A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n.178) di LUCIO DE SANCTIS/ Boom del bikesharing – I numeri auto del primo semestre in Europa paese per paese – Aumenta l’attività delle officine – Andamento di mezzi pesanti e commerciali

di LUCIO DE SANCTIS –

E’ boom del “bikesharing” – In Italia dal 2016 al 2017 i mezzi di trasporto destinati alla sharing mobility sono passati da 20.698 a 47.679, con una crescita del 130,4%. La crescita maggiore è stata quella delle biciclette usate per il bikesharing, che sono passate da 14.604 a 39.500 (+170,5%). Le auto per il carsharing sono passate da 5.764 a 7.679 (con un aumento del 33,2%). Gli scooter utilizzati per lo scootersharing erano 330 nel 2016 e sono passati a 500 nel 2017, con una crescita del 51,5%. Questi dati derivano da un’elaborazione del Centro Studi Continental su dati dell’Osservatorio Sharing Mobility.

L’aumento del numero di veicoli utilizzati per la sharing mobility nel nostro Paese testimonia come l’interesse degli italiani verso la mobilità condivisa sia molto aumentato negli ultimi anni. La crescita della sharing mobility in Italia passa però non solo dall’aumento del numero di mezzi condivisi a disposizione degli utenti, ma anche dallo sviluppo di dispositivi tecnologici e di connessione che consentano di rendere più semplice ed efficiente l’uso di questi mezzi di trasporto e quindi rendano più soddisfacente l’esperienza di utilizzo dei mezzi condivisi. Secondo alcune previsioni nel 2020 ci saranno ben 250 milioni di auto connesse e 50 miliardi di device e dispositivi connessi. Anche Continental è fortemente impegnata in questo campo: lo sviluppo accelerato della connettività e degli strumenti online rappresentano infatti per Continental un pilastro fondamentale dell’impegno continuo in ricerca e sviluppo.

Piste ciclabili in aumento – In  Italia dal 2011 al 2016 la lunghezza delle piste ciclabili nei comuni capoluogo di provincia è passata da 3.592,2 km a 4.370,1 km, con un aumento del 21,7%. Questi dati derivano da un’elaborazione del Centro Studi Continental su dati Istat.

Considerando i dati dei comuni capoluogo di provincia, le regioni in cui ci sono più piste ciclabili sono Emilia Romagna (1.285,8 km), Lombardia (707,6 km) e Veneto (538,9 km). Le regioni in cui le piste ciclabili sono cresciute di più tra il 2011 e il 2016 sono la Sardegna (+301,5%), la Sicilia (+91%) e la Basilicata (+73,1%).

In tutte le regioni italiane vi è stata una crescita della lunghezza delle piste ciclabili, ad eccezione di Calabria e Molise, dove è stata registrata una diminuzione. Il calo registrato in Calabria deriva da una diminuzione del dato relativo a Cosenza (mentre quello degli altri comuni capoluogo di provincia è rimasto invariato). Il calo del Molise, invece, deriva dal fatto che non è disponibile il dato relativo alla provincia di Campobasso per il 2016.

La crescita delle piste ciclabili nei comuni capolugo dimostra l’impegno da parte delle amministrazioni locali per favorire modalità di mobilità alternative e meno inquinanti rispetto all’uso dei mezzi a motore. L’aumento delle piste ciclabili a disposizione degli utenti nei comuni capoluogo di provincia, però, deve andare di passo con una maggior tutela per i ciclisti. Nell’ecosistema stradale, infatti, i ciclisti, che siano su una pista ciclabile o sulla normale carreggiata, sono una categoria di utenti particolarmente vulnerabile a cui va garantita la massima sicurezza ed a cui va riconosciuto il merito di limitare la produzione di sostanze inquinanti.

