A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n. 144) di Lucio De Sanctis/ Ruolo dei social nel mercato dell’auto – Aiuti ai veicoli pesanti – Come attrezzarsi per la neve – Cellulare e sigaretta: due pericoli alla guida

 di LUCIO DE SANCTIS 

Aumenta la produzione di auto – Secondo i dati preliminari di ANFIA, a settembre 2017 la produzione domestica di autovetture sfiora le 65.000 unità, in calo del 4% rispetto a settembre 2016 (i giorni lavorativi sono stati 21, contro i 22 di settembre 2016).

Nei primi nove mesi dell’anno in corso, la produzione di autovetture registra una crescita tendenziale del 5% (oltre 560.000 vetture), mentre il totale degli autoveicoli prodotti sfiora le 860.000 unità, con una crescita tendenziale del 3,5%. Più della metà dei veicoli prodotti sono destinati all’export, con una quota di unità vendute all’estero rispetto alla produzione del 55% per le autovetture che sale al 64% per il totale degli autoveicoli.

La domanda interna ed estera hanno trainato finora la produzione domestica. A gennaio-ottobre 2017, il mercato italiano dell’auto ha riportato una crescita dell’8,9% (+7,1% nel mese di ottobre) e le immatricolazioni del Gruppo FCA hanno registrato una quota di mercato del 28,9%. Anche le immatricolazioni degli altri comparti presentano un segno positivo, in Italia, nei primi dieci mesi del 2017: +0,4% per i veicoli commerciali leggeri, +10,7% per gli autocarri, +31,6% per gli autobus, +16,2% per i rimorchi e semirimorchi pesanti e +0,8% per i rimorchi leggeri.

Nei primi otto mesi dell’anno in corso, il valore delle esportazioni di autoveicoli dall’Italia risulta in rialzo del 16%. Ad agosto 2017, le esportazioni di autoveicoli hanno raggiunto un valore di 1,11 miliardi di Euro (-14%), rappresentando il 3,8% di tutte le esportazioni, mentre le importazioni di autoveicoli valgono 1,66 miliardi di Euro (+10,1%), pari al 6,3% di tutte le importazioni italiane. Gli Stati Uniti continuano a rappresentare, in valore, il primo Paese di destinazione per l’export di autoveicoli dall’Italia, con una quota del 16,5%, seguiti da Germania e Francia, rispettivamente con una quota del 12% e dell’11%.

Ancora aiuti ai pesanti -Sulla base dei dati di immatricolazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, l’UNRAE ha elaborato le stime dell’andamento di mercato di ottobre per i veicoli pesanti con massa totale a terra superiore alle 3,5 ton. Si è registrato un incremento del 2,1% sullo stesso mese del 2016 (con 2.100 unità immatricolate contro 2.056).

Per i primi dieci mesi del 2017 il dato cumulato porta un segno positivo del 5,6% (con 19.075 unità immatricolate) sullo stesso periodo del 2016 (18.063 unità).

Per quanto riguarda i veicoli pesanti con massa totale a terra uguale o superiore alle 16 t, l’andamento registrato ad ottobre 2017 indica un incremento del 13,5% sul mese di ottobre 2016 (1.725 unità contro 1.520). Nel periodo gennaio-ottobre 2017 le 15.262 unità complessivamente immatricolate indicano un incremento del 9,2% rispetto alle 13.977 dello stesso periodo del 2016.

“I dati delle immatricolazioni di ottobre indicano – commenta Franco Fenoglio, presidente della Sezione Veicoli Industriali dell’UNRAE, la fondatezza delle nostre preoccupazioni circa l’importanza di mantenere alta la guardia nei confronti di un mercato condizionato dal sostegno agli investimenti destinati al rinnovo del parco. Si conferma quindi indispensabile che gli interventi in favore del mercato vengano rinnovati, sempre in attesa di una loro strutturazione”.

Pronti per le nevicate – Il 15 novembre scatterà in tutta Italia, salvo rare eccezioni e comunque a prescindere dalle condizioni atmosferiche e dalle temperature, l’obbligo di montare gomme invernali o di avere a bordo catene da neve. Localmente (attenzione alle ordinanze!) in prossimità dei passi di montagna o in strade collinari l’obbligo è scattato il 1° novembre

L’obbligo si protrarrà, salvo eccezioni territoriali, fino al 15 aprile 2018. In seguito starà all’automobilista scegliere di mantenere le gomme invernali o di sostituirle con quelle estive.

La norma che introduce l’obbligo di montare gomme invernali (o trasportare catene da neve) sulle auto e sui mezzi pesanti è regolata dall’articolo 6 del Codice della Strada.

