioni diesel che nei primi 7 mesi del 2018 sono giunti in territorio negativo, segnando una flessione dell’1,1%”.

I dati dei primi 7 mesi dell’anno 2018 della struttura del mercato (ancora leggermente provvisori ma che andranno a consolidarsi nei prossimi due mesi, considerati i ritardi di immatricolazione) evidenziano, infatti, un calo delle immatricolazioni di tali veicoli, che sfiorano le 97.000 unità vendute, attestandosi sul 92,7% di quota.

Da segnalare la crescita a doppia cifra del metano che conferma l’aumento dei volumi rispetto alla benzina (2.609 contro 2.373) segnando una crescita del 14,3% (contro il +5,2% della benzina). Le ibride segnano un +32,3% (rimanendo comunque stabili in quota allo 0,3% con 352 unità). In calo le elettriche che perdono l’1,5%, allo 0,3% di rappresentatività. Buona la performance del GPL che chiude con un +9,1%.

Crescono incidenti e investimenti – Tra il 2015 al 2016 in Italia gli incidenti stradali con investimento di pedone sono aumentati del 3,6%, mentre sempre nello stesso periodo gli incidenti stradali in generale sono cresciuti dello 0,7%. Questi dati derivano da un’elaborazione del Centro Studi Continental su dati Istat, elaborazione che mette in evidenza che in Italia nel 2015 vi sono stati 174.539 incidenti stradali, di cui 18.759 (e cioè il 10,7%) con investimento di pedone. Nel 2016, invece, gli incidenti stradali sono stati 175.791, mentre quelli con investimento di pedone sono stati 19.440, e cioè l’11,1% del totale. L’incidenza percentuale degli incidenti con investimento di pedone sul totale degli incidenti stradali tra il 2015 e il 2016 è quindi passata dal 10,7% all’11,1% con una crescita di 0,4 punti percentuali.

Il Centro Studi Continental aveva già elaborato e diffuso negli anni scorsi i dati sugli incidenti con investimento di pedone, sottolineando che tali dati erano pericolosamente in crescita e che era in crescita anche l’incidenza percentuale di questo tipo di eventi sul totale degli incidenti stradali che avvengono nel nostro Paese. I dati elaborati per il 2015 e 2016 confermano questa situazione. I pedoni sono gli utenti più deboli presenti sulla strada e per questo devono essere tutelati efficacemente sia con provvedimenti legislativi ad hoc sia con l’utilizzo diffuso delle più recenti tecnologie di cui i veicoli possono essere dotati.

       L’elaborazione del Centro Studi Continental fornisce anche un prospetto regionale dei dati. Ne risulta che tra il 2015 ed il 2016 la regione in cui vi è stato il maggior aumento del numero di incidenti con investimento di pedoni è la Toscana (+18,2%), seguita da Campania (+14,6%) e Basilicata (+13,9%). Così come è giusto evidenziare i dati negativi, però, è altrettanto importante rendere note le esperienze positive. A questo proposito è da sottolineare che vi sono alcune regioni in Italia in cui il numero di incidenti che coinvolgono i pedoni fra il 2015 e il 2016 è diminuito. In particolare sono da citare Molise (-11,5%), Marche (-8,9%), Abruzzo (-6%), Liguria (-5,5%), Sicilia (-4,9%), Puglia (-1,8%), Lazio (-1,7%) e Trentino Alto Adige (-0,9%).