 Tutti i numeri auto del primo semestre

Mercato UE robusto – Giugno positivo per il mercato dell’auto dell’Unione Europea e dell’Efta. Nel complesso delle due aree sono state immatricolate 1.618.985 autovetture con un incremento del 5,1%. Lo sottolinea il Centro Studi Promotor, commentando i dati diffusi oggi dall’Acea. “Questo risultato importante è stato ottenuto nonostante che in molti mercati nazionali si sia prodotta una situazione di incertezza tra il pubblico determinata dalle notizie su limitazioni alla circolazione delle auto diesel già adottate o in cantiere”, sottolinea Csp. Positivo, prosegue Csp, anche il bilancio del primo semestre dell’anno che chiude con 8.695.785 autovetture e con una crescita sullo stesso periodo dell’anno precedente del 2,8%, crescita non elevata ma con basi solide in quanto dei 30 paesi dell’area UE+Efta ben 22 sono in crescita. Nel complesso, secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, ” il mercato europeo dell’auto gode di buona salute e sta assorbendo senza eccessivi contraccolpi gli effetti della messa in stato d’accusa del diesel anche per interessi diversi da quelli dell’ecologia. Gli automobilisti si stanno rivelando più saggi dei governanti nazionali e locali e gestiscono la pretesa ‘emergenza diesel” con saggezza”.

Risultati Paese per Paese – “A giugno 2018, con le immatricolazioni delle autovetture che hanno registrato un forte aumento (+5,1%), per un totale di oltre 1,6 milioni di nuove auto – commenta Aurelio Nervo, Presidente di ANFIA – i risultati sono stati diversi tra i cinque major market, con Italia (-7,3%) e Regno Unito (-3,5%) in calo, mentre Francia (+9,2%), Spagna (+8%) e Germania (+4,2%) hanno visto aumentare la domanda. Nel mese, il mercato complessivo dei cinque major market europei cresce meno (+2,1%) del totale immatricolato in Europa e vede le vendite di auto diesel diminuire del 18%. Nel primo semestre dell’anno, il mercato rimane positivo, anche grazie al buon andamento dei nuovi Paesi membri UE, dove le immatricolazioni sono aumentate dell’11,4% (+10,6% nel mese). Le nuove immatricolazioni crescono anche in Spagna (+10,1%), Francia (+4,7%) e Germania (+2,9%), mentre diminuiscono nel Regno Unito (-6,3%) e in Italia (-1,4%). Nel primo semestre 2018, le vendite di auto diesel nei cinque major market calano del 17%, con una quota che passa dal 46,9% del primo semestre 2017 al 38,3%”.

In Italia, le immatricolazioni totalizzate a giugno si attestano a 174.702 (-7,3%). Nei primi sei mesi del 2018, le immatricolazioni complessive ammontano a 1.120.829, con un decremento dell’1,4% rispetto ai volumi dello stesso periodo del 2017. Secondo le stime ISTAT, a giugno l’indice nazionale dei prezzi al consumo registra un aumento dello 0,2% su base mensile e dell’1,3% su base annua (in accelerazione rispetto al +1,0% di maggio). L’accelerazione dell’inflazione si deve prevalentemente ai prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da +5,3% di maggio a +9,4%), dei Beni alimentari, sia lavorati sia non lavorati, e ai prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +1,7% a +2,9%). I prezzi dei Beni energetici non regolamentati presentano una variazione pari a +2,3% rispetto al mese precedente e pari a +9,4% rispetto allo stesso mese del 2017 (da 1 EU 28 + EFTA. I dati per Malta non sono al momento disponibili +5,3% di maggio). Questa dinamica è dovuta all’aumento dei prezzi di tutte le principali componenti di questa tipologia di prodotto: Gasolio (+3% su base congiunturale, +12,6% su base annua, in accelerazione da +7,2% di maggio), Benzina (+2,5% in termini congiunturali, +9,7% in termini tendenziali, da +5,2% del mese precedente), GPL (+1,9% su base mensile, +7,8% rispetto a giugno 2017), altri carburanti (rispettivamente +1,5% e +5,9%).

