7GIORNI IN SENATO/ Echi dei ballottaggi. Poi concorrenza e appalti

provenzanodi FRANCESCO MARIA PROVENZANO –

Lunedì 20 giugno, in Aula si è tenuto il concerto del Coro “Papageno”, composto da detenuti della Casa Circondariale Dozza di Bologna e coristi volontari,  in occasione della Festa Europea della Musica. La musica come strumento fondamentale di recupero sociale, seguendo la via tracciata dal grande direttore d’orchestra e senatore a vita Claudio Abbado. Questo l’obiettivo dell’evento artistico che è stato aperto dall’indirizzo di saluto del presidente del Senato, Pietro Grasso.

Nel salone Garibaldi incontro il sen. Aldo Di Biagio di AP al quale chiedo un commento sulla disfatta del Pd nei ballottaggi di domenica. Ecco la sua risposta: “E’ riduttivo e soprattutto pretenzioso additare quanto uscito ieri dalle urne come qualcosa di limitatamente localistico, e dunque distante dalle prospettive politiche nazionali; di contro i risultati delle amministrative sono lo specchio attraverso cui la maggioranza deve riflettersi e assumersi quelle responsabilità che finora sono chiaramente mancante. La strategia politica prediletta dal governo, tesa a fagocitare tutto in nome di una non meglio precisata responsabilità, è chiaramente fallita – spiega – poiché ha immolato sull’altare della politica autoreferenziale le reali priorità della società civile, che non ha mancato di presentare il conto al primo appuntamento elettorale utile, galvanizzata da un populismo che non si è voluto gestire. Lo stesso atteggiamento di molti della maggioranza che non sono stati unanimi nella geografia degli endorsement pre-ballottaggio sostenendo addirittura candidati in altre stagioni insostenibili, dà la misura di come sia stato raggiunto un breaking-point politico dinanzi al quale bisogna cambiare rotta. La politica della responsabilità al momento non ha né senso né seguito poiché nelle idee poteva essere un buon percorso ma nei fatti si è rivelato come qualcosa di poco pragmatico e schiacciato sotto il peso del verticismo. Un progetto al momento totalmente distrutto. Al momento è urgente rivedere la road map del Governo, in particolare per quanto riguarda l’Italicum che, alla luce dello scenario post-amministrative, nella sua versione attuale si rivelerebbe poco rispondente a inderogabili esigenze di pragmatismo politico. Bisogna cambiare strada per evitare di continuare a prestare il fianco alla risalita di un populismo sempre più pericoloso”.

Martedì 21, prima di entrare in Aula fermo al corridoio dei busti il sen. del M5S Stefano Lucidi al quale chiedo un commento sulla vittoria a Roma e Torino, ecco la sua risposta: “Il risultato delle elezioni del 19/6 ci restituiscono delle città importanti che hanno deciso per il cambiamento; l’analisi dei flussi indica Giachetti e Fassino restano arenati agli stessi voti del primo turno mentre le due candidate M5S raddoppiano la loro cifra. E non è solo grazie alla convergenza dei voti della destra o dalla sinistra. Qui si tratta di una convergenza verso il cambiamento. Per quanto riguarda gli effetti a livello nazionale Bisogna considerare che la Raggi e l’Appendino sono dei potenziali senatori del post riforma e questo mina da dentro il progetto Boschi-Verdini, quindi come è logico che sia questa elezione ha dei riflessi e contraccolpi anche sul governo centrale, ed è politicamente la rappresentazione del fallimento del governo Renzi che dimentica le periferie e tutela il privilegio!”.

