7GIORNI IN SENATO/ di F. M. PROVENZANO/Una sterzata sugli appalti

provenzano di FRANCESCO MARIA PROVENZANO/

Lunedì 15 giugno, la settimana politica per il Pd comincia male per la sconfitta subita domenica ai ballottaggi. Quella che brucia di più, è la perdita di Venezia, dove anche gli appelli di Travaglio, Rodotà, e Civati per il candidato meno renziano in lizza, Felice Casson sono caduti nel vuoto e l’affluenza alle urne è stata del 47%. Intanto al Senato la Commissione Istruzione prosegue per tutta la settimana l’esame della riforma scolastica (il disegno di legge  n. 1934 di “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti” già approvato dalla Camera). La Commissione Lavori pubblici è impegnata con l’A.S. 1880 – testo base – e connessi, recante riforma della Rai e del servizio pubblico radiotelevisivo. E’ nell’agenda della Commissione Sanità il ddl n. 1472 recante norme per favorire il ricambio generazionale nella professione infermieristica e nelle professioni sanitarie, mentre l’Aula martedì 16 alle ore 16.30, proseguirà la discussione del ddl n. 1678 recante la delega in materia di appalti e concessioni, nel testo proposto dalla Commissione Lavori pubblici.

Martedì 16 giugno, l’Aula si è riunita alle 16,30 ed ha ripreso l’esame del ddl n. 1678, nel testo proposto dalla Commissione, recante delega al Governo per l’attuazione della direttiva 2014/23/UE del 26 febbraio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sull’aggiudicazione dei contratti di concessione, della direttiva 2014/24/UE del 26 febbraio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sugli appalti pubblici e che abroga la direttiva 2004/18/CE e della direttiva 2014/25/UE del 26 febbraio 2014 del Parlamento europeo e del Consiglio sulle procedure d’appalto degli enti erogatori nei settori dell’acqua, dell’energia, dei trasporti e dei servizi postali e che abroga la direttiva 2004/17/CE. Il ddl, composto di un solo articolo, prevede una delega al governo, che dovrà essere attuata entro il 18 febbraio 2016, per il recepimento di tre direttive che riordinano la normativa europea. E’ prevista la redazione di un nuovo codice degli appalti pubblici e delle concessioni e la conseguente abrogazione delle attuali disposizioni. In sede di replica, il relatore, Stefano Esposito (Pd), ha affermato che le procedure ordinarie saranno adottate anche per le grandi opere, anche se non c’è una proposta di superamento formale della legge obiettivo. Il vice ministro delle infrastrutture e trasporti Riccardo Nencini ha confermato le precisazioni del relatore in tema di legge obiettivo e concessioni. Ha lodato il lavoro della Commissione che, nella sua interezza, si è adoperata per specificare nel dettaglio e migliorare i criteri della delega. La seduta termina alle ore 18:53. Su questo tema il capogruppo del M5S in Commissione Lavori Pubblici Andrea Cioffi dichiara: «Con la bocciatura dell’emendamento 1.651 a firma Esposito-Pagnoncelli da parte della Commissione Bilancio, si è evitato di non sottoporre a gara i servizi di qualsiasi importo. Ho suggerito ai relatori di riformulare l’emendamento inserendo una soglia anche per i servizi in modo che siano sottoposti a procedure di gara. E’ opportuno abbassare la soglia da 150.000 a 50.000 euro, in modo da escludere solo le piccole forniture».

Mercoledì 17, la seduta è iniziata alle 9,34 ed in apertura di seduta si è svolto un dibattito sulla riforma della scuola. Molti gli interventi: la senatrice De Petris (SEL) denuncia il cinismo del presidente del Consiglio nel tentativo di scaricare sulle opposizioni la responsabilità della mancata assunzione degli insegnanti precari; la senatrice Montevecchi (M5S) respinge le accuse del premier, che utilizza strumentalmente il tema delle assunzioni per far passare una riforma inaccettabile; Candiani (LN) sfida il governo a porre la questione di fiducia sul disegno di legge; Liuzzi (CR) si dichiara disponibile a votare un provvedimento ad hoc per la stabilizzazione e invita Renzi ad avere un atteggiamento più istituzionale e più lineare. Giro (FI-PdL) e Mario Mauro (GAL)  invitano il governo a ritirare il ddl, sottolineando che la scuola non è un affare interno al Pd ma è un tema di interesse generale.