Guardando alle immatricolazioni per alimentazione, a giugno, le vendite di auto diesel risultano in calo del 16,7% rispetto a giugno 2017, con una quota di mercato del 52,5%, la più altra tra i 5 major market, anche se di 6 punti percentuali inferiore rispetto ad un anno fa. Le nuove registrazioni di autovetture a benzina crescono del 3,8% con una quota del 33,2% (3,4 punti in più rispetto a giugno 2017), mentre quelle a GPL diminuiscono del 9% e rappresentano il 6,6% del mercato.

Nel mercato delle auto ad alimentazione alternativa, conquistano il risultato migliore le vetture elettriche, che crescono del 124,5% rispetto a giugno 2017 fino a quota 440, ma rappresentano solo lo 0,3% del mercato. Il mercato delle auto a metano registra un consistente aumento delle immatricolazioni (+84%). Le immatricolazioni di auto ibride registrano una crescita del 26,5% ed una quota di mercato del 4,6%. Nel complesso, le autovetture ad alimentazione alternativa crescono nel mese del 13,9%, con una quota del 14,2%, la quota mensile più alta dopo gennaio 2015.

Le marche italiane hanno registrato, in Europa, 104.102 immatricolazioni nel mese di giugno (-2,6%), con una quota di mercato del 6,4%. Torna a chiudere positivamente il mese il brand Jeep (+72,1%). Nel periodo gennaio-giugno, le immatricolazioni delle marche italiane ammontano a 596.800 unità (-2,1%) con una quota del 6,9%. Ancora positivi i marchi Jeep (+67,6%) e Alfa Romeo (+8,8%).

La Spagna totalizza 142.376 immatricolazioni nel mese di giugno (+8%). Nei primi sei mesi del 2018, i volumi complessivi si attestano a 734.649 (+10,1%). L’Associazione spagnola dell’automotive ANFAC fa notare che, anche con un giorno lavorativo in meno a giugno 2018 rispetto a giugno 2017, il mercato mantiene un buon ritmo, come di consueto nei mesi estivi, sempre molto positivi per le vendite. Il canale dei privati continua a crescere, in linea con l’aumento generale dell’economia, sebbenead un tasso leggermente inferiore a quello che ci si aspetterebbe. Bene anche per il comparto delle vetture aziendali e del noleggio.

Nel dettaglio, secondo i canali di vendita, il mercato di giugno risulta così ripartito: 61.377 vendite ai privati (+1,6% e una quota del 43%), 41.979 le vendite alle società (+13,2% e una quota del 29,5%) e 39.020 le vendite per noleggio (+13,8% e una quota del 27,5%).

Secondo l’alimentazione, le vendite di autovetture diesel, che nel 2017 rappresentavano il 48,3% del mercato, perdono progressivamente quota, pari al 42% a gennaio, al 38% a febbraio, al 36% a marzo, al 37% ad aprile, al 35% a maggio e al 35% a giugno, attestandosi al 37% del mercato nei primi sei mesi 2018. La quota delle autovetture a benzina di giugno è del 58% (57% nel cumulato), mentre le autovetture alternative rappresentano il 6,6% del mercato auto (5,8% nel cumulato).

In Francia, a giugno, si registrano 252.216 nuove immatricolazioni, con un aumento del 9,2% rispetto a giugno 2017, che ha contato gli stessi giorni lavorativi, (21giorni). Il cumulato dei primi sei mesi del 2018 è di 1.188.150 unità, il 4,7% in più rispetto al periodo gennaio-giugno 2017, percentuale che sale a +5,5% a parità di giorni lavorativi (124 giorni nel progressivo 2018 e 125 giorni nel progressivo 2017). Secondo l’alimentazione, nei primi sei mesi del 2018 le immatricolazioni di auto diesel perdono il 12% del mercato (un calo di quasi 65.000 unità) e la quota scende al 40,3% (era del 48% nel 2017 e del 73% nel 2012). Le auto a benzina, con il 53,9% del mercato, conquistano 6,5 punti di quota rispetto allo stesso periodo del 2017, grazie ad un incremento delle vendite del 19%. Il mercato delle auto ad alimentazione alternativa rappresenta circa il 6% del totale immatricolato, con 68.546 unità, di cui 14.381 auto elettriche (+6% e 1,2% di quota), 7.107 ibride plug-in (+45% e 0,6% di quota), 45.405 ibride tradizionali (+32% e 3,8% di quota).