L’Aula è iniziata alle ore 16,30 ed in apertura di seduta il presidente Grasso ha ricordato la deputata britannica Jo Cox, uccisa giovedì scorso. Dopo che l’Assemblea ha osservato un minuto di silenzio, hanno preso la parola i sen. Zanda (PD), Mineo (SI-SEL), Malan (FI-PdL), Cotti (M5S) e Compagna (CoR). Su richiesta del sen. Sangalli (PD), che ha trovato il consenso del sen. Paolo Romani (FI-PdL), è stato invertito l’ordine del giorno: l’Assemblea ha approvato in via definitiva il ddl n. 2407, recante ratifica ed esecuzione dell’Accordo istitutivo della Banca asiatica per gli investimenti in infrastrutture, con Allegati, fatto a Pechino il 29 giugno 2015. Illustrando il provvedimento il relatore, sen. Pegorer (PD), ha evidenziato il carattere strategico del provvedimento nel quadro finanziario e commerciale mondiale. Ha dato quindi conto delle modifiche tecnico contabili approvate alla Camera e degli ordini del giorno che impegnano il governo a vigilare sulla destinazione dei fondi e a sostenere, per quanto possibile, progetti sull’economia circolare. Nella discussione generale è intervenuto il sen. Cioffi (M5S) che ha chiesto chiarimenti sulla posizione italiana nello scacchiere geopolitico mondiale. Il Vice Ministro dell’economia e delle finanze Morando ha ricordato che l’accordo è stato firmato da 14 Paesi europei, anche se non è stato sottoscritto da Stati Uniti e Giappone. Ha poi sottolineato che la costituzione di banche di cooperazione per investimenti in infrastrutture è fondamentale per il commercio mondiale. Approvati i cinque articoli, senza modifiche, hanno dichiarato voto favorevole i sen. Anna Cinzia Bonfrisco (CoR), Malan (FI-PdL) e Sangalli (PD), che hanno richiamato la tradizione politica italiana, favorevole al multilateralismo. La sen. Bertorotta (M5S) ha annunciato l’astensione. L’Assemblea è poi passata all’esame di mozioni sulle concessioni demaniali marittime e lacuali. Il sen. Gasparri (FI-PdL) ha illustrato la mozione n. 539, che impegna il Governo a sostenere in sede europea che l’Italia non sia imputabile di un procedimento di infrazione in caso di disapplicazione della direttiva Bolkenstein per la concessione in uso dei beni demaniali. Il sen. Centinaio (LN) ha illustrato la mozione n. 579, che impegna il governo ad attivarsi affinché le concessioni demaniali siano estromesse dall’applicazione della direttiva concernente i servizi. La sen. Petraglia (SI-SEL) ha illustrato la mozione n. 580, che impegna il Governo a modificare la normativa nazionale che ha rinnovato automaticamente le concessioni in scadenza per evitare una nuova procedura di infrazione. Il sen. Bruni (CoR) ha illustrato la mozione n. 582, che impegna il Governo a garantire, nel rispetto dei principi di concorrenza, l’esercizio e la valorizzazione delle attività imprenditoriali e la tutela degli investimenti nel settore balneare. La sen. Granaiola (PD) ha illustrato la mozione n. 586, che impegna il Governo ad utilizzare il periodo rimanente, fino alla scadenza del 2020, per riaprire una negoziazione in sede europea che tuteli il sistema balneare nazionale e per difendere la proroga disposta fino al 2020. Il sen. Barani (AL-A) ha illustrato la mozione n. 595, che impegna il Governo ad attivare una rapida negoziazione con la UE per verificare l’applicabilità alle concessioni demaniali balneari. Il sen. Uras (Misto) ha illustrato l’ordine del giorno G1, che impegna il Governo a riferire al Senato sulle iniziative da assumere per sostenere, in sede europea, le legittime istanze degli operatori del settore. Il sen. Cioffi (M5S) ha illustrato l’ordine del giorno G2, che impegna il Governo a predisporre, di concerto con le amministrazioni interessate, gli operatori del settore e gli utenti, una disciplina organica delle concessioni demaniali, che riqualifichi l’offerta turistica, garantisca la tutela ambientale delle coste e salvaguardi la più ampia fruizione dei cittadini.

Mercoledì 22 l’Aula, dopo aver concluso l’esame di mozioni sulle concessioni demaniali marittime e lacuali,  ha approvato la mozione di CoR e, con riformulazioni, le mozioni di SI-SEL, PD e AL-A. Approvati anche l’ordine del giorno di M5S e, in un testo riformulato, l’ordine del giorno del Gruppo Misto. Sono state respinte, invece, le mozioni di FI-PdL e LN. Le mozioni approvate impegnano il governo a garantire, nel rispetto dei principi di concorrenza, l’esercizio e la valorizzazione delle attività imprenditoriali e a prevedere il rinnovo della delega legislativa, non esercitata; a verificare in sede europea la specificità del regime delle concessioni marittime e a riaprire una negoziazione per tutelare il sistema balneare nazionale e per difendere la proroga disposta fino al 2020; a prevedere un periodo transitorio adeguato per le concessioni in essere, che tenga conto degli investimenti e delle infrastrutture realizzati. Gli ordini del giorno approvati impegnano il governo a predisporre, di concerto con le amministrazioni interessate, gli operatori del settore e gli utenti, una disciplina organica delle concessioni demaniali, che riqualifichi l’offerta turistica, garantisca la tutela ambientale delle coste e salvaguardi la più ampia fruizione dei cittadini; a rimodulare le tariffe dei canoni di concessori; a predisporre un sistema di evidenza pubblica per l’assegnazione delle concessioni con una durata ragionevole.

