A RUOTA LIBERA/ Rubrica (n.113) di LUCIO DE SANCTIS

L’impegno FCA aiuta la produzione – Segnale decisamente positivo dall’andamento della produzione industriale del dicembre 2016 Secondo gli indici Istat divulgati a inizio febbraio in questo mese la produzione industriale ha infatti messo a segno un aumento dell’1,4% su novembre e del 6,6% su dicembre 2015, mentre il consuntivo 2016 cresce dell’1,6% sul 2015. Il settore cha ha trainato in misura più consistente la ripresa, sottolinea il Centro Studi Promotor, è quello della fabbricazione dei mezzi di trasporto che in dicembre ha fatto registrare un incremento del 12,2% sullo stesso mese del 2015, mentre nell’intero 2016 ha ottenuto un incremento del 5,1%. Molto importante, nel comparto della fabbricazione dei mezzi di trasporto, è stato anche il settore degli autoveicoli, che ha fatto registrare un progresso di assoluto rilievo. Questo importante risultato – ha dichiarato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – è dovuto soprattutto all’impegno del gruppo FCA per sviluppare l’attività dei suoi stabilimenti in Italia, impegno che nel 2016 ha consentito di produrre 1.011.136 veicoli, cioè un livello che non veniva più toccato dal 2008.

Tornando all’andamento complessivo della produzione industriale, il dato di dicembre conferma che l’attività del settore è uscita dalla fase di stagnazione che si era protratta dal 2013 al 2015 con volumi inferiori di circa il 25% al massimo ante-crisi per dar luogo poi ad una debole ripresina che pare oggi in decisa accelerazione.

Auto UE gennaio positivo a due cifre – Per il mercato auto dell’Unione Europea il 2017 comincia con una crescita a doppia cifra.  In gennaio sono state immatricolate 1.170.220 auto con un incremento del 10,2% sul gennaio 2016. Il dato, sottolinea il Centro Studi Promotor, ha una valenza ancora più positiva se si considera che la crescita interessa l’intera Unione con la sola eccezione di due piccoli mercati che, peraltro, accusano cali molto limitati. Si tratta della Slovacchia (-1,2%) e dell’Irlanda (-1,8%).

Ottima la performance dei cinque maggiori mercati che complessivamente valgono il 70,5% delle immatricolazioni. Il Regno Unito, che nel 2016 aveva battuto il suo record assoluto di immatricolazioni stabilito nel 2015, in gennaio è cresciuto ancora, sia pure in misura limitata (+2,9%) dato il livello molto elevato già raggiunto dalle immatricolazioni. Negli altri quattro grandi mercati invece si registrano crescite comprese fra il 10% e l’11%. Il risultato migliore, in termini di tasso di crescita, è quello della Spagna (+10,7%) in cui continua il recupero iniziato nel 2013. Anche sul mercato francese la crescita continua e dopo l’incremento del 5,1% nel 2016, gennaio cresce del 10,6%. Sostanzialmente analogo a quello della Francia l’andamento della Germania. Dopo un 2016 in crescita del 4,5% in gennaio si registra un +10,5%. L’Italia infine, dopo incrementi di quasi il 16% sia nel 2015 che nel 2016, gennaio mette a segno un +10,1%.

Secondo Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor, la buona intonazione della domanda in Europa è dovuta essenzialmente a due fattori. Da un lato nei paesi della fascia meridionale della zona euro la pesante contrazione delle vendite nella fase più difficile della crisi economica ha determinato un accumulo di domanda di sostituzione che si sta scaricando gradualmente sul mercato. Dall’altro, nei paesi meno colpiti dalle difficoltà economiche (dove le immatricolazioni hanno già superato i livelli ante-crisi) si registra una forte pressione sulla domanda per effetto dalle forti innovazioni tecnologiche che hanno investito l’automobile negli ultimi anni determinando una rapida obsolescenza delle auto in uso e quindi una forte spinta all’accelerazione delle sostituzioni.

I commerciali aprono in crescita – Il mercato dei veicoli commerciali, secondo le proiezioni elaborate e diffuse dal Centro Studi e Statistiche dell’UNRAE, apre l’anno 2017 con un mese di gennaio in crescita del 3,3% sui risultati già brillanti dello scorso anno. Come stimato, infatti, i 12.017 veicoli venduti (autocarri con ptt fino a 3,5t) si confrontano con gli 11.629 del gennaio 2016, che a sua volta aveva segnato un incremento superiore al 26%.

“Mentre l’anno 2016 – afferma Massimo Nordio, Presidente dell’UNRAE – consolida il mercato di poco al di sopra delle 200.000 immatricolazioni di veicoli commerciali, il rinnovo dei benefici fiscali quali il Superammortamento al 140% e la proroga della Legge Sabatini fino al 31 dicembre 2018 che prevede agevolazioni e contributi all’acquisto di beni strumentali, compresi – quindi – gli autoveicoli, consentiranno al 2017 di mantenere un trend di incremento, seppur decisamente ridimensionato ad un +5% ed i risultati di gennaio confortano questa nostra stima”.