Nel mercato tedesco, sono state immatricolate a giugno 341.308 unità (+4,2%).Nel periodo gennaio-giugno 2018, il mercato totalizza 1.839.031 unità (+2,9%). Le vendite di auto a benzina crescono del 14,5% e rappresentano il 64% del mercato,mentre le auto diesel registrano un calo del 16,2% con il 31,2% di quota; le auto ad alimentazione alternativa sono il 4,8% del mercato. Le vendite di auto ad alimentazione alternativa di giugno si suddividono in: 11.466 auto ibride (il 3,4% del mercato, +62,8% di incremento), di cui 3.139 ibride plug-in (+25,4%), 2.651 elettriche (0,8% di quota, +20,7% di incremento). Le autovetture alimentate a metano sono state 1.748, quasi dieci volte di più rispetto a giugno 2017, mentre quelle a Gpl sono cresciute del 37%.

Il mercato inglese, infine, a giugno totalizza 234.945 autovetture (-3,5%). Neiprimi sei mesi dell’anno i volumi complessivi raggiungono 1.313.994 unità, con un decremento del 6,3% rispetto allo stesso periodo del 2017, comunque in linea con leprevisioni dell’Associazione inglese dell’industria automotive SMMT. Quest’ultima fa notare che, nonostante il primo semestre dell’anno sia stato difficoltoso per il mercato delle auto nuove, è comunque positivo che la domanda di veicoli ad alimentazione alternativa continui a salire. Tuttavia, rappresentando questa categoria di auto solo una su 20 registrazioni, non può ancora avere un impatto tale da ridurre le emissioni complessive dei veicoli convenzionali, diesel compresi. Le recenti dichiarazioni del governo che riconoscono l’importanza della benzina e del diesel sono incoraggianti. E’ comunque necessario mettere in campo una strategia che supporti gli investimenti dell’industria nelle tecnologie di nuova generazione.

Officine, aumenta l’attività – Nel mese di giugno è stata rilevata una tendenza all’aumento del livello di attività delle officine di autoriparazione. Infatti la maggioranza degli autoriparatori (72%) dichiara che l’attività si è mantenuta su livelli normali, ma coloro che segnalano un alto livello di attività sono il triplo di coloro che segnalano un basso livello di attività (21% contro 7%). Questi dati derivano dal Barometro sul sentiment del settore dell’assistenza auto elaborato dall’Osservatorio Autopromotec sulla base di un’inchiesta condotta su un campione rappresentativo di officine di autoriparazione.

È  interessante segnalare che la percentuale di autoriparatori che in giugno giudica un livello alto delle attività di officina è notevolmente maggiore rispetto a quella registrata nel periodo gennaio-aprile, quando si attestava mediamente intorno al  13%, ed è appena di poco inferiore rispetto al picco rilevato in maggio (23%). Per quanto riguarda il livello dei prezzi praticati dalle officine di autoriparazione, in giugno la maggioranza degli autoriparatori (84%) indica una situazione di normalità. Tra gli altri prevalgono nettamente le indicazioni di coloro che giudicano bassi i livelli dei prezzi (14%) rispetto a coloro che giudicano il livello elevato (2%).

Dal Barometro emergono, oltre che la situazione attuale, anche le tendenze per i prossimi 3/4 mesi. Anche in questo caso, per il volume di attività, la tendenza che emerge è all’incremento, in quanto le indicazioni di aumento (18%) superano nettamente quelle di diminuzione (12%), in un contesto che è comunque prevalentemente orientato a giudizi di stabilità (70%). Per i prezzi, viene confermata una lieve tendenza alla diminuzione. Il 15% degli interpellati dichiara di attendersi una diminuzione nei prossimi 3/4 mesi, mentre soltanto il 3% ritiene che vi possano essere aumenti, seppur, anche in questo caso, in quadro in cui la maggioranza (81%) indica una situazione di stabilità.