Nella seduta di ieri, dopo l’illustrazione, si è svolta la discussione generale ed è intervenuto il Vice Ministro dell’economia Zanetti, che ha accolto la mozione di CoR e l’ordine del giorno di M5S e ha chiesto riformulazioni su tutti gli altri testi di indirizzo. Nella seduta odierna i sen. Gasparri (FI-PdL) e Centinaio (LN) non hanno accettato la riformulazione delle rispettive mozioni, insistendo sulla necessità di prevedere una proroga di trent’anni a partire dal 2020, a tutela degli investimenti realizzati nel settore balneare. I sen. Alessia Petraglia (SI-SEL), Tomaselli (PD), Barani (AL-A) e Uras (Misto) hanno invece accettato le modifiche chieste dal rappresentante del Governo. Nelle dichiarazioni di voto hanno preso la parola i sen. Bruni (CoR), Centinaio (LN), Alessia Petraglia (SI-SEL), Cioffi (M5S), Gasparri (FI-PdL), Barani (AL-A) e Tomaselli (PD). L’Assemblea ha poi avviato l’esame di mozioni su iniziative contro la corruzione negli appalti nelle grandi opere pubbliche. Il sen. Cappelletti (M5S) ha illustrato la mozione n. 293 (testo 3) che, dopo aver richiamato in premessa le inchieste della magistratura sul Mose di Venezia, impegna il Governo a cancellare l’originaria concessione e a risolvere ogni contratto stipulato con il consorzio Venezia nuova. Il sen. Filippi (PD) ha illustrato la mozione n. 584 che impegna il Governo a favorire il completamento dell’opera Mose entro il 31 dicembre 2018; a vincolare il consorzio Venezia nuova al rispetto del nuovo codice degli appalti. Il sen. Crosio (LN) ha illustrato la mozione n. 585 che, dopo aver richiamato in premessa le indagini della magistratura, dal G8 alla Tav, dal Mose all’Expo e a Roma capitale, impegna il Governo a eliminare la concentrazione dei poteri relativi a pianificazione. Il sen. Uras (Misto) ha illustrato la mozione n. 588, che impegna il Governo a riferire al Senato con cadenza semestrale sulle iniziative adottate per contrastare la corruzione negli appalti pubblici; il sen. Barani ha illustrato la mozione n.596 che impegna il Governo a favorire il completamento dell’opera Mose entro il 2018. Il sen. Liuzzi (CoR) ha illustrato la mozione n. 599, che impegna il Governo a effettuare una ricognizione dell’attività svolta dall’Autorità nazionale anticorruzione. Dopo gli interventi in discussione generale dei sen. Cioffi (M5S) e Casson (PD), il Vice Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Nencini ha ricordato il nuovo codice degli appalti – una delle più importanti riforme della legislatura, approvata per iniziativa parlamentare – che prevede correzioni ad un anno dalla sua entrata in vigore. Il Governo ha espresso parere contrario sulla mozione di M5S e parere favorevole sulle mozioni dei Gruppi PD, LN, Misto e AL-A, che condividono la necessità di completare i lavori relativi al Mose. La seduta è terminata alle ore 13:02.

