7 GIORNI IN SENATO/ di F. M. Provenzano/ Dall’Europa alla scuola, quanto caos

provenzano di FRANCESCO MARIA PROVENZANO/

Lunedì 22 giugno, nella Sala Koch di Palazzo Madama c’è stata la presentazione della Relazione annuale al Parlamento del Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, Vincenzo Spadafora. Il presidente del Senato Pietro Grasso  nel suo intervento ha detto: “Assicurare i diritti fondamentali dei minori, accompagnare la loro crescita, garantire loro ogni protezione da abusi e pericoli costituiscono doveri inderogabili di un Paese civile e insieme – Parlamento, Governo, Autorità, docenti, famiglie, studentesse e studenti – dobbiamo fare di più”. La Commissione Lavori pubblici ha in calendario l’A.S. 1880– testo base – e connessi, recante riforma della RAI e del servizio pubblico radiotelevisivo.

Martedì 23, la Commissione Affari costituzionali nell’ambito dell’indagine conoscitiva sui temi dell’immigrazione ha ascoltato il Ministro dell’interno, Angelino Alfano ed il Ministro degli esteri, Paolo Gentiloni. Le Commissioni riunite Esteri e Difesa hanno avviato la discussione della legge-quadro sulle missioni internazionali (il ddl n.1917.). La Commissione Istruzione è impegnata nell’esame del disegno di legge governativo di “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” (ddl n.1934), approvato dalla Camera).    Giovedì 25, alle ore 14, sarà la volta del Ministro della giustizia, Andrea Orlando. Al mattino la Sala Zuccari di Palazzo Giustiniani ha ospitato il convegno “40 Anni dall’Atto di Helsinki, la pace attraverso il dialogo”, promosso dal sen. Paolo Romani. Al seminario è intervenuto il Presidente del Senato, Pietro Grasso. Nel pomeriggio la Conferenza dei Capigruppo ha approvato, a maggioranza, modifiche al calendario dei lavori e il nuovo calendario dei lavori fino al 2 luglio.

Mercoledì pomeriggio inizierà la discussione del ddl scuola il cui esame sarà concluso nella seduta unica di giovedì. La prossima settimana sarà discusso il decreto-legge sul settore agricolo. Le opposizioni hanno denunciato l’ennesima forzatura di una maggioranza sorda al confronto che, su un provvedimento fortemente contestato da docenti e studenti, ha impedito alla Commissione istruzione di votare e migliorare il testo. Gran parte degli emendamenti sono stati presentati dal Pd, non dalle minoranze, e il governo, dopo aver preso in giro il mondo della scuola, si appresta a porre la questione di fiducia su un maxiemendamento non modificabile. Sul disegno di legge sulla scuola i senatori del M5S componenti della Commissione cultura hanno diramato la seguente nota: “Renzi è alla disperata ricerca di un capro espiatorio per giustificare davanti all’opinione pubblica la decisione, tutta sua, di far saltare le assunzioni dei precari pur di portare a casa, a colpi di fiducia, l’intera riforma della scuola. Se ha coraggio vada dagli insegnanti che in queste ore sono scesi in piazza per protestare e lo vada a dire a loro che è colpa del Parlamento. Le 100 mila assunzioni si possono e si devono fare già da quest’anno. Noi lo diciamo da mesi, proponendo lo stralcio del piano sul reclutamento da tutto il resto della riforma. Se Renzi vuole, le assunzioni le approviamo anche oggi. Noi ci siamo, ma il governo purtroppo ha già deciso di voltare le spalle ai precari illusi per mesi con la balla della Buona Scuola”.