L’anno si è aperto, quindi, con la 36^ crescita consecutiva, dopo che il 2016 era tornato sui livelli del 2008, sostenuto dai benefici fiscali sopra citati e da un’importante commessa di un’Azienda a partecipazione statale che hanno consentito alle immatricolazioni di incrementarsi nell’anno del 49,7%, con un rush finale negli ultimi due mesi.

Autocarri e bus, gennaio a doppia cifra – A gennaio 2017, sono stati rilasciati 2.232 libretti di circolazione di nuovi autocarri (+57,6% rispetto a gennaio 2016) e 1.282 libretti di circolazione di nuovi rimorchi e semirimorchi pesanti, ovvero con ptt superiore a 3.500 kg (+40,7%), suddivisi in 128 rimorchi (+60%) e 1.154 semirimorchi (+38,9%).

Va ricordato che il mercato degli autocarri ha chiuso il 2016 a +54% e, nel quarto trimestre, è risultato in crescita del 107%, con volumi di immatricolazioni pari a un terzo dell’immatricolato annuale. I veicoli trainati pesanti hanno chiuso il 2016 a +40% e, nell’ultimo trimestre, analogamente, le immatricolazioni hanno rappresentato il 35% del mercato annuale, con un rialzo dell’84% rispetto allo stesso periodo del 2015.

“Gennaio si apre con prospettive di crescita per il settore dei veicoli per il trasporto merci, grazie a un mercato che prosegue il trend di ripresa del 2016 – commenta Andrea Bertoja, Presidente della Sezione Rimorchi di ANFIA. Sicuramente una spinta importante deriva dalla conferma del Superammortamento al 140% per i beni strumentali d’impresa e dalle risorse stanziate con il decreto per gli investimenti a favore delle imprese di autotrasporto, disponibili fino ad aprile 2017. Auspichiamo che anche per l’anno in corso il Governo e le Associazioni dell’Autotrasporto vogliano dare impulso agli investimenti, mantenendo la destinazione di 40 milioni di Euro per il rinnovo del parco veicoli”.

Il mercato degli autobus con ptt superiore a 3.500 kg registra nel mese di gennaio 332 nuove registrazioni (+46,9%). In crescita tutti i comparti con l’eccezione degli scuolabus, che presentano una flessione dei volumi del 19,3%. Il comparto autobus aveva chiuso il 2016 col segno positivo (+16,1%), frutto di un calo di mercato dell’8,5% nella prima metà dell’anno e di un successivo recupero del 49,8% nella seconda metà, grazie agli aumenti tendenziali del 3° trimestre (+8,6%) e del 4° trimestre (+94%).

Per ridurre le emissioni… – 88.000 tonnellate di CO2 emesse in meno all’anno: a tanto ammonterebbe il risparmio possibile, in termini di emissioni di anidride carbonica, se la quota di utilizzo di pneumatici ricostruiti sul totale del mercato dei pneumatici di ricambio per autocarri in Italia passasse dall’attuale 27% al 50%. Questa stima è stata elaborata da Airp (Associazione Italiana Ricostruttori di Pneumatici) ed è resa nota nell’edizione 2016 del Libro Bianco sui pneumatici ricostruiti. L’incremento della quota di mercato dei ricostruiti dall’attuale 27% fino al 50% sul totale del mercato dei pneumatici di ricambio per autocarri nel nostro Paese è assolutamente possibile, se si considera che, ad esempio, la quota di mercato del ricostruito è del 36% nei mercati di Germania, Austria e Svizzera, del 43% in Francia e supera il 50% in diversi Paesi dell’Europa del Nord.

… e risparmiare milioni – Le minori emissioni di CO2 non sono l’unico vantaggio possibile con un maggior utilizzo di pneumatici ricostruiti. Infatti, come emerge dalla tabella elaborata da Airp, se la quota d’uso di ricostruiti nel mercato dei penumatici di ricambio per autocarri passasse dal 27% dal 50%, vi sarebbe anche un aumento del risparmio economico, che passerebbe da 69,1 a 128 milioni di euro all’anno, a tutto vantaggio degli utenti finali.

Nel 2015, poi, con una quota di mercato dei ricostruiti pari al 27%, l’uso di pneumatici ricostruiti in Italia ha consentito anche di risparmiare 25 milioni di litri di petrolio e 21.600 tonnellate di materie prime strategiche (come gomma naturale e sintetica, nero fumo, fibre tessili, acciaio e rame). Con un aumento della quota di mercato dei ricostruiti fino al 50%, l’impatto positivo dell’uso di ricostruiti risulterebbe ancora maggiore: il nostro Paese, infatti, potrebbe risparmiare in media 54,4 milioni di litri di petrolio e 40.000 tonnellate di materie prime strategiche all’anno.

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