Nella seduta pomeridiana iniziata alle ore 16,30 dopo la conclusione dell’esame di mozioni su iniziative contro la corruzione negli appalti nelle grandi opere pubbliche, l’Assemblea ha approvato le mozioni presentate da PD, LN, Misto e AL-A e, in un testo modificato, la mozione di CoR. Degli undici punti del dispositivo della mozione M5S, è stato approvato soltanto il punto sette. Le mozioni dei Gruppi PD e AL-A impegnano il Governo a favorire il completamento dell’opera Mose entro il 31 dicembre 2018; a vincolare il consorzio Venezia nuova al rispetto del nuovo codice degli appalti; La mozione di LN impegna il Governo a eliminare la concentrazione dei poteri relativi a pianificazione, valutazione e controllo degli appalti. La mozione a prima firma del sen. Uras (Misto) impegna il Governo a riferire al Senato con cadenza semestrale sulle iniziative adottate per contrastare la corruzione negli appalti pubblici. La mozione di CoR impegna il Governo a modificare il codice degli appalti all’esito dell’indagine conoscitiva parlamentare. Il punto sette della mozione di M5S impegna il Governo a riferire al Parlamento sullo stato delle commesse legate ad appalti per grandi opere. Respinti gli altri punti che impegnavano a cancellare l’originaria concessione e a risolvere ogni contratto stipulato con il consorzio Venezia nuova. L’Assemblea ha avviato l’esame del ddl n. 2223, recante norme per il contrasto al terrorismo, nonché ratifica ed esecuzione: a) della Convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione del terrorismo, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005; b) della Convenzione internazionale per la soppressione di atti di terrorismo nucleare, fatta a New York il 14 settembre 2005; c) del Protocollo di Emendamento alla Convenzione europea per la repressione del terrorismo, fatto a Strasburgo il 15 maggio 2003; d) della Convenzione del Consiglio d’Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato e sul finanziamento del terrorismo, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005; e) del Protocollo addizionale alla Convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione del terrorismo, fatto a Riga il 22 ottobre 2015, già approvato dalla Camera dei deputati. Dopo le relazioni, dei sen. Pegorer e Lo Giudice (PD), è iniziata la discussione generale, alla quale hanno preso parte i sen. Liuzzi (CoR), Orellana (Aut), Nadia Ginetti (PD). L’esame proseguirà domani mattina. La seduta è terminata alle ore 18:35.

Giovedì 23 alle ore 9,35 l’Assemblea ha ripreso l’esame del ddl n. 2223, recante norme per il contrasto al terrorismo, nonché ratifica ed esecuzione: a) della Convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione del terrorismo, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005; b) della Convenzione internazionale per la soppressione di atti di terrorismo nucleare, fatta a New York il 14 settembre 2005; c) del Protocollo di Emendamento alla Convenzione europea per la repressione del terrorismo, fatto a Strasburgo il 15 maggio 2003; d) della Convenzione del Consiglio d’Europa sul riciclaggio, la ricerca, il sequestro e la confisca dei proventi di reato e sul finanziamento del terrorismo, fatta a Varsavia il 16 maggio 2005; e) del Protocollo addizionale alla Convenzione del Consiglio d’Europa per la prevenzione del terrorismo, fatto a Riga il 22 ottobre 2015, già approvato dalla Camera dei deputati. Nella seduta di ieri sono state svolte le relazioni ed è iniziata la discussione generale, che si è conclusa oggi con l’intervento del sen. Scilipoti Isgrò (FI-PdL). Approvati i primi tre articoli senza modifiche, si è aperto un dibattito sull’articolo 4 che modifica il codice penale, introducendo nuove fattispecie relative al finanziamento di condotte con finalità di terrorismo e atti di terrorismo nucleare. I sen. Palma e Caliendo (FI-PdL) hanno evidenziato la necessità di aumentare alcune pene: il testo prevede la reclusione da sei a dodici anni per la creazione o il possesso di un ordigno nucleare e la reclusione non inferiore a quindici anni per il suo utilizzo. Dopo una breve sospensione, il relatore, sen. Lo Giudice (PD), ha rettificato il parere, pronunciandosi a favore dell’emendamento 4.12, che prevede una pena non inferiore a venti anni per l’utilizzo di ordigni nucleari; la proposta è stata approvata. FI-PdL ha evidenziato che i voti di AL-A sono determinanti per la maggioranza. Il sen. Zanda (PD) ha accusato FI-PdL di ostacolare i lavori. Approvato senza modifiche l’articolo 5, prima della votazione dell’articolo 6 è mancato due volte il numero legale. Apprezzate le circostanze la Presidenza ha rinviato il seguito dell’esame alla prossima settimana. La seduta è terminata alle ore 13:06. Nella seduta pomeridiana delle ore 16,00 in Aula si sono svolte interrogazioni su: Ratifiche di accordi internazionali., presentate dai sen; Zin, DE Cristofaro, Pegorer, Compagna, Micheloni, Sangalli, e dalla senatrice Fattorini.

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