7 GIORNI IN SENATO/ di F.M. PROVENZANO/ Riforme, una settimana intensa tra insulti e gestacci. Passano gli articoli 1 e 2

provenzanodi Francesco Maria Provenzano/

Lunedì 28 settembre, al posto dell’Aula che si riunirà martedì 29, si sono riunite le seguenti Commissioni: La Commissione Giustizia che è impegnata nella trattazione del disegno di legge in materia di disciplina delle coppie di fatto e unioni civili (A.S. 14 e connessi), mentre in Commissione Giustizia, prosegue l’esame delle modifiche apportate dalla Camera al ddl n.1119-B, in materia di diffamazione. La Commissione Ambiente è impegnata con il vaglio del ddl n.1676, recante disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali, già approvato dalla Camera dei deputati.

Martedì 29, in Aula, è iniziata l’illustrazione degli emendamenti al disegno di legge n. 1429-B di revisione della Parte II della Costituzione. La votazione degli emendamenti – per complessive 80 ore – avrà inizio mercoledì 30 e si concluderà martedì 13 ottobre quando è previsto il voto finale. In apertura di seduta il Presidente Grasso ha ricordato la figura di Pietro Ingrao, spentosi domenica scorsa: intellettuale e dirigente del PCI. Dopo che l’Assemblea si è raccolta in un minuto di silenzio, hanno offerto contributi alla commemorazione i senatori Tronti (PD), Anna Bonfrisco (CR), D’Anna (AL), Consiglio (LN), De Cristofaro (SEL), Compagna (AP), Campanella (Misto), Carraro (FI-PdL), e il Sottosegretario di Stato Pizzetti. L’Assemblea ha poi ripreso l’esame del ddl n. 1429-B, recante disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della Costituzione, già approvato dal Senato e modificato dalla Camera dei deputati. Il Presidente Grasso, richiamando gli articoli 8 e 97 del Regolamento, e la necessità di rispettare i tempi stabiliti nel calendario approvato, ha dichiarato irricevibili 72 milioni di emendamenti della Lega Nord, al netto dei cinquecentomila già presentati in Commissione affari costituzionali e di quelli ritirati agli articoli 1 e 2 del ddl costituzionale. La Presidenza è, infatti, impossibilitata a vagliare l’abnorme numero di proposte, il cui esame bloccherebbe il lavoro del Senato. Nella seduta sono stati illustrati tutti gli emendamenti. Sono intervenuti i senatori D’Alì, Malan (FI-PdL); D’Ambrosio Lettieri, Cinzia Bonfrisco (CR); Endrizzi, Cotti (M5S); Mario Mauro (GAL); Maria Mussini, Orellana, Cristina De Pietro, Alessandra Bencini (Misto); Battista (Aut); Raffaela Bellot del (Misto-Fare). La seduta è terminata alle ore 16:00.