Chiunque circoli senza gomme invernali o senza catene a bordo quando vige l’obbligo può essere punito con una sanzione pecuniaria: nei centri abitati è prevista una multa minima di 41 euro mentre al di fuori si parte da un minimo di 84 euro. In autostrada la multa sale da un minimo di 80 ad un massimo di 318 euro, con la decurtazione di 3 punti dalla patente.

Montare le catene da neve, specie quelle a rombo e munite di cricchetto, è un’operazione alla portata di tutti. Sul mercato sono presenti parecchi rivenditori e marche differenti. Generalmente le catene più semplici da montare sono quelle a tensione automatica. Costano in genere di più ma una volta applicate sulle gomme si adattano autonomamente. Le catene a tensione manuale hanno invece un prezzo più basso, ma non sono facilissime da montare: ci vogliono uno o due tentativi prima di trovare la tensione giusta.

Mercato spinto coi social – Durante la quindicesima edizione di Internet Motors (convegno diventato un punto di riferimento per comprendere l’evoluzione della sinergia tra le aziende automobilistiche, i dealer e il mondo della comunicazione digitale)  è emerso che l’anno scorso è stato decisivo per lo sviluppo degli investimenti in pubblicità digitale da parte del settore automotive, che stando alle ultime rilevazioni Nielsen è secondo solo a quello alimentare per quanto riguarda gli investimenti pubblicitari, con una crescita dell’11% anno su anno. In dettaglio, nel 2016, gli investimenti fatti nel settore digital automotive, sono cresciuti dell’8 per cento rispetto al 2015 e stando alle previsioni 2018 le risorse destinate alla pubblicità digitale dovrebbero salire del 9,4%. Una parte rilevante di questa spesa è indirizzata verso la comunicazione pubblicitaria sui canali social: i più utilizzati sono Facebook (75,3%) e Twitter (15,6%). I costruttori più attive indirizzano gli investimenti (circa 3 miliardi di euro) pensando nella progettazione delle campagne sempre più ai social che alla televisione.
Secondo Google il 53% delle ricerche di auto iniziano online e il 39% da un motore di ricerca. Per gli analisti tra cinque anni il 18% degli europei comprerà l’auto online, mentre il 79% opterà per un approccio misto, usando il web nelle prime fasi del processo d’acquisto e per il restante trattando direttamente con il rivenditore senza più passare dal web.

Le aziende temono il cellulare – Il 93 per cento dei manager delle aziende italiane sono preoccupati che i propri dipendenti utilizzino il cellulare per scrivere messaggi di testo o accedere al web mentre stanno guidando per lavoro. Il dato è stato rilevato da una ricerca di TomTom Telematics.

Lo studio ha scoperto che quasi il 22 per cento delle aziende non ha ancora adottato soluzioni per evitare che i dipendenti utilizzino il cellulare mentre sono alla guida, nonostante l’ultimo emendamento approvato a luglio dalla commissione Trasporti della Camera che prevede l’aumento delle sanzioni, anche con il ritiro della patente, per chi usa il telefono mentre guida.

“La World Health Organisation ha definito l’utilizzo del telefono cellulare ‘una seria e crescente minaccia per la sicurezza stradale’3 e questi risultati sottolineano ulteriormente la portata del problema che devono affrontare le aziende,” spiega Marco Federzoni, Sales Director Italia di TomTom Telematics.

“Una chiara policy sull’utilizzo del telefono cellulare potrebbe costituire un elemento fondamentale dell’approccio alla sicurezza stradale, ma il cambiamento culturale è altrettanto fondamentale. Le abitudini radicate sono dure a morire, ma continua formazione e comunicazione possono aiutare a cambiare la mentalità dei dipendenti e incoraggiare una maggiore attenzione sulla sicurezza al volante.”

La ricerca ha inoltre rilevato che l’84% delle aziende consente ai dipendenti l’utilizzo del viva-voce mentre guidano per motivi di lavoro nonostante recenti studi mostrano che parlare al telefono con il vivavoce può distrarre quanto parlare al cellulare normalmente.”

Fumare in auto costa caro – Al mercato dell’usato una vettura utilizzata da chi fuma perde molto valore. Insomma, fumare in auto costa caro e non solo per la salute Secondo un’indagine del magazine Carbuyer la perdita può arrivare fino a 2.000 sterline, circa 2.260 euro. Una cifra stimata dai diversi esperti interpellati. Non solo: vendere un’auto usata da un fumatore è molto più difficile. Carbuyer ha interpellato oltre 6000 automobilisti e l’87% ha risposto che non comprerebbero mai l’auto di un fumatore. Le sigarette a bordo provocano infatti molti guai. Oltre a cenere e possibili bruciature, ci sono gli odori, difficili da eliminare. La semplice pulizia non basta e a volte servono dei trattamenti particolari, anche sulle tappezzerie e sull’impianto di climatizzazione. Interventi costosi, che tra l’altro non garantiscono una buona soluzione.

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