7GIORNI IN SENATO (n. 188)/ La legge di bilancio all’esame delle commissioni. Quattro pareri sul voto siciliano

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO

Questa settimana dal 6 al 10 novembre sarà riservata ai lavori delle Commissioni sul disegno di legge di bilancio e sul decreto-legge n. 148, in materia finanziaria. La Commissione Bilancio è impegnata nell’esame del ddl n. 2942, di conversione in legge del decreto-legge n. 148, in materia finanziaria e per esigenze indifferibili (il cosiddetto decreto fiscale, con scadenza il 15 dicembre). La discussione del provvedimento in Assemblea inizierà mercoledì 15 novembre alle 9,30 e proseguirà con sedute uniche, senza orario di chiusura, fino a venerdì 17, se necessario.

Lunedì 6 e martedì 7 novembre, gli studenti dell’Istituto tecnico trasporti e logistica “Luigi Rizzo” di Riposto (CT), sono stati protagonisti delle giornate di formazione a Palazzo Madama, nell’ambito dell’iniziativa “Un giorno in Senato“.

Sull’esito delle elezioni regionali della Sicilia ho voluto ascoltare il parere dei  senatori Bruno Alicata di FI,  Franco Campanella di Articolo 1-MDP, e Maurizio Santangelo del M5s. Ecco i loro commenti. 

Alicata: Un dato incontrovertibile: Forza Italia torna al centro della vita politica del Paese e, da partito guida della coalizione di centrodestra, conduce Musumeci al governo della Sicilia. Un grande lavoro, quello svolto da Gianfranco Miccichè, il quale, nel corso degli ultimi mesi, è riuscito a tessere la tela in cui sono rimasti impigliati i “grilli”, che miravano al governo della Sicilia a suon di propaganda giustizialista e rancorosa. Un movimento temibile, quello dei 5 Stelle, che fa leva sul disagio sociale e sui cattivi esempi offerti dalla politica. Per combatterli, per combattere la demagogia d’accatto, è necessario, perciò, cominciare a risolvere i problemi della gente. In caso contrario, sono destinati ad aumentare disaffezione e suffragi per i movimenti di protesta. Orgoglio, dunque, per la vittoria del centrodestra, ma consapevolezza della infinita responsabilità della coalizione, trovandosi, purtroppo, la Sicilia con le pezze al culo, ad annaspare dentro le sabbie mobili del mancato sviluppo economico, mentre dovrebbe fare da traino per il resto del Paese, col proprio inestimabile patrimonio artistico, culturale e paesaggistico. L’augurio convinto è che si riesca col governo Musumeci ad invertire la triste tendenza, consentendo al popolo siciliano di coltivare finalmente le speranze che merita”.

Campanella: Le elezioni regionali siciliane presentano una foto della Sicilia piuttosto impietosa. Un popolo affetto da una variante politica della sindrome di Stoccolma che potremmo definire sindrome di Sicilia: più un politico ti fa male più lo voti e ti affidi a lui. Il centrodestra ha lasciato crateri nella società siciliana: in Sicilia non funziona la sanità, non ci sono collegamenti da mondo occidentale, il territorio è stato violato oltre ogni misura e la gente va via come migrante economico. Eppure come una cavia in una scatola, il siciliano si sposta da una parte all’altra senza provare ad uscire. Al massimo si rivolge al Movimento 5 stelle, che presenta una proposta fumosa ma sedicente onesta. Tutto tranne che i “comunisti”. La sinistra che “distrugge tutto”, che vuole i migranti, etc. Il torto è quindi degli elettori? Mai. L’elettore ha il diritto di decidere. Ma deve essere informato. E quello è compito nostro. Di chi è impegnato in politica per cambiare la società. Quello che abbiamo davanti è un lavoro enorme, di ascolto per meglio comprendere e di racconto dei nostri progetti per condividerli e magari convincere. Una nota positiva: un parlamentare nell’assemblea siciliana lo abbiamo messo, e, considerato chi è Claudio Fava, abbiamo piantato un seme di cambiamento. Buono”.

Santangelo: “La rivoluzione culturale che tanto abbiamo chiesto agli onorevoli cittadini di qualsiasi colore e ideologia politica è in continua crescita. In questi anni sempre più cittadini si rendono conto che l’alternativa seria all’accozzaglia politica sia a destra che a sinistra, si chiama Movimento Cinque Stelle. La Sicilia tutta ha risposto in modo inequivocabile, ha scelto di andare a votare in modo libero la proposta di programma del governo con Cancelleri presidente, rafforzando con oltre 722 mila voti il progetto politico-culturale condiviso con i cittadini. Adesso le nostre responsabilità ce le prendiamo, come già le avevamo prese nel 2012 quando il Movimento 5 Stelle divenne la prima forza politica della Sicilia. A distanza di cinque anni il M5S raggiunge a livello regionale il 34,65 % senza alleanze! Questo è il dato che bisogna sottolineare. Non è certo una vittoria quella del nuovo governatore della Sicilia. Forse non è neanche una vittoria quella del partito dell’astensionismo. Mi aspettavo una affluenza alle urne molto più elevata, infatti lo abbiamo chiesto in tutte le “salse” ai cittadini liberi di andare a votare e di scegliere liberamente. Noi adesso siamo in 20 dentro Palazzo dei Normanni, tra i portavoce uscenti nel trapanese il M5S ha riportato nel parlamento siciliano 2 su 5 deputati, Valentina Palmeri e Sergio Tancredi, che ben hanno lavorato in questa ultima legislatura. Sicuramente loro, insieme a tutto il gruppo parlamentare del M5S, si occuperanno da subito di controllare l’operato di questo nuovo governo siciliano, avendo nel cuore di risolvere i tanti problemi veri della Sicilia e non ultimo del territorio trapanese. Il futuro del paese passa dall’unica opportunità di vero cambiamento che si chiama M5S, la Sicilia ha dimostrato che l’obiettivo è vicino, basta volerlo, se gli altri partiti si son voluti misurare, noi del M5S abbiamo dimostrato che il nostro modo di far politica ogni fine settimana in mezzo alla gente è quella giusta, la verità loro la conoscono. Il voto per il Movimento 5 Stelle non è stato un voto di protesta, lo dimostreremo tra qualche mese alle elezioni politiche”.

Certo con l’arresto del neo deputato regionale dell’Udc, Cateno De Luca, il percorso di Musumeci alla guida della Regione Sicilia non si presenta facile.

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