Mercoledì 30 alle ore 15 l’Aula del Senato ha iniziato la votazione delle proposte di modifica al disegno di legge n. 1429-B, di revisione della Parte II della Costituzione. Il sen. Calderoli (LN) ai sensi dell’articolo 100, comma 5 del Regolamento, ha chiesto alla Presidenza di consentire alle opposizioni di presentare subemendamenti alle proposte 1.205 e 2.204, a prima firma della sen. Finocchiaro (PD), che recepiscono l’accordo trovato all’interno del PD. Alla richiesta si sono associati i sen. Crimi (M5S), Loredana De Petris (SEL), Paolo Romani (FI-PdL) e Anna Bonfrisco (CR). Il Presidente Grasso ha giudicato tardiva la richiesta rispetto all’articolo 1, riguardante le funzioni del Senato, mentre ha concesso mezz’ora sull’articolo 2, che riguarda la composizione e le modalità di elezione del Senato. L’emendamento 1.205, a firma dei sen. Finocchiaro (PD), Schifani (AP), Zeller (Aut), Zanda (PD) e D’Adda (PD), attribuisce nuovamente al Senato funzioni esclusive che, nel passaggio alla Camera, erano state assegnate alla competenza concorrente delle due Camere: il Senato esercita funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica e tra questi ultimi e l’Unione europea. Valuta le politiche pubbliche e l’attività delle pubbliche amministrazioni e verifica l’impatto delle politiche dell’Unione europea sui territori. Concorre ad esprimere pareri su nomine di competenza del Governo e a verificare l’attuazione delle leggi dello Stato. L’emendamento 2.204, sottoscritto dai sen. Finocchiaro (PD), Schifani (AP), Zeller (Aut), Zanda (PD) e D’Adda (PD), integra il quinto capoverso (“la durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti”), con le seguenti parole: “in conformità delle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite da una legge approvata dalla due Camere”. Il Presidente del Senato ha comunicato le valutazioni di ammissibilità: all’articolo 1 può essere emendato solo il quinto capoverso, che è stato modificato dalla Camera dei deputati. Ha poi comunicato gli emendamenti all’articolo 1 sui quali è ammesso il voto segreto. All’articolo 1, riguardante le funzioni delle Camere, la Ministro dei rapporti con il Parlamento Boschi ha espresso parere favorevole soltanto sugli emendamenti 1.203 del sen. Cociancich (PD) e 1.205 a prima firma della sen. Finocchiaro (PD), sostanzialmente identici. Il sen. Calderoli (LN) ha rilevato che l’emendamento 1.203 è stato presentato ad arte per far decadere tutti gli emendamenti ed evitare voti segreti sulle proposte che attribuiscono al Senato funzioni di garanzia su materie eticamente sensibili. Nel prosieguo dei lavori, sono stati respinti gli emendamenti da 1.1 a 1.902. Gli 1.1, 1.2000 e 1.8c, presentati da M5S e Misto-SEL, erano volti a sopprimere l’articolo 1. Secondo la sen. De Petris (SEL) e il sen. D’Alì (FI-PdL) sarebbe preferibile abolire il Senato, piuttosto che svuotarlo di competenze o ridurlo ad un organo di sottogoverno.  Hanno annunciato voto favorevole i sen. Stefano (SEL), Endrizzi (M5S), D’Alì (FI-PdL), Campanella (Misto), Mario Mauro (GAL), D’Ambrosio Lettieri (CR). In dissenso dal Gruppo, hanno annunciato voto favorevole anche i sen. Mineo e Casson (PD). Nell’ultima parte della seduta si è svolto un dibattito sul voto segreto. La maggioranza ha respinto la richiesta di voto per parti separate dell’emendamento 1.902 del sen. Calderoli (LN). Il sen. Paolo Romani (FI-Pd. La seduta è terminata alle ore 21:05.