Mercoledì 24, la seduta ha inizio alle 9,32 e a conclusione del dibattito sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri in vista del Consiglio europeo del 25 e 26 giugno, l’Assemblea ha approvato la risoluzione di maggioranza e le risoluzioni, riformulate, della Lega Nord. Approvati, con votazione per parti separate, anche singoli punti delle risoluzioni di SEL, M5S, FI-PdL, GAL e CR. Il presidente del Consiglio ha ricordato che i temi principali del vertice saranno la crisi greca e la questione migratoria, ma all’ordine del giorno ci sono anche l’agenda digitale e la strategia per la crescita. La ripresa dell’economia europea è ancora fragile: secondo il premier Renzi l’Italia è al riparo dalla turbolenza finanziaria legata alla situazione greca in virtù delle riforme strutturali che hanno aumentato l’autorevolezza del Paese e costituiscono una sorta di cintura di sicurezza. Sull’immigrazione il Presidente del Consiglio ha sottolineato la mancanza del consenso necessario per modificare il regolamento di Dublino; ha invitato a non investire nella paura. Nella discussione hanno preso la parola i sen. Manuela Repetti, Monti (Misto); Bruni (CR); Tronti, Anna Finocchiaro (PD); Centinaio (LN); Giarrusso, Elena Fattori (M5S); Scavone (GAL), Compagna (AP), Gasparri (FI-PdL), Napolitano (Aut). Nelle dichiarazioni di voto, sono intervenuti il sen. Casini (AP) che ha invocato la necessità per l’Europa di concorrere alla costruzione di un nuovo equilibrio mondiale. Il sen. Centinaio (LN) annunciando che al vertice europeo saranno disattese le richieste italiane. Il sen. De Cristofaro (SEL) ha richiamato le cause delle migrazioni. Il sen. Marton (M5S) ha denunciato le ipocrisie di una politica che fa guerre per accaparrarsi risorse strategiche. Il sen. Paolo Romani (FI-PdL) ha evidenziato la difficoltà per l’Italia di stare in un’Europa sempre più burocratica. Il sen. Tonini (PD) ha insistito invece sulla scala europea come dimensione irrinunciabile dell’azione politica. Terminata alle ore 13:12 la seduta, ho ascoltato il senatore di Area Popolare Aldo Di Biagio che dice: “Il superamento di Dublino è la priorità e quanto dichiarato da Renzi è apprezzabile, ma serve fermezza in UE in quanto unica strategia per attuare questa prospettiva. Non si può esigere il cambiamento delle regole di Dublino a cui molti stati membri sembrano particolarmente affezionati senza mantenere una posizione forte a Bruxelles pretendendo la compartecipazione agli oneri dell’emergenza”.

Nella seduta pomeridiana iniziata alle 16,32 l’Assemblea ha avviato la discussione del ddl n. 1934 di riforma del sistema nazionale di istruzione, già approvato dalla Camera dei deputati. Collegato alla legge di bilancio e composto di 26 articoli. il testo licenziato dalla Camera è diviso in otto capi riguardanti: finalità; autonomia scolastica e valorizzazione dell’offerta formativa; organico, assunzioni e assegnazione dei docenti; istituzioni scolastiche autonome; delega per il riordino, adeguamento e semplificazione delle disposizioni legislative in materia di istruzione; disposizioni finali e norme finanziarie. I punti principali e più discussi della riforma riguardano il piano dell’offerta formativa, i poteri decisionali del dirigente scolastico, il comitato per la valutazione dei docenti, i criteri di assunzione degli insegnanti precari, le agevolazioni fiscali per donazioni a favore delle scuole private. La Commissione istruzione non ha concluso l’esame in sede referente. Il sen. Marcucci (PD), presidente della settima Commissione, ha riferito sull’iter dei lavori.

Nella seduta del 23 giugno i relatori hanno presentato un maxiemendamento, sostitutivo dell’intero testo, che recepisce alcune proposte di modifica. Le opposizioni hanno denunciato l’ennesima forzatura di una maggioranza sorda al confronto che, su un provvedimento fortemente contestato da docenti e studenti, ha impedito alla Commissione istruzione di votare e migliorare il testo. Gran parte degli emendamenti sono stati presentati dal PD, non dalle minoranze, che avevano proposto, peraltro, lo stralcio della norma sulle assunzioni. Il Governo, dopo aver preso in giro il mondo della scuola, si appresta a porre la questione di fiducia su un maxiemendamento non modificabile. Sono state respinte le proposte di modifica del calendario, che prevedevano il rinvio del ddl in Commissione. Dura la reazione del M5S nei confronti del governo con questa nota: “Quella del governo è una forzatura inaudita, il colpo di mano di un monarca. Ma il mondo della scuola non dimenticherà questa porcata. Per il governo e per Renzi questa è una vittoria di Pirro“.

