7GIORNI IN SENATO/ Inchieste sul sistema bancario e sul rapimento Moro, aiuti ai terremotati

di FRANCESCO MARIA PROVENZANO

Lunedì 3 aprile il Senato promuove una consultazione pubblica sulla proposta di “Linee guida” sull’utilizzo della Rete e delle tecnologie digitali per garantire una maggiore apertura dei processi decisionali alla società civile. La proposta è stata presentata dal Presidente Grasso in occasione dell’iniziativa “Rappresentanza e partecipazione”.

Martedì 4 l’Aula si è riunita alle ore 11:00 e in apertura di seduta la Presidenza ha comunicato lo scioglimento del Gruppo Conservatori e Riformisti e, dopo che per quattro volte consecutive è mancato il numero legale, ha tolto la seduta. La seduta è terminata alle ore 12:00. Il presidente Grasso in apertura di seduta ha espresso solidarietà al popolo russo, per l’attentato di ieri alla metropolitana di San Pietroburgo, e al popolo siriano per i bombardamenti aerei che hanno sprigionato gas tossici. L’Assemblea ha osservato un minuto di silenzio e raccoglimento per commemorare le vittime.

L’Assemblea ha ripreso l’esame del ddl n. 624 e connessi, recante “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario italiano”. Il ddl, nel testo unificato proposto dalla Commissione, istituisce una Commissione d’inchiesta della durata di un anno, composta da 20 senatori e da 20 deputati. Nella seduta antimeridiana di giovedì 30 marzo si è svolta la discussione generale. Oggi, in sede di replica, il relatore, Mauro Marino (PD), ha ribadito, richiamando gli esiti dell’indagine conoscitiva, che il sistema bancario italiano è sostanzialmente solido e gli interventi legislativi hanno affrontato alcune criticità per evitare rischi di contagio. Non ha condiviso inoltre le critiche rivolte alla Banca d’Italia e agli organi di vigilanza. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Pizzetti ha assicurato la collaborazione del governo e, nel rispetto dell’autonomia del Parlamento, si è rimesso all’Aula su tutti gli emendamenti presentati. Si è augurato inoltre che il lavoro della Commissione sia produttivo, equilibrato, attento al merito, e fornisca indicazioni utili per rafforzare il sistema creditizio.

Nella seduta pomeridiana iniziata alle ore 16,30 l’Assemblea ha approvato con 167 voti favorevoli, quattro contrari e 40 astenuti, il ddl n. 624, per l’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario italiano. Il testo passa alla Camera dei deputati. Con accenti diversi hanno svolto dichiarazione di voto a favore del provvedimento Tosato (LN), Cecilia Guerra (MDP), Barani (ALA), Luigi Marino (AP), Sciascia (FI-PdL) e Marcucci (PD). In dissenso dal Gruppo, Casini (AP) non ha partecipato alla votazione esprimendo il timore di uso demagogico dell’inchiesta; per lo stesso motivo  Sacconi (AP) ha annunciato voto contrario. Le senatrici Bottici (M5S) e De Petris (SI-Sel) hanno annunciato l’astensione dei rispettivi Gruppi. La seduta è terminata alle ore 17:30.

Mercoledì 5 l’Assemblea ha iniziato i lavori alle ore 9,30 e  ha avviato l’esame del ddl n. 2756 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, recante nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017, approvato dalla Camera dei deputati, sulla cui approvazione il governo ha posto la questione di fiducia. Il relatore, senatore Lai (PD), ha segnalato che si tratta del terzo decreto, in ordine di tempo, approvato a larghissima maggioranza dalla Camera dei deputati, che, aggiornando e rafforzando quanto già disposto nei provvedimenti precedenti, nasce dalla necessità di unire la ricostruzione ad una visione dello sviluppo che investa sulla qualità dei territori e sulla forza delle comunità locali. Il decreto-legge si compne di  22 articoli. Al termine della discussione generale – nella quale sono intervenuti  Elena Fattori, Scibona, Rosetta Blundo (M5S), Paola Pelino, Azzollini, Mandelli (FI-PdL), Vaccari, Stefania Pezzopane, Nadia Ginetti (PD), Arrigoni (LN), Panizza (Aut), Serenella Fucksia, Uras (Misto), Marinello e Di Biagio (AP) – il ministro dei rapporti con il Parlamento Anna Finocchiaro ha posto la questione di fiducia sull’approvazione senza emendamenti dell’articolo unico di conversione del decreto, nel testo approvato dalla Camera dei deputati. Alla discussione sulla questione di fiducia hanno preso parte Candiani (LN), Mandelli, Azzollini (FI-PdL), Gaetti, Bulgarelli (M5S) e Quagliariello (GAL). Dopo aver sottolineato come viga ormai di fatto un sistema monocamerale, da più parti è emersa la necessità di una normativa quadro in tema di ricostruzione post terremoto e calamità naturali, che fissi principi e criteri comuni, che tenga conto delle buone prassi maturate negli anni, per evitare che norme scritte di volta in volta possano indurre a pensare a trattamenti diversi a seconda del territorio colpito e della calamità naturale.

