A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 182) di LUCIO DE SANCTIS/ Fotografia del parco pesante – L’oroscopo di Fleet Mobility – Cresce il mercato eCall

di LUCIO DE SANCTIS

La fotografia del parco pesante – I numeri parlano chiaro: il parco circolante italiano dei veicoli per il trasporto merci necessita di un rapido e capillare svecchiamento: lo ha fatto notare di recente l’Anfia in un comunicato che riporta tutti i numeri del settore.

A luglio 2018 sono stati rilasciati 2.161 libretti di circolazione di nuovi autocarri, volumi in linea con quelli di luglio 2017 (-0,1%), con un assestamento del trend positivo dei mesi scorsi, e 1.090 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti, ovvero con ptt superiore a 3.500 kg (-9,5%), suddivisi in 126 rimorchi (-17,6%) e 964 semirimorchi (-8,3%). Il comparto dei veicoli trainati pesanti, che aveva subito un rallentamento maggio e a giugno era tornato in linea con i livelli di un anno fa, risulta quindi nuovamente in frenata.

Trend positivo – Sia per gli autocarri che per i veicoli trainati si conferma, comunque, un trend positivo nei primi sette mesi del 2018, con un incremento a doppia cifra per gli autocarri: 16.180 libretti di circolazione di nuovi autocarri, il 12,2% in più del periodo gennaio-luglio 2017, e 10.463 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti (+4,4% rispetto a gennaio-luglio 2017), così ripartiti: 944 rimorchi (-2,4%) e 9.519 semirimorchi (+5,1%).

4 milioni di autocarri – Guardando ai dati disponibili sul parco circolante italiano, a fine 2017 risultano iscritti al PRA oltre 4 milioni di autocarri rigidi (leggeri e pesanti) adibiti al trasporto delle merci, il 65%dei quali ha più di 10 anni di età. Gli autoveicoli specifici/speciali circolanti, invece, superano le 722.000 unità e il 69% ha più di 10 anni di età. Gli autoveicoli specifici/speciali comprendono sia gli autoveicoli ad uso campeggio (284.926), che gli autocarri isotermici (140.982), gli autocarri trasporto rifiuti (47.958), le betoniere (16.315), gli autocarri trasporto veicoli (8.998) e tante altre specialità, tra cui il trasporto di merci pericolose e il trasporto di gas liquidi e carburanti.

Un comparto giovane – Infine, i trattori stradali circolanti sono 173.000 e sono il comparto per così dire più “giovane”, visto che “solo” il 50% di questi mezzi in circolazione ha più di 10 anni di età e il 28% ha fino a 5 anni di età. Situazione peggiore per i rimorchi e i semirimorchi: gli iscritti al PRA sono oltre 379.000 (269.000 merci e 110.000 specifici/speciali), di cui il 72% ha più di 10 anni.

Un importante contributo – Certamente le misure a sostegno dell’autotrasporto di questi ultimi anni e tuttora in vigore, i decreti sulle modalità di erogazione dei 33,6 milioni di Euro stanziati per gli investimenti a favore delle imprese di autotrasporto per gli acquisti, fino al 15 aprile 2019, di veicoli industriali a trazione alternativa, rimorchi e semirimorchi per il trasporto intermodale e rimorchi, semirimorchi o equipaggiamenti per autoveicoli specifici superiori alle 7 tonnellate allestiti per il trasporto ATP1 sono stati pubblicati lo scorso 16 luglio – hanno dato un importante contributo

L’impatto ambientale – Di questi tempi, si parla molto di obiettivi di riduzione dell’impatto ambientale, che sembrano quasi prioritari su tutto, ma non si dimentichi la sicurezza. Il mercato, oggi, è in grado di offrire autoveicoli e veicoli trainati con le più avanzate dotazioni tecnologiche – di comprovata efficacia, ma ancora poco diffuse – sviluppate da Costruttori e fabbriche di componenti, che continuano ad investire in innovazione, anche in vista della nuova regolamentazione europea. Questo con l’obiettivo di contribuire allo sviluppo di una mobilità sempre più sostenibile, ad un miglioramento dei già elevati standard di sicurezza e della distribuzione delle merci, che rappresentano le priorità del settore.

Forte recupero dei bus – Il mercato degli autobus con ptt superiore a 3.500 kg, nel mese di luglio registra 347 nuove unità, riportando un incremento del 77%. Crescita del 130,3%, a luglio, per gli autobus adibiti al TPL, nonostante il calo degli interurbani (-34,8%), mentre autobus e midibus turistici presentano una variazione positiva del 36,4% rispetto a luglio 2017. Minibus e scuolabus chiudono il mese a +45,2% e +75% rispettivamente. Nel progressivo da inizio 2018, sono stati rilasciati 2.545 libretti di autobus contro i 2.051 di gennaio-luglio 2017 (+24,1%). In crescita del 48,9% il comparto gli autobus adibiti al TPL (sempre in calo, tuttavia, del 6%, gli autobus e midibus interurbani), mentre gli autobus e midibus turistici contengono l’incremento al 4,2%. I minibus chiudono il periodo gennaio-luglio 2018 a +1,1%, mentre maggiore è il rialzo registrato dagli scuolabus, a +25,3% rispetto ai primi sette mesi del 2017.