Giovedì 1 ottobre nella seduta antimeridiana delle 9,32 l’Aula ha approvato l’emendamento a firma Cociancich (Pd) interamente sostitutivo del comma 5 dell’articolo 1 del ddl Boschi sulle funzioni del Senato. La modifica approvata con 177 voti (uno in più rispetto a inizio mattinata) fa decadere tutti gli emendamenti successivi. L’emendamento è stato votato oltre che da Pd, Ap (Ncd-Udc), Svp-Autonomie anche dai verdiniani del gruppo Ala e da alcuni senatori di Gal. Ha votato con la maggioranza anche il senatore ex M5S Orellana, suscitando le dure critiche dei suoi ex colleghi (“si è reso servo di questa porcheria”, ha detto Endrizzi). Contrarie all’emendamento, targato Pd, le altre forze di opposizione, con M5s e Lega che hanno annunciato la non partecipazione al voto. Il testo Cociancich, che nel contenuto è identico all’emendamento Finocchiaro frutto dell’accordo di maggioranza, rende il nuovo Senato concorrente con la Camera per alcune funzioni, ampliando i poteri di legislazione e valutazione su determinate materie.   è stato approvato l’articolo, con l’emendamento 1.203 del sen. Cociancich (PD), che attribuisce nuovamente al Senato funzioni proprie che, nel passaggio alla Camera, sono state assegnate alla competenza concorrente delle due Camere. Esso prevede che il Senato esercita funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica e tra questi ultimi e l’Unione europea. Valuta le politiche pubbliche e l’attività delle pubbliche amministrazioni e verifica l’impatto delle politiche dell’Unione europea sui territori. Concorre ad esprimere pareri su nomine di competenza del Governo e a verificare l’attuazione delle leggi dello Stato. Duro il commento su questo emendamento da parte del sen Giovanni Endrizzi del M5S componente la Commissione Affari costituzional. il quale ha dichiarato: “L’emendamento Cociancich ha cambiato le carte in tavola ed il quadro generale. Grasso respingendola si è macchiato di abuso inaccettabile”. Attraversando il Salone Garibaldi affollato come non mai da colleghi, da ex senatori e deputati e dai senatori che entravano e uscivano dall’Aula ed in questo via vai incontro il sen. del PD Giorgio Pagliari componente della commissione affari costituzionali che mi dice con la sua ironia: ” Sogno o son desto?. Regime, deriva autoritaria, attentato alla democrazia ecc. ecc…. sì, ma perché? Per il sistema di elezione dei consiglieri regionali-senatori? Per le funzioni del Senato? Per quest’ultimo come camera di rappresentanza delle istituzioni territoriali? Per il presunto groviglio (??) della modifica del famosissimo V comma dell’art. 2 della riforma? Fammi indovino che ti farò ricco!… a pensare male ci si azzecca? Allora, forse, è perché il potere logora chi non ce l’ha, soprattutto se ne ha avuto tanto: non è che l’unica preoccupazione sia elettorale o di parte? Non è che tutto si riduca a dover impedire il successo legato all’attracco della riforma alla “banchina”? Vecchia politica, come le accuse di regime e simili: e la riforma del 2005 e le leggi “ad personam”? Andiamo oltre!”. Nelle dichiarazioni di voto sull’emendamento 1.203, i sen. Mineo (PD), Campanella Del gruppo (Misto), Volpi della (Lega Nord), Di Maggio di (CR), Cervellini di (SEL) hnno annunciato il voto contrario, mentre il sen. Centinaio della (LN) non ha partecipato alla votazione. Il senatore Endrizzi del (M5S)       per motivi di metodo si è astenuto sull’emendamento 1.203. Hanno votato a favore il sen. Buemi di (Aut) e il sen Barani di (AL). Dopo l’approvazione dell’emendamento 1.203, il sen. Crimi (M5S), ai sensi dell’articolo 100 del Regolamento, ha presentato un emendamento, correlato all’1.203, il quale prevede che al Senato sia attribuita funzione legislativa concorrente nelle materie relative agli articoli 29 e 32 della Costituzione; ne ha chiesto quindi la votazione a scrutinio segreto. Il Presidente Grasso ha considerato l’emendamento precluso; ha ricordato poi di avere riaperto i termini per i subemendamenti all’articolo 2 ma non all’articolo 1. Nelle dichiarazioni di voto contrarie all’articolo 1, sono intervenuti i sen. D’Alì di (FI-PdL), De Cristofaro di (SEL), Bruni e Bonfrisco di (CR) e Candiani della (LN). La seduta è sospesa riprenderà alle ore 19. Dopo la sospensione dalle 14 alle 19, il Presidente Grasso ha integrato le valutazioni comunicate ieri, dichiarando inammissibili per mancata chiarezza della portata normativa, salvo riformulazione, ulteriori emendamenti all’articolo 2, che prevedono l’elezione diretta dei senatori con un riferimento ai rappresentanti delle minoranze linguistiche. Ha inoltre comunicato gli emendamenti sui quali è parzialmente ammesso, in base al criterio della prevalenza, il voto segreto. Il senatore Pd Roberto Cociancich, autore del primo, ha scritto un secondo emendamento “canguro” all’articolo 21 del ddl Boschi. Una proposta di modifica (la 21.200) che, riscrivendo l’articolo che riguarda l’elezione del capo dello Stato, farebbe decadere tutti gli altri emendamenti. “È un altro emendamento canguro”, denuncia Loredana De Petris di Sel.  Minoranza Pd in fermento. Le opposizioni  hanno criticato la decisione presidenziale che, in contraddizione con le deliberazioni assunte un anno fa in prima lettura, sembra volta ad evitare voti segreti, temuti dalla maggioranza. In Aula si respira un’aria pesante unita ad una forte tensione. La seduta è terminata alle ore 21:17.