Giovedì 25, la seduta è iniziata alle 9,34 In apertura di seduta il Ministro delle riforme e dei rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi ha posto la questione di fiducia sull’approvazione di un maxiemendamento interamente sostitutivo. Rispetto al testo licenziato dalla Camera, il maxiemendamento prevede che tra le assunzioni di docenti precari ci siano anche gli idonei del concorso 2012 e che la nuova regola della chiamata diretta dei docenti da parte del preside sia valida dal settembre 2016. Il piano dell’offerta formativa sarà elaborato dal collegio dei docenti, sulla base degli indirizzi definiti dal dirigente scolastico, e approvato dal consiglio di istituto. Il numero dei componenti dei comitati scolastici per la valutazione dei docenti è aumentato: ai due rappresentanti dei genitori e ai tre rappresentanti dei docenti si aggiunge un membro esterno individuato dall’ufficio scolastico regionale. E’ prevista anche l’introduzione di criteri per la valutazione, ogni tre anni, dei dirigenti scolastici, che saranno esaminati da ispettori esterni sul miglioramento del servizio scolastico e sulle competenze gestionali e organizzative, valorizzazione del merito professionale. Nella discussione sulla fiducia hanno preso la parola i sen. Maria Mussini, Bocchino, Campanella, Laura Bignami (Misto); Martelli, Puglia, Cioffi, Michela Montevecchi, Manuela Serra (M5S); Alessia Petraglia, Cervellini, Barozzino (SEL); Arrigoni, Crosio, Candiani (LN); Malan, Gasparri (FI-PdL); Liuzzi (CRi); Davico (GAL); Buemi (Aut); Russo (PD).

Le opposizioni hanno ricordato che il provvedimento è osteggiato dall’intero mondo della scuola: sarebbe stato opportuno esaminarlo in modo più approfondito, stralciando e inserendo in un decreto-legge il piano delle assunzioni. Il Governo invece, dopo aver annunciato una sospensione in vista di una consultazione di docenti e studenti, ha poi utilizzato la stabilizzazione degli insegnanti pecari come arma di ricatto per far passare un ddl indigeribile. Nelle dichiarazioni di voto hanno negato la fiducia i sen. Mario Mauro (GAL), Anna Cinzia Bonfrisco (CRi), Centinaio (LN), Loredana De Petris (SEL), Rosetta Blundo (M5S), Marin (FI-PdL). Hanno annunciato la fiducia i sen. Zeller (Aut), Conte (AP), Puglisi (PD). In dissenso dal Gruppo, il sen. Ruta (PD) ha annunciato di non votare la fiducia, ricordando che nel programma elettorale del PD era prevista una riforma partecipata della scuola. Con 159 voti favorevoli e 112 contrari l’Assemblea ha rinnovato la fiducia al Governo, approvando il maxiemendamento 1.9000 interamente sostitutivo del ddl n. 1934 di riforma del sistema nazionale di istruzione. Il testo passa alla Camera dei deputati. La seduta è terminata alle ore 18:48. Promossa in Senato la riforma sull’istruzione, ma fuori da Palazzo Madama in molte città italiane molti studenti si sono imbavagliati in segno di dissenso. Caos anche in Aula dove le opposizioni hanno protestato fortemente come i leghisti che hanno issato cartelli con su scritto: “fuori i bulli dalla scuola”, mentre quelli di Sel hanno indossato delle magliette bianche con la scritta: “libertà di insegnamento e diritto allo studio”. I senatori del M5S hanno esposto cartelloni con la scritta “R. I. P. scuola pubblica”. Mentre Su Twitter Beppe Grillo ha scritto: “Hanno ucciso la scuola pubblica”.

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