Nelle tabelle di confronto 2017-2018 che pubblichiamo qui sopra compaiono in dettaglio tutti i numeri relativi al comparto Trasporto Merci e al comparto passeggeri

L’oroscopo di Fleet Mobility – In un suo recente articolo la rivista Fleet Mobility prevede che il mercato dell’auto alla fine del 2018 sfiorerà le 2 milioni di immatricolazioni. E un noleggio a lungo termine che proseguirà la sua scalata inarrestabile. Per giungere a questa conclusione Fleet Mobility si è basata sulle proiezioni più recenti dei Centri studi di Unrae, CS Promotor, Anfia e Federauto.

Dopo diversi anni di grande crescita e un primo semestre dall’andamento altalenante,  gli esperti, quindi, sono convinti che il 2018 sarà, in generale, un anno di consolidamento. La cifra prevista è di circa 1.960.000 unità, numeri in linea con quelli del 2017. Un mercato dell’auto 2018 vicino, quindi, alle 2 milioni di unità immatricolate, sul quale hanno inciso le incertezze della situazione politica, perduranti per tutto il primo semestre dell’anno, il rallentamento del tasso di crescita del Pil e diversi altri fattori.

“Qualche riflesso per il segmento business potrà derivare dall’applicazione del nuovo ciclo WLTP con lievi impatti sugli stock – sottolinea Pietro Teofilatto, direttore della sezione noleggio a lungo termine di Aniasa – Nel secondo semestre, potrebbe comunque incidere il superamento della fase di incertezza politica e un miglioramento del clima di fiducia dei consumatori e delle imprese, già a giugno avvertito dall’Istat. L’auspicio di tutti è che l’economia riprenda velocità, con misure lungimiranti che considerino la valenza generale del comparto automotive”.

In questo contesto, il noleggio auto a lungo termine, che ha chiuso il primo semestre con una crescita del +10% rispetto allo scorso anno, continuerà ad essere un vero e proprio faro del mercato.

I forecast 2018 di Dataforce prevedono, per i privati, una quota del 53,5% a fine dicembre, mentre saranno poco più di 100mila le immatricolazioni aziendali dirette. Si stima invece che il noleggio a lungo termine possa attestarsi alla fine del 2018 a quota 295mila autovetture, con un market share del 15%. Il volume delle auto-immatricolazioni di Case auto e concessionari (le cosiddette km0) si attesterà invece attorno al 17%.

Cresce il mercato eCall – Il mercato globale dei dispositivi di chiamata d’emergenza a bordo veicoli, noti anche come sistemi eCall, è destinato a crescere ad un tasso medio annuo composto del 19%, in termini di valore, nel quinquennio 2018-2022. Il dato emerge dall’analisi “Global Automotive eCall Market 2018-2022” condotta dalla società di consulenza e ricerca tecnologica Technavio. Ne dà notizia l’Osservatorio Autopromotec, che è la struttura di ricerca di Autopromotec, la più specializzata rassegna espositiva internazionale delle attrezzature e dell’aftermarket automobilistico.

Secondo lo studio, la rapida crescita del mercato dei sistemi eCall sarà trainata in particolare dall’applicazione di norme e obblighi sempre più stringenti in materia di sicurezza stradale. La Commissione Europea, ad esempio, a partire dallo scorso 31 marzo ha disposto l’obbligo per tutti i nuovi modelli di autovetture e veicoli commerciali leggeri per il mercato UE di avere il sistema eCall come dotazione di serie. Un altro fattore chiave della crescita del mercato sarà la spinta dei produttori di sistemi eCall (case auto e fornitori di servizi telematici) nell’investire nei mercati dei Paesi emergenti come India e Cina, mercati in cui la domanda di nuove auto è particolarmente alta. Ma cos’è esattamente l’eCall? Si tratta di un dispositivo montato a bordo dell’auto dotato di GPS e di una scheda SIM integrata che, in caso di situazioni di emergenza come ad esempio un incidente, permette di localizzare il veicolo e di effettuare una richiesta di soccorso immediato ad un numero di emergenza, premendo un pulsante. L’eCall può essere sia di tipo pubblico (come avviene in Europa, dove la chiamata è effettuata verso il 112, il numero unico di emergenza europeo) che di tipo privato, ovvero gestito dalle case automobilistiche. In questi casi il servizio di emergenza è inserito in un ecosistema più ampio che prevede una serie di servizi telematici e che in caso di incidente o richiesta d’aiuto inoltra la chiamata ad una centrale di emergenza privata.

Secondo le stime della Commissione Europea, l’eCall potrebbe ridurre dal 40% al 50% i tempi di intervento dei soccorsi salvando almeno 2.500 vite ogni anno solo in Europa. Un numero importante, dato che attualmente il numero delle vittime di incidenti stradali sulle strade europee è di circa 25.000 all’anno, oltre a circa 135.000 feriti gravi. Si tratta, dunque, di un sistema che aiuterà senz’altro in misura significativa la sicurezza stradale.

Anche se non è obbligatorio come per i veicoli di nuova immatricolazione, sottolinea l’Osservatorio Autopromotec, è possibile installare l’eCall anche su auto già circolanti. Sul mercato si trovano infatti già diversi kit disponibili in versione aftermarket che, una volta installati a bordo, si connettono tramite bluetooth allo smartphone del conducente dal quale partirà, in caso di un qualsiasi incidente durante la marcia, la chiamata di emergenza.
Anche per il mondo delle officine, dunque, l’eCall potrebbe aprire delle opportunità. Gli operatori dell’aftermarket dovranno familiarizzare sempre più con questi dispositivi, informandosi sul loro funzionamento nel caso in cui gli automobilisti richiedano dei chiarimenti o vogliano saperne di più.

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