Venerdì 2, l’Aula si è riunita alle 9,32 ed è passata all’esame dell’articolo 2, che riguarda la composizione e le modalità di elezione del Senato. In base alle valutazioni della Presidenza, può essere emendato solo il quinto capoverso, che è stato modificato dalla Camera dei deputati; sono ammessi, inoltre, emendamenti interamente soppressivi. Il ministro per i rapporti con il parlamento e le riforme istituzionali Boschi ha espresso parere favorevole soltanto sull’emendamento 2.204, presentato dalla sen. Finocchiaro (PD) e sottoscritto dai sen. Schifani (AP), Zeller (Aut), Zanda e D’Adda (PD), che integra il quinto capoverso (“La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti)”, con le seguenti parole: “In conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite da una legge approvata dalla due Camere”. Sono stati respinti gli emendamentisoppressivi dell’art. 2, presentati da M5S, Misto, CoR. In dichiarazione di voto, sono intervenuti a difesa dell’eleggibilità diretta dei senatori i sen. Calderoli (LN); Loredana De Petris (SEL); Endrizzi (M5S); De Pin (GAL), Bruni (CoR), Caliendo (FI-PdL). La sen. Finocchiaro (PD) ha invece annunciato voto contrario. I sen. Mineo (PD) e Bignami (Misto), in dissenso dai rispettivi Gruppi, hanno annunciato voto favorevole. Il sen. Volpi (LN) ha preannunciato l’astensione. La seduta è stata sospesa alle ore 13,26 ed è ripresa alle ore 15 esaminando il disegno di legge Boschi, e si prepara a sciogliere il nodo della sua futura elettività. L’accordo trovato nella maggioranza, dopo mesi di tentativi di mediazione, prevede l’introduzione di un listino da votare alle regionali per consentire ai cittadini di indicare i consiglieri destinati a Palazzo Madama, e rendere così meno indiretta la loro designazione da parte dei Consigli regionali stessi. Delle sei votazioni segrete all’articolo 2 del disegno di legge Boschi annunciate dal presidente del Senato, di fatto se ne farà soltanto una. L’emendamento è a firma del leghista Roberto Calderoli, e riassume due proposte di modifica sottoscritte dal collega Stefano Candiani. Una delle due ripristinava l’elezione diretta dei senatori e aveva messo in agitazione la maggioranza. L’emendamento ammesso, tuttavia, su cui si procederà con il voto segreto, riguarda la tutela delle minoranze linguistiche. L’Aula ha intanto respinto un emendamento dell’opposizione che mirava a sopprimere l’articolo 2, con con 176 no, 120 sì e 4 astenuti. Firmato da Andrea Marcucci del partito democratico, il testo era stato ritirato, ma il Movimento 5 stelle lo ha ripescato facendolo proprio. Il ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi, ha invece espresso parere favorevole alla proposta di modifica presentata dalla senatrice Anna Finocchiaro, che contiene appunto l’accordo raggiunto nel Pd e nella maggioranza parlamentare sull’elettività dei senatori. Il senatore Cociancich ha  rivendicato la paternità dell’emendamento 1. Intanto è spuntato il “canguro bis”. Si tratta di un altro emendamento a firma Cociancich, all’articolo 21, che riguarda l’elezione del presidente della Repubblica e anche in questo caso la proposta di modifica farebbe decadere tutti gli altri emendamenti, su un tema delicato su cui all’interno del Pd non c’e’ ancora una intesa. Il clima in Aula resta teso, mentre si sta discutendo e votando una riforma costituzionale. Tra “canguri”, voti segreti e milioni di emendamenti i lavori vanno avanti fino al voto dell’articolo 2 del testo,  ma dopo le 18 si ferma tutto. E si ferma perché il senatore verdiniano Lucio Barani si rivolge alla senatrice Barbara Lezzi del M5S mimando il gesto di un rapporto orale.  