L’Assemblea subito riprende  l’esame del ddl n. 1678, iniziato il giorno precedente. Vengono illustrati gli emendamenti. Il presidente Grasso fissa per le ore 14 il termine per sub-emendare le nuove proposte presentate dai relatori. La seduta  termina alle ore 12:59. Nella seduta pomeridiana delle 16,30 l’Assemblea approva con 133 voti favorevoli, 100 contrari e due astensioni la risoluzione di maggioranza che accoglie la relazione del governo sugli effetti finanziari conseguenti alla sentenza della Corte costituzionale in materia di indicizzazione delle pensioni (Doc. LVII-bis, n. 3. Il relatore, Guerrieri Paleotti (Pd), ricorda che, con la sentenza n. 70 del 2015, la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità della misura, contenuta nel decreto salva Italia del 2011, che prevedeva la deindicizzazione, nel biennio 2012-2013, per le pensioni di importo superiore a tre volte il trattamento minimo. Nella discussione sono intervenuti Morra e Puglia (M5S); Lai e Sangalli (Pd); Alessandra Bencini e Campanella (Misto); Tosato (Lega); Anna Cinzia Bonfrisco (CR) e Ceroni (FI-PdL). Le opposizioni  criticano il decreto legge perché contiene misure inique. Il vice ministro dell’Economia e Finanze Morando ricorda, in primo luogo, l’orientamento espansivo della politica di bilancio, che ha fissato un obiettivo di indebitamento programmatico maggiore di quello previsto dalla legislazione vigente. Nelle dichiarazioni di voto annunciano voto contrario alla risoluzione di maggioranza Silvana Comaroli (Lega), Loredana De Petris (Misto-SEL), Nunzia Catalfo (M5S), Mandelli (FI-PdL). Annunciano voto favorevole i Sacconi (AP), D’Anna (GAL) e Santini (Pd). La seduta termina alle ore 20,03.

Giovedì 18, l’Aula, riunitasi alle 9,30, approva con modifiche il ddl n. 1678, recante la delega in materia di appalti e concessioni, con 184 sì, due no e 42 astensioni: la parola passa ora alla Camera. Appena terminata la seduta chiedo al senatore del Psi Enrico Buemi, membro della commissione Lavori pubblici, un parere su questo provvedimento, ed ecco la sua risposta: «Grazie all’approvazione di questa delega superiamo la normativa vigente, che è stata criminogena, e chiudiamo una stagione di predazione del Paese attraverso gli appalti pubblici. Era una chiara aberrazione che il direttore dei lavori fosse nominato dall’appaltatore e non dalla stazione appaltante. Il Senato ha lavorato per semplificare e togliere spazi ai corrotti e corruttori, indicando il metodo per selezionare, ad esempio, i componenti delle commissioni di gara, i direttori dei lavori e i collaudatori attraverso il meccanismo del sorteggio che garantisce autonomia, abbinato a quello del bilanciamento che limita gli incarichi».

Ma il tema che tiene banco nelle discussioni fuori dall’Aula è quello dell’immigrazione, e su questo punto complesso interpello il senatore siciliano di Forza Italia Bruno Alicata. Che mi dice:  «Sul tema immigrazione continuiamo a prendere pesci in faccia per l’inadeguatezza di un governo privo della benché minima autorevolezza in politica estera. E siamo costretti a subire anche lo scherno di ministri degli Interni di Paesi, come la Francia, che sono tra i principali responsabili del caos libico, le cui conseguenze viviamo oggi sulla nostra pelle. Il bello, o…il brutto, è che, nella circostanza, i nostri “alleati” hanno ragione nel difendere  le loro frontiere assediate da poveri disperati che nella maggior parte dei casi sono migranti irregolari, non aventi diritto allo status di rifugiato politico, quindi clandestini, cui l’Italia furbescamente concede di vagare per il Paese, incapace di distinguere in tempi celeri gli uni dagli altri, sperando che riescano a varcare i confini. Sull’ennesima, maldestra recita del nostro ministro degli Interni, che ha suscitato i risolini ironici dei suoi colleghi europei, conviene stendere un velo pietoso».

La seduta pomeridiana, iniziata alle 16, è stata dedicata allo svolgimento di interpellanze e interrogazioni a cui hanno risposto la sottosegretaria per i Beni e le attività culturali Barracciu, il sottosegretario agli Affari esteri Della Vedova e il vice ministro della Giustizia Costa. La seduta termina alle ore 16,51. Comunque immigrazione e  scuola non faranno dormire nei prossimi giorni il premier Renzi. 

Con l’enciclica  Laudato si’ papa Francesco ha lanciato il suo appello ad ascoltare “il grido dei poveri della Terra”, e a chiedere loro perdono perché il salvataggio a ogni costo delle banche è stato fatto pagare appunto a loro. Sconcertante la reazione del leader della Lega Matteo Salvini, che replica alle parole del Pontefice dicendo: «Non abbiamo nulla da farci perdonare». 

Commenta per primo

Lascia un commento