Auto UE fiammata d’agosto – +29,8%. E’ questo l’incremento delle immatricolazioni in agosto nell’area UE+Efta, ma non è vero boom. La crescita delle vendite è infatti legata all’entrata in vigore dal 1° settembre del nuovo sistema WLTP per misurare le emissioni in sede di omologazione. Dal 1° settembre non possono infatti più essere immatricolate vetture di tipo non ancora omologato con il sistema WLTP (salvo una modesta quota in deroga per un periodo di tempo limitato). La conseguenza di questa situazione è stata in agosto una vera corsa da parte delle case automobilistiche a smaltire le vetture non ancora in regola con la nuova normativa a suon di sconti e promozioni. L’impatto sulle immatricolazioni è stato, come si è detto, assolutamente rilevante. In agosto oltre ad un incremento complessivo che, come si è visto, sfiora il 30% ben 28 dei 31 mercati nazionali dell’area UE28+Efta sono in crescita e di questi 22 con incrementi superiori al 20%. In calo sono invece soltanto tre piccoli mercati: Islanda, Svizzera e Svezia. In quest’ultimo paese in agosto il calo è stato del 17,5% dopo un calo del 49,4% in luglio. Questi catastrofici risultati svedesi sono dovuti alla brillante trovata del Governo di questo paese di introdurre dal 1° luglio per i veicoli di nuova immatricolazione un bonus/malus ecologico con una penalizzazione economica per chi inquina di più e un vantaggio economico per chi inquina di meno. Il risultato è quello che si è visto e fa dubitare che nel suo ambientalismo il Governo svedese abbia sbagliato qualche calcolo.
“Al di là della vicenda svedese e dell’effetto WLTP – secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – il mercato europeo dell’auto si conferma in buona salute”. L’Acea ha diffuso oggi anche i dati di luglio da cui risulta un incremento nell’area del 10,1% e un risultato più contenuto per il periodo gennaio-luglio che con oltre dieci milioni di immatricolazioni mette a segno un incremento del 3,7%, che dopo l’apporto straordinario di un agosto gonfiato dall’effetto WLTP, sale per i primi otto mesi dell’anno al 5,9% con la conseguenza che sembra ormai scontato che l’area supererà a fine anno per la prima volta il livello di immatricolazioni ante-crisi, cioè del 2007.
Il consuntivo del periodo gennaio-agosto mette in luce ancora una volta che a trainare il mercato europeo sono soprattutto i cinque maggiori mercati dell’area che complessivamente si aggiudicano il 71% delle vendite. Nella pattuglia di questi cinque grandi mercati sono in crescita quello spagnolo (+14,6%), quello francese (+8,9%), quello tedesco (+6,4%), mentre il mercato italiano è attestato sui livelli dell’anno precedente (-0,1%) e quello del Regno Unito accusa un calo del 4,2%, ma si mantiene sostanzialmente sui livelli record toccati negli ultimi tre anni. Per quanto riguarda in particolare il mercato italiano l’effetto WLTP in agosto c’è stato, ma ha avuto un’entità decisamente contenuta (+9,5%) rispetto al contesto europeo. L’effetto WLTP ha dato quindi in Italia soltanto un piccolo contributo alle immatricolazioni in un mercato che, dopo tre anni di crescita molto sostenuta, nel 2018 si è attestato sui livelli dell’anno precedente in attesa, se le condizioni economiche lo permetteranno, di ottenere nuovi incrementi, visto che i livelli ante-crisi sono ancora lontani.

Chiarezza sulle emissioni – Per adeguare la produzione di veicoli industriali ai futuri target sulle emissioni è fondamentale che la Commissione europea fissi al più presto tempi e valori di riferimento, in quanto il lavoro dell’industria a livello di progettazione e sviluppo riguarda oggi i modelli che saranno sul mercato nel 2025. È quanto hanno chiesto alle autorità dell’Unione, attraverso l’ACEA, i leader dell’industria europea dei camion durante una conferenza che si è svolta nell’ambito del Salone IAA di Hannover. ACEA – Associazione europea dei costruttori di automobili – sulla base delle proposte formulate a maggio dalla Commissione europea fissando gli obiettivi di CO2 per i veicoli pesanti con scadenze nel 2025 e nel 2030 e con un riesame intermedio nel 2022. Questa proposta è ora nelle mani del Parlamento europeo e del Consiglio, che riunisce i 28 Stati membri.
”Mentre il Parlamento europeo termina il suo mandato il prossimo anno – ha detto Joachim Drees, presidente della sezioni veicoli industriali di ACEA e CEO di MAN Truck & Bus – esortiamo i deputati e i ministri a prendere rapidamente una decisione politica su una soluzione ragionevole che possa essere attuata in modo tempestivo. Altrimenti rischiamo notevoli ritardi nell’introduzione dei nuovi obiettivi di CO2, a scapito dell’ambiente”.
ACEA sostiene l’approccio in due fasi proposto per questa nuova legislazione. Dato lo stato del mercato degli autocarri e della tecnologia oggi, l’industria ritiene che obiettivi di una riduzione del 7% di CO2 entro il 2025 e il 16% entro il 2030 siano ambiziosi ma realistici. I futuri standard di CO2 per i veicoli industriali saranno discussi dai ministri dell’Ambiente della UE in una riunione del 9 ottobre.

Camper in aumento – I numeri parlano chiaro: la realtà del camper è in aumento sia in Europa che in Italia. I dati forniti dall’APC (Associazione Produttori Camper) nel Rapporto Nazionale sul Turismo in Libertà in Camper e in Caravan, relativi al 2017, evidenziano un boom di vendite del mercato italiano, pari al + 43,4% rispetto all’anno precedente. Non solo, anche il numero di turisti che nel 2016 hanno visitato il nostro paese a bordo di veicoli ricreazionali è cresciuto, aumentando del 3,7%. Degli 8,4 milioni persone che hanno viaggiato in Italia in camper, 4,2 erano Italiani.

Se facciamo riferimento ai dati a livello europeo, riusciamo ad avere un’idea ancora più chiara del fenomeno: si tratta di un settore che sta avendo una crescita a livello esponenziale. Le immatricolazioni previste in Europa nel 2018 sono in aumento del 10% rispetto all’anno precedente e se consideriamo gli ultimi quattro anni, abbiamo avuto una crescita di tutti i mercati pari al 50%. Leader indiscusso a livello europeo, si conferma essere il Ducato di Fiat Professional. Fiat non produce direttamente veicoli ricreativi, ma fornisce la base di Ducato alle aziende che si occupano di allestire il veicolo per realizzare il camper ideale per tutti gli appassionati: sono ormai 500.000 le famiglie ad averlo acquistato negli ultimi 10 anni

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