Scoppia inevitabilmente la bagarre in Aula. Secondo la descrizione che fa dell’accaduto il senatore Aldo di Biagio si sarebbe trattato del mimo di un rapporto di sesso orale. Paola Taverna (M5S) si appella al presidente Grasso affinché intervenga contro Barani e gli faccia chiedere scusa. Molte senatrici prendono la parola contro Barani e il presidente Grasso sospende la seduta affermando: “D’ora in poi, visto che l’escalation e arrivata al punto di minare la civile convivenza, il rigore sarà assoluto”. Dopo che la Ministro Boschi si è rimessa all’Aula, con votazione a scrutinio segreto è stato respinto il subemendamento 2.204/1, a prima firma del sen. Calderoli (LN),che prevedeva la salvaguardia delle minoranze linguistiche nella scelta dei candidati consiglieri. Pur rilevando una mancanza di portata normativa, il sen. Palermo (Aut) ha annunciato voto favorevole. Il sen. Tonini (PD) ha invece annunciato voto contrario, perché la norma comporta difficoltà nella messa a punto della legge elettorale. Il sen. Uras (SEL) ha annunciato voto favorevole, osservando che le minoranze linguistiche non sono sufficientemente tutelate. Sono iniziate le dichiarazioni di voto sull’emendamento 2.204. Il sen. De Cristofaro (SEL) ha ribadito che la mediazione raggiunta nel PD, il sen. Romani (FI) ha evidenziato che la revisione dell’intero articolo 2 avrebbe consentito di introdurre chiaramente il principio dell’elezione diretta. Alle 21,07 il presidente Grasso sospende le votazioni, rinviando i lavori alla seduta di sabato mattina per proseguire i lavori e chiudere l’articolo 2, e mettere quindi il ddl Boschi definitivamente al riparo. Sul tavolo ci sono ancora tre voti importanti, tutti a scrutinio palese: un emendamento Calderoli che prevede di utilizzare il Consultellum per votare il nuovo Senato, il testo Finocchiaro, figlio dell’intesa dentro il Pd, che prevede per i nuovi senatori una elezione da parte dei consiglieri regionali “in conformità” a quanto deciso degli elettori e il voto finale sull’articolo 2.

Sabato 3 nella seduta amtimeridiana delle 9,30 l’Aula ha dato il via libera anche all’articolo 2 . Il giorno dopo la grande bagarre per il gestaccio di Lucio Barani, è proseguito il lavoro del Senato sulle riforme costituzionali, e nella seduta odierna il Senato ha approvato l’emendamento di Anna Finocchiaro al tanto discusso articolo 2 della riforma che recepisce gli accordi interni al Pd e nella maggioranza sulla legittimazione popolare dei futuri senatori-consiglieri regionali. I sì sono stati 169, i no 93, 3 gli astenuti. L’articolo 2 stabilisce che i Consigli regionali eleggeranno i futuri senatori tra i propri membri, e che “la durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti”. L’emendamento di Anna Finocchiaro aggiunge che l’elezione dei senatori da parte dei Consigli regionali deve avvenire “in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge” elettorale che dovrà essere successivamente varata. L’approvazione è stata salutata da un lungo applauso della maggioranza.

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