Commerciali: semestre in pari – Nel primo semestre del 2018 il mercato dei veicoli commerciali si attesta sui livelli dello scorso anno. Inizio a doppia cifra per gennaio, in rallentamento a febbraio e da marzo le vendite hanno cominciato a registrare risultati negativi. In conseguenza di questo andamento, nel periodo gennaio-giugno – secondo le stime elaborate e diffuse dal Centro Studi e Statistiche Unrae – si registra un -0,1% con 89.916 veicoli commerciali venduti (autocarri con ppt fino a 3,5t), contro i 90.044 dei primi sei mesi del 2017.
“Alla luce del primo semestre, rimane confermata – afferma Michele Crisci, presidente dell’Unrae – la nostra stima di un 2018 in linea con i risultati dell’anno precedente, frutto di una seconda parte dell’anno che dovrebbe mantenersi in attivo visto il confronto con lo stesso periodo 2017 caratterizzato da una flessione a doppia cifra. A fine 2018, quindi, i veicoli da lavoro dovrebbero mantenersi leggermente al di sotto delle 200.000 immatricolazioni, con circa 196.000 unità (+1%)”.

Nel dettaglio, dall’analisi dei canali di vendita, emerge che gli acquirenti privati (operatori con codice fiscale, incluse le ditte individuali, i professionisti, ecc.) nel periodo gennaio-maggio 2018 sono stati gli unici a registrare un risultato negativo: con 16.512 immatricolazioni, infatti, perdono, il 3,9% in volume e un punto di quota percentuale, attestandosi al 22,4%. In aumento le società (+2,1%) che rappresentano quasi la metà delle vendite totali (49,0% di quota) con 36.189 unità, grazie alla spinta delle autoimmatricolazioni (+11%). Il noleggio, infine, grazie alla performance del breve termine (+8,5% e una rappresentatività del 3,4%) e del lungo (+0,1% ma una quota del 23,0%), segna un leggero incremento (+1,8%) rispetto allo scorso anno con un totale di 21.178 vendite e una rappresentatività totale del 28,7%.

Dall’analisi per alimentazione, infine, si conferma la predominanza delle immatricolazioni di veicoli diesel, che rappresentano quasi il 93% delle vendite e si mantengono stabili sui volumi dello scorso anno. Ottima la performance del metano (+15,2%) e degli ibridi (+62,4%), mentre accusano una forte flessione le vendite di autocarri elettrici, in calo del 26,1% rispetto ai primi 5 mesi 2017. Leggera positività per le motorizzazioni a benzina e Gpl

 Pesanti: prudente ottimismo UNRAE – Sulla base dei dati di immatricolazione forniti dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE ha elaborato le stime relative all’andamento del mercato per il mese di giugno 2018.

I dati indicano che nel giugno 2018 si è avuto un incremento delle immatricolazioni dei veicoli industriali con massa totale a terra superiore alle 3,5 t pari al 13,6% rispetto al giugno del 2017 (2.310 unità contro 2.033).

Il dato consolidato del primo semestre 2018 mostra una crescita delle immatricolazioni rispetto allo stesso periodo del 2017 pari al 14,9% (13.744 unità contro 11.961).

Il comparto dei veicoli pesanti con massa totale a terra uguale o superiore a 16 t ha fatto registrare un incremento del 14,3% nel giugno 2018 rispetto al giugno 2017, con 1.788 unità immatricolate contro 1.564. Nel consolidato del primo semestre 2018 le 11.241 unità segnano una crescita del 17% rispetto alle 9.605 del gennaio-giugno 2017.

“Non possiamo non dirci soddisfatti dell’andamento del mercato che i dati di immatricolazione ci restituiscono – osserva Franco Fenoglio, Presidente della Sezione Veicoli Industriali di UNRAE – in particolare per quanto riguarda il comparto dei veicoli pesanti. Tuttavia, se guardiamo a quanto avvenuto lo scorso anno e agli andamenti mensili di questo primo semestre, la discontinuità denunciata dalle rilevazioni ci impone di essere cauti su valutazioni e previsioni.

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