Nella seduta pomeridiana delle ore 16:30 l’Aula ha dato il via libera definitivo, con 153 voti favorevoli, 104 contrati e un astenuto, al provvedimento di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 febbraio, n. 8, recante nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017 (ddl n. 2756), nel testo approvato dalla Camera, sul quale il Governo aveva posto la questione di fiducia. Nelle dichiarazioni finali hanno annunciato la fiducia i senatori Serenella Fucksia (Misto), Lucrezia Ricchiuti (MDP), Laniece (Aut), Gualdani (AP) e Camilla Fabbri (PD). Hanno negato la fiducia i senatori Silvana Comaroli (LN), Giovanni Mauro (GAL), Giovanna Mangili (M5S), Loredana De Petris (SI-Sel) e Ceroni (FI-PdL). Le opposizioni hanno criticato il ricorso al voto di fiducia, che ha impedito di discutere e approvare emendamenti migliorativi. Nella successione di tre decreti, ai quali ne seguirà probabilmente un quarto, le norme e le procedure si sono complicate e i fondi stanziati sono insufficienti rispetto ai danni stimati in 23 miliardi. La seduta è terminata alle ore 19,30.

Giovedì 6 la seduta dell’Aula è iniziata alle ore 9,30 e al termine della discussione congiunta delle relazioni intermedie sull’attività svolta, approvate dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro (doc. XXIII, n. 10 e doc. XXIII, n. 23), l’Assemblea con 153 voti favorevoli, 104 contrari e un’astensione ha rinnovato la fiducia al governo, approvando definitivamente il ddl n. 2756 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 9 febbraio 2017, n. 8, recante nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017. Inoltre ha approvato una risoluzione con la quale impegna il governo a concludere le procedure di declassifica delle informazioni provenienti da servizi di intelligence stranieri; a garantire la piena consultabilità della documentazione giudiziaria e la migliore conservazione dei reperti; ad adoperarsi per l’estradizione del brigatista Alessio Casimirri.  Fornaro (MDP) ha riferito sull’attività della Commissione che ha rilevato profili di criticità (opacità, omissioni, incongruenze) nelle indagini finora svolte e si propone una ricostruzione completa e condivisa della vicenda, attraverso l’acquisizione di nuovi elementi documentabili e prove giuridicamente apprezzabili. La Commissione ha ricostruito anzitutto la dinamica della strage di via Fani avvalendosi di nuove testimonianze e di nuove perizie: è emerso che, prima del rapimento, esisteva l’allerta sulla sicurezza di Moro e una segnalazione da Beirut non fu adeguatamente considerata.

Alla discussione hanno partecipato Cervellini (SI-Sel), che ha richiamato il contesto storico della vicenda e l’equilibrio di Yalta; Malan, Carraro (FI-PdL) e Barani (ALA), che hanno lamentato l’esclusione dall’indagine della mancata trattativa dello Stato; Gasparri (FI-PdL), che ha criticato la dietrologia e ha ricordato le origini politiche delle BR; Liuzzi (Misto), che ha sottolineato il nuovo approccio della Commissione; Giovanardi (GAL), che ha invocato l’eliminazione del segreto di Stato su molti documenti; Di Biagio (AP) e Erika Stefani (LN), che hanno posto l’accento sui rapporti tra le BR e il Fronte di liberazione della Palestina. Alla proposta di risoluzione, presentata da Cucca (PD) e altri, hanno annunciato voto favorevole Corsini (MDP), Buemi (Aut), Di Biagio (AP), Giovanna Mangili (M5S), Cervellini (SI-Sel), Giovanardi (GAL), Gasparri (FI-PdL) e Cucca (PD). La seduta è terminata alle ore 13:00.

Nella seduta pomeridiana iniziata alle ore 16 si sono svolte le seguenti interrogazioni: Il sottosegretario per la Salute Faraone ha risposto all’interrogazione 3-03047 di Angioni (PD) e altri, sulla carenza di infermieri in Italia: il blocco del turn over del personale sanitario, disposto dalla legge finanziaria del 2007, è stato parzialmente disapplicato nel 2016 e il governo ha poi stipulato un accordo con le Regioni per programmare la formazione e l’assunzione del personale. L’interrogante si è dichiarato soddisfatto. Faraone ha poi risposto all’interrogazione 3-03183 della senatrice Bellot (Misto) sulle iniziative contro la diffusione di un’epidemia tra i capi di bestiame in Veneto. L’interrogante si è dichiarata parzialmente soddisfatta. La seduta è terminata alle